Transglobal Underground
Transglobal Underground
di Antonio Ciarletta
L'esplosione della New Weird America e di tutto quello che ne è seguito ha contrassegnato l'inizio degli anni Zero come il tempo del rifiuto del postmoderno. Il rifiuto non tanto di un metodo, quanto di un'estetica e di una filosofia musicale minimale, nichilista, tipicamente urbana e annullatrice delle differenze per pura fagocitazione. Negli ultimi anni la tendenza non si è per nulla arrestata e il terreno su cui si è giocato il rigetto del postmoderno, inteso come macrocosmo votato all'assimilazione del diverso in un pensiero unico sonoro avente le caratteristiche ben determinate di cui sopra, ha avuto proprio nell'elettronica il suo campo di battaglia principale. L'opposizione al postmoderno ha trovato una nuova strada, che poi tanto nuova non è. Anzi a ben vedere non lo è per nulla. Una strada che in realtà è stata già battuta in un passato più o meno recente, a volte rendendosi palese a volte nascondendosi tra una miriade di altre strade: stiamo parlando della strada delle musiche del Quarto Mondo. Musiche del Quarto Mondo intese come sintesi di elementi diversi, spesso dissonanti se non opposti. Sintesi di elementi primitivi e di elementi futuristici. L'idea di uno sguardo che mira in avanti con gli occhi ben piantati dietro la nuca.
È sorta così l'esigenza di tracciare una mappa dei percorsi etno-elettronici che si sono sviluppati in questi ultimi anni. Percorsi etno-elettronici che sono parzialmente nuovi in quanto a sonorità, ben conosciuti in quanto a metodologia, tutti da scoprire in quanto a visione. Non una mappa coerente e onnicomprensiva, sia ben chiaro, sarebbe impossibile crearne una così nell'era del web e delle infinite e incontrollabili uscite discografiche, quanto invece una serie di indizi che messi insieme ci dicano qualcosa sullo zeitgeist di questo tempo così incerto. Per fare questo è opportuno costruire un percorso che tenga conto della storia o, per meglio dire, della microstoria di questi suoni. […]
…segue per 10 pagine nel numero 244 di Blow Up, in edicola a settembre 2018 al costo di 9 euro: è il secondo numero doppio estivo!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#244) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
L'esplosione della New Weird America e di tutto quello che ne è seguito ha contrassegnato l'inizio degli anni Zero come il tempo del rifiuto del postmoderno. Il rifiuto non tanto di un metodo, quanto di un'estetica e di una filosofia musicale minimale, nichilista, tipicamente urbana e annullatrice delle differenze per pura fagocitazione. Negli ultimi anni la tendenza non si è per nulla arrestata e il terreno su cui si è giocato il rigetto del postmoderno, inteso come macrocosmo votato all'assimilazione del diverso in un pensiero unico sonoro avente le caratteristiche ben determinate di cui sopra, ha avuto proprio nell'elettronica il suo campo di battaglia principale. L'opposizione al postmoderno ha trovato una nuova strada, che poi tanto nuova non è. Anzi a ben vedere non lo è per nulla. Una strada che in realtà è stata già battuta in un passato più o meno recente, a volte rendendosi palese a volte nascondendosi tra una miriade di altre strade: stiamo parlando della strada delle musiche del Quarto Mondo. Musiche del Quarto Mondo intese come sintesi di elementi diversi, spesso dissonanti se non opposti. Sintesi di elementi primitivi e di elementi futuristici. L'idea di uno sguardo che mira in avanti con gli occhi ben piantati dietro la nuca.
È sorta così l'esigenza di tracciare una mappa dei percorsi etno-elettronici che si sono sviluppati in questi ultimi anni. Percorsi etno-elettronici che sono parzialmente nuovi in quanto a sonorità, ben conosciuti in quanto a metodologia, tutti da scoprire in quanto a visione. Non una mappa coerente e onnicomprensiva, sia ben chiaro, sarebbe impossibile crearne una così nell'era del web e delle infinite e incontrollabili uscite discografiche, quanto invece una serie di indizi che messi insieme ci dicano qualcosa sullo zeitgeist di questo tempo così incerto. Per fare questo è opportuno costruire un percorso che tenga conto della storia o, per meglio dire, della microstoria di questi suoni. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000