Toumani Diabate
Toumani Diabate
di Piercarlo Poggio

IL MONDO MUSICALE africano non è rimasto insensibile alla scomparsa di Toumani Diabaté, guida, “fratello” e amico di molti artisti. Sui social sono fioriti messaggi accorati e attestati di stima, per una volta sinceri e non di circostanza. La vocalist Oumou Sangaré ha affermato che “Toumani era non solo un custode della cultura maliana, ma anche un audace innovatore che non ha mai smesso di estendere i confini della sua arte […] e la sua eredità continuerà a ispirare le generazioni a venire”. Fatoumata Diawara ringraziava per essere stata presente nel giorno della sua ultima esibizione in Europa, in occasione dei Victoires de la Musique 2018 a Parigi: “Abbiamo cantato l’inno Manitouani con forza, umiltà e amore”. Per Samba Touré è stato una fonte ispiratrice in virtù del suo contributo al patrimonio musicale del suo paese, mentre per Baaba Maal si è trattato di una grande perdita per la cultura africana in generale. Se i Songhoy Blues sono andati sul sentimentale (“zio, sei stato un uomo dal cuore buono”), Youssou N’Dour l’ha definito un ambasciatore del Mali e dell’Africa, sottolineandone il virtuosismo e le qualità di arrangiatore. Un altro numero uno, Salif Keita, ha ricordato il loro profondo legame (“Fin dagli inizi abbiamo condiviso momenti indimenticabili, unendo i nostri talenti e le nostre passioni per creare melodie che dureranno per sempre”) e omaggiato il suo talento ineguagliabile: “Sapeva come far battere i cuori e le anime […] portando gioia ed emozione a tutti coloro che avevano la possibilità di ascoltarlo”. Ancora, il taciturno collega di strumento Ballaké Sissoko ha ribadito l’affinità che li univa, a dispetto di quanti avrebbero voluto vederli rivali guerreggianti: “Abbiamo iniziato insieme il viaggio di apprendimento della kora, seguendo le orme dei nostri padri e continuando il loro lavoro con passione e rispetto. È una storia di famiglia, eredità e cultura: […] che la kora continui ad avvicinarci, a confortarci e a portare pace al mondo”. […]

…segue per 4 pagine nel numero 317 di Blow Up, ottobre 2024

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