TONES FROM THE DEEP
TONES FROM THE DEEP
Gino Dal Soler

Alla luce delle loro recenti e illuminanti uscite su Important Records, una conversazione con CATHERINE CHRISTER HENNIX, AMELIA CUNI, WERNER DURAND e DUANE PITRE, su raga, blues, just intonation, microtones & drones…
[nella foto: CC Hennix]

“L’esperienza musicale concerne l’intero uomo e l’orecchio ha, nell’esperienza musicale, una funzione completamente diversa da quella che si suppone generalmente. Non vi è nulla di più falso che l’affermare che si ode una nota o una melodia con l’orecchio. È del tutto falso. La nota, o una melodia o una qualsiasi armonia, vengono veramente sperimentate con tutto l’uomo”…
[Rudolf Steiner- “L’Essenza della Musica e l’Esperienza del Suono nell’Uomo”]

CI SONO MUSICHE, dischi o semplici esperienze di ascolto del suono che per una serie di motivazioni non tutte intelligibili, fanno pensare che queste parole estrapolate dall’importante saggio dell’antroposofo Rudolf Steiner, frutto di sette conferenze tenute a Colonia, Berlino, Lipsia, Stoccarda e Dornach tra il 1906 e 1923, contengano del vero. Certo, Steiner si spingeva oltre, arrivando a prefigurare che “Poi vi è qualcosa di ancora più alto”, immaginando l’uomo che entra in un mondo astrale in cui non sente più il rumore di questo mondo. “Là vi è una grande quiete, tutto parla attraverso colore e luce. Quindi da tale mondo di colori risuona, prima piano e poi sempre più forte, un mondo di suoni. Quando l’uomo arriva là, sperimenta lo spirito del mondo; viene a conoscere quello che intendono i grandi spiriti quando, come Pitagora, parlano di musica delle sfere. La musica delle sfere dei roteanti soli si è voluta spiegare simbolicamente, ma essa non si può spiegare così: il sole risuonante attraverso lo spazio cosmico è una risuonante realtà”…
Partire da qui per approfondire alcune esperienze sonore in qualche modo legate a una label americana come la Important non sarà del tutto astruso. Se date un’occhiata al suo recente catalogo trovate nomi come Eliane Radigue, Pauline Oliveros e la Deep Listening Band, figure ormai leggendarie che del “suono profondo” hanno fatto il proprio stato dell’arte. Un anno e mezzo fa vi raccontammo di “Attention Patterns”, seminale doppio album passato in verità piuttosto inosservato (data anche l’edizione limitata) che vedeva coinvolti Pauline Oliveros, Eliane Radigue, Yoshi Wada e i Sun Circle degli ineffabili Greg Davis e Zach Wallace, e che proprio a partire dall’incipit della Oliveros (“sostieni un tono o un suono finché ogni desiderio di cambiarlo scompare, poi quando questo avviene, allora prova a cambiarlo”) sembrava riassumere la quintessenza di quel “holy minimalism” tornato in voga in questi ultimi tempi. Dai citati Sun Circle di “Lessness” (Arbor 2010) ai Messages di “After Before” (De Stijl 2010), dai Barn Owl che cospirano con il Long String Instrument di Ellen Fullman (Important 2011) al vero e proprio ensemble dei Portraits (Important 2012) passando infine per il mondo a parte di Eleh (non-identità o identità multipla?), di cui poco o nulla è dato di sapere, niente immagini, niente interviste, soltanto la più o meno magnifica ossessione per il tono puro e crudo delle onde sinusoidali. Se si tratti di culto sapientemente costruito o di bluff altrettanto ben ideato, la questione è aperta, ma è fuor di dubbio che il catalogo Important è ormai saturo delle opere solitarie o degli split di Eleh con la Oliveros e con la Fullman e, da ultimo, con Duane Pitre, che immediatamente vanno fuori catalogo contribuendo ad alimentare quella patina di leggenda che circola intorno al suo nome. Qui però vogliamo soffermarci su due, tra le ultime uscite Important che sembrano davvero destinate a lasciare un segno per la peculiarità di un suono che, pur rifuggendo da fin troppo facili categorie, si situa in perfetta continuità con lo storico lavoro fatto a suo tempo da maestri come La Monte Young, Terry Riley, Pandit Pran Nath e la stessa Oliveros, ma anche Lou Harrison, Yoshi Wada, John Adams e per altri versi John Cage, tanto per citare i capiscuola che nel loro corpus compositivo hanno introdotto a più riprese i fondamenti della “just intonation” e dei raga indiani. Stiamo parlando di “Feel Free” di Duane Pitre e di “Live At The Grimm Museum” di Catherine Christer Hennix col suo “Chora (s) san Time-Court Mirage” a cui hanno partecipato anche Amelia Cuni al canto dhrupad e Werner Durand alla regia del suono. Con loro e con una puntigliosa C.C. Hennix - da Berlino - è partita via email una conversazione assai stimolante a cui si è aggiunto oltreoceano Duane Pitre…

…segue per 6 pagine nel numero 173 di Blow Up, in edicola nel mese di ottobre 2012 al costo di 6 euro.

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