Time Marches On
Time Marches On
di Christian Zingales
[nell'immagine: Lil Louis]
SI È VISTO spesso come il futuro sia stato l’immaginario cardine della techno, il suo registro linguistico, allegoria e insieme canale di scorrimento, momento dove consumare il proprio percorso, un suono che a fine Novecento ha portato con sé retro fantascienze e speculazioni visionarie sul domani mentre il domani accadeva, tutto cambiava e le cose si manifestavano fredde di una freddezza diversa rispetto alle aspettative, e quindi un faccia a faccia con un futuro che ormai era realtà, e sembrava di vedere l’implosione di un secolo in quel fragore elettronico, la morte di una stella immensa, supernova. Uno spaccato storico allora. L’house invece, che dentro e oltre la sua genetica post-disco squisitamente mondana ed edonista si faceva nei suoi momenti più intensi spasimo sensoriale o conosceva quella particolare risonanza mistica, è sempre stata fuori dall’afflato della storicizzazione e scevra da particolari puntigli filosofici. Diremmo come l’ambient, sempre fissità di luce fuori da un tempo che comunque la connota stilisticamente. Ma è capitato che house e l’idea di domani entrassero in collisione generando di fatto interpretazioni di futuro, e lì è stata considerazione calata nell’umano o sguardo gettato con casualità nella foga dell’occasione, e nondimeno incertezza, paura, pianto, illuminazione, sentimento, visione, senz’altro emotività, considerazione di vita. […]
…segue per 4 pagine nel numero 203 di Blow Up, in edicola ad Aprile 2015 al costo di 6 euro
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Lil Louis]
SI È VISTO spesso come il futuro sia stato l’immaginario cardine della techno, il suo registro linguistico, allegoria e insieme canale di scorrimento, momento dove consumare il proprio percorso, un suono che a fine Novecento ha portato con sé retro fantascienze e speculazioni visionarie sul domani mentre il domani accadeva, tutto cambiava e le cose si manifestavano fredde di una freddezza diversa rispetto alle aspettative, e quindi un faccia a faccia con un futuro che ormai era realtà, e sembrava di vedere l’implosione di un secolo in quel fragore elettronico, la morte di una stella immensa, supernova. Uno spaccato storico allora. L’house invece, che dentro e oltre la sua genetica post-disco squisitamente mondana ed edonista si faceva nei suoi momenti più intensi spasimo sensoriale o conosceva quella particolare risonanza mistica, è sempre stata fuori dall’afflato della storicizzazione e scevra da particolari puntigli filosofici. Diremmo come l’ambient, sempre fissità di luce fuori da un tempo che comunque la connota stilisticamente. Ma è capitato che house e l’idea di domani entrassero in collisione generando di fatto interpretazioni di futuro, e lì è stata considerazione calata nell’umano o sguardo gettato con casualità nella foga dell’occasione, e nondimeno incertezza, paura, pianto, illuminazione, sentimento, visione, senz’altro emotività, considerazione di vita. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000