The Residents
The Residents
di Luca Majer
A recent doctor’s visit ensures that I’m not actually dying – it just feels like it.
[Nina Illingworth, ninaillingworth.com]
Non mi hanno preso perché sono troppo raffinato per loro... d’altronde cosa cazzo dovrei fare? quelle loro cagate?
[Conversazione telefonica di anonimo, ascoltato obtorto collo a Malpensa]
DEL ‘45, NATO a Shreveport, nord ovest della Louisiana. Emigrato prima della Summer of Love a San Francisco. Eminenza grigia della Cryptic Corporation, società che dai loro inizi ha in gestione il fantomatico gruppo The Residents, un gruppo il cui primo disco includeva Santa Dog, una carola natalizia il cui ritornello faceva: Il cane di Santa/è un feto di Gesù. Avevano spedito una copia promozionale anche al presidente Nixon. Gliela rimandò indietro. Poiché non c’era scritto il nome del mittente ma solo la via, il ritorno avvenne verso “Il residente”. Da qui il nome.
Homer è il creativo dietro quasi tutte le copertine del gruppo con una fantasiosa società dal nome Pore Know Graphics (come in porno-graphics o Il-Poro-Sa-Grafica.) Ha pure fondato la Ralph Records, con la quale ha avuto a che fare con gente disparate come Chrome, Fred Frith e Tuxedomoon, anche se venne soprattutto inventata per pubblicare i Residents.
Sua moglie è un’artista che lavora al computer per creare il mondo irreale di Hollywood, mentre Homer lavora dall’altro versante dell’industria artistica - eppure sempre nel mondo del make-believe. Un mondo iconico, il suo, al punto che nella collezione permanente del MOMA continuano a tenere loro opere. I Residents sono anche uno dei primi concetti totalmente multimediali che incrocia musica (fatta, almeno agli inizi da non-musicisti), video tratti dal cuore dell’Americana, grafiche che odorano di Fifties pucciati in mousses dell’assurdo e - forse - alla base di tutto il concetto di tenere i propri musicisti incappucciati prima da enormi globi oculari (una gimmick che li ha resi indimenticabili) poi da maschere grottesche (che ricordano The Killing di Kubrick o qualche film dell’orrore di serie B). E, morto Alan Vega, uno dei gruppi alternativi più longevi che siano rimasti: attivo da circa 45 anni. In questa intervista che vorrebbe parlare di Ghosts of Hope, si parla anche di tutto e di più. E forse anche di CHI SONO i veri Residents? […]
…segue per 6 pagine nel numero 227 di Blow Up, in edicola ad Aprile 2017 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#227) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
A recent doctor’s visit ensures that I’m not actually dying – it just feels like it.
[Nina Illingworth, ninaillingworth.com]
Non mi hanno preso perché sono troppo raffinato per loro... d’altronde cosa cazzo dovrei fare? quelle loro cagate?
[Conversazione telefonica di anonimo, ascoltato obtorto collo a Malpensa]
DEL ‘45, NATO a Shreveport, nord ovest della Louisiana. Emigrato prima della Summer of Love a San Francisco. Eminenza grigia della Cryptic Corporation, società che dai loro inizi ha in gestione il fantomatico gruppo The Residents, un gruppo il cui primo disco includeva Santa Dog, una carola natalizia il cui ritornello faceva: Il cane di Santa/è un feto di Gesù. Avevano spedito una copia promozionale anche al presidente Nixon. Gliela rimandò indietro. Poiché non c’era scritto il nome del mittente ma solo la via, il ritorno avvenne verso “Il residente”. Da qui il nome.
Homer è il creativo dietro quasi tutte le copertine del gruppo con una fantasiosa società dal nome Pore Know Graphics (come in porno-graphics o Il-Poro-Sa-Grafica.) Ha pure fondato la Ralph Records, con la quale ha avuto a che fare con gente disparate come Chrome, Fred Frith e Tuxedomoon, anche se venne soprattutto inventata per pubblicare i Residents.
Sua moglie è un’artista che lavora al computer per creare il mondo irreale di Hollywood, mentre Homer lavora dall’altro versante dell’industria artistica - eppure sempre nel mondo del make-believe. Un mondo iconico, il suo, al punto che nella collezione permanente del MOMA continuano a tenere loro opere. I Residents sono anche uno dei primi concetti totalmente multimediali che incrocia musica (fatta, almeno agli inizi da non-musicisti), video tratti dal cuore dell’Americana, grafiche che odorano di Fifties pucciati in mousses dell’assurdo e - forse - alla base di tutto il concetto di tenere i propri musicisti incappucciati prima da enormi globi oculari (una gimmick che li ha resi indimenticabili) poi da maschere grottesche (che ricordano The Killing di Kubrick o qualche film dell’orrore di serie B). E, morto Alan Vega, uno dei gruppi alternativi più longevi che siano rimasti: attivo da circa 45 anni. In questa intervista che vorrebbe parlare di Ghosts of Hope, si parla anche di tutto e di più. E forse anche di CHI SONO i veri Residents? […]
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000