The Monochrome Set
The Monochrome Set
Stefano I. Bianchi
I MONOCHROME SET, una delle band di maggiore e più elusivo culto della new wave inglese, sono appena tornati con “Platinum Coils”, disco che conferma l’ottima tenuta di un’ispirazione che fu e resta tra le più originali dell’epoca [recensione su BU#170/171 di Luglio/Agosto]. Ripercorriamo l’intera storia del gruppo dalle origini a oggi.
[…] La storia del rock è piena di band che non hanno avuto alcuna rilevanza commerciale ma sono state comunque fondamentali per l’evoluzione di un certo filone e di una certa scena, o che magari li hanno iniziati persino inventandoli di sana pianta ma senza poi raccoglierne i frutti. I seminali B-Sides possono esser considerati tra di essi. Non lasciarono alcuna incisione, eppure la loro importanza resta cruciale perché le due band che nacquero dalle loro ceneri contribuirono alla definizione di altrettanti filoni molto rilevanti della musica inglese anni ’80: il pop-wave neoacustico e il new romantic. Questo è, per quanto difficile e improbabile sia immaginare un’origine comune per gruppi tanto distanti come i Monochrome Set e Adam & The Ants, dato che è di loro che si tratta: diversi nel suono (pop-wave post-canterburiano i primi, rock-wave percussiva i secondi), nella maniera di esporsi ai media (ironica e snob i primi, sfacciata e glamourosa i secondi), nei risultati artistici (diversi piccoli capolavori i primi, un solo bel disco i secondi), nella fortuna commerciale (sempre scarsa i primi, notevole i secondi), nella longevità (più che trentennale i primi, effimera i secondi).
Tutto ha origine a Londra ai primordi del punk, per l’esattezza nel 1976, quando il cantante Stuart Leslie Goddard, il chitarrista canadese Thomas W. B. Hardy (aka Lester Square), il bassista Andy Warren e il chitarrista Ganesh Seshadri (aka Bid), nato a Calcutta da padre indiano e madre americana, decidono di mettersi insieme col nome di B-Sides; per un paio di settimane a tenere il ritmo dietro ai tamburi c’è una ragazza di nome Max, poi solo una drum machine. A inizio ’77 i quattro, che non hanno ancora inciso nulla né mai suonato dal vivo, rimangono orfani di Goddard, vittima di un esaurimento nervoso; è proprio in questo periodo che gli altri scrivono alcuni pezzi destinati in futuro a esser ripresi dai Monochrome Set. Quando si ripresenta, pochi mesi più tardi, Goddard ha completamente rivoluzionato il proprio stile: assunta la nuova identità di Adam Ant, cambia nome alla band in The Antz, defenestra Bid (che in sua mancanza era diventato il cantante) e prosegue con Square e Warren; il primo dei due getta rapidamente la spugna, il secondo invece seguirà l’egocentrico Adam fino all’incisione dell’album d’esordio degli Adam & The Ants, “Dirk Wears White Socks”. A quel punto Square, lasciato Adam e tornato a far comunella con Bid, col bassista Simon Croft e il batterista John Haney, dà vita ai Monochrome Set. […]
…segue per 8 pagine nel numero 172 di Blow Up, in edicola nel mese di settembre 2012 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#172) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è abbonarsi (abbonamento): risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
I MONOCHROME SET, una delle band di maggiore e più elusivo culto della new wave inglese, sono appena tornati con “Platinum Coils”, disco che conferma l’ottima tenuta di un’ispirazione che fu e resta tra le più originali dell’epoca [recensione su BU#170/171 di Luglio/Agosto]. Ripercorriamo l’intera storia del gruppo dalle origini a oggi.
[…] La storia del rock è piena di band che non hanno avuto alcuna rilevanza commerciale ma sono state comunque fondamentali per l’evoluzione di un certo filone e di una certa scena, o che magari li hanno iniziati persino inventandoli di sana pianta ma senza poi raccoglierne i frutti. I seminali B-Sides possono esser considerati tra di essi. Non lasciarono alcuna incisione, eppure la loro importanza resta cruciale perché le due band che nacquero dalle loro ceneri contribuirono alla definizione di altrettanti filoni molto rilevanti della musica inglese anni ’80: il pop-wave neoacustico e il new romantic. Questo è, per quanto difficile e improbabile sia immaginare un’origine comune per gruppi tanto distanti come i Monochrome Set e Adam & The Ants, dato che è di loro che si tratta: diversi nel suono (pop-wave post-canterburiano i primi, rock-wave percussiva i secondi), nella maniera di esporsi ai media (ironica e snob i primi, sfacciata e glamourosa i secondi), nei risultati artistici (diversi piccoli capolavori i primi, un solo bel disco i secondi), nella fortuna commerciale (sempre scarsa i primi, notevole i secondi), nella longevità (più che trentennale i primi, effimera i secondi).
Tutto ha origine a Londra ai primordi del punk, per l’esattezza nel 1976, quando il cantante Stuart Leslie Goddard, il chitarrista canadese Thomas W. B. Hardy (aka Lester Square), il bassista Andy Warren e il chitarrista Ganesh Seshadri (aka Bid), nato a Calcutta da padre indiano e madre americana, decidono di mettersi insieme col nome di B-Sides; per un paio di settimane a tenere il ritmo dietro ai tamburi c’è una ragazza di nome Max, poi solo una drum machine. A inizio ’77 i quattro, che non hanno ancora inciso nulla né mai suonato dal vivo, rimangono orfani di Goddard, vittima di un esaurimento nervoso; è proprio in questo periodo che gli altri scrivono alcuni pezzi destinati in futuro a esser ripresi dai Monochrome Set. Quando si ripresenta, pochi mesi più tardi, Goddard ha completamente rivoluzionato il proprio stile: assunta la nuova identità di Adam Ant, cambia nome alla band in The Antz, defenestra Bid (che in sua mancanza era diventato il cantante) e prosegue con Square e Warren; il primo dei due getta rapidamente la spugna, il secondo invece seguirà l’egocentrico Adam fino all’incisione dell’album d’esordio degli Adam & The Ants, “Dirk Wears White Socks”. A quel punto Square, lasciato Adam e tornato a far comunella con Bid, col bassista Simon Croft e il batterista John Haney, dà vita ai Monochrome Set. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000