The Godfathers
The Godfathers
di Roberto Calabṛ
Siamo alla metà degli anni Ottanta. Una “guerra” neppure troppo celata è in atto tra un mainstream plastificato e una scena indipendente che risponde con un’esplosione di suoni nuovi e di movimenti che riprendono e attualizzano il passato. Nella terra di mezzo si collocano i Godfathers: suonano un rock influenzato dal punk e dal pub rock, ma non disdegnano aperture melodiche. A formare la band, all’inizio del 1985, sono due fratelli londinesi: Peter e Chris Coyne. Fino a pochi mesi prima hanno fatto parte dei Sid Presley Experience, quartetto che nel 1984 aveva lasciato impresse due testimonianze discografiche: il bel sette pollici Hup Two Three Four.... (con Public Enemy Number One, strumentale al fulmicotone, sul lato b) e l’EP Cold Turkey che, oltre all’omonima cover del brano di John Lennon, racchiudeva altri due episodi: Firewater, un pezzo degli Astronauts tratto dalla colonna sonora del film “Surf Party” del 1964, e l’originale ‘F’ For Fake. Nel sottobosco musicale inglese Peter Coyne è un nome conosciuto come penna di “Record Mirror”, “Zigzag” e altre riviste: «Alla fine degli anni ‘70 e nei primi ‘80 ero ossessionato dalla musica - lo sono ancora oggi! - per cui si trattava di un lavoro da sogno potere recensire concerti e album, e intervistare gente come i Buzzcocks, Joe Jackson e Gary Glitter. Ma la scena musicale del tempo era abbastanza sciatta, educata e noiosa sicché io e mio fratello Chris decidemmo di far qualcosa e iniziammo a comporre le nostre canzoni. Si tratta della migliore mossa che abbiamo mai fatto...».
Chiusa l’esperienza dei Sid Presley Experience, i fratelli Coyne arruolano i chitarristi Kris Dollimore e Mike Gibson, e il batterista George Mazur. «Volevamo formare una band che fosse l’incarnazione del vero rock’n’roll: nervoso, eccitante, con stile e un po’ pericoloso. Penso che ci siamo riusciti!». Per il nome del gruppo l’ispirazione arriva direttamente dal film di Francis Ford Coppola ed ecco The Godfathers. Anche lo stile estetico scelto dal quintetto ricalca in tutto e per tutto quella dei gangster italo-americani con completi gessati e capelli unti di brillantina. […]
…segue per 6 pagine nel numero 228 di Blow Up, in edicola a Maggio 2017 al costo di 6 euro
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Siamo alla metà degli anni Ottanta. Una “guerra” neppure troppo celata è in atto tra un mainstream plastificato e una scena indipendente che risponde con un’esplosione di suoni nuovi e di movimenti che riprendono e attualizzano il passato. Nella terra di mezzo si collocano i Godfathers: suonano un rock influenzato dal punk e dal pub rock, ma non disdegnano aperture melodiche. A formare la band, all’inizio del 1985, sono due fratelli londinesi: Peter e Chris Coyne. Fino a pochi mesi prima hanno fatto parte dei Sid Presley Experience, quartetto che nel 1984 aveva lasciato impresse due testimonianze discografiche: il bel sette pollici Hup Two Three Four.... (con Public Enemy Number One, strumentale al fulmicotone, sul lato b) e l’EP Cold Turkey che, oltre all’omonima cover del brano di John Lennon, racchiudeva altri due episodi: Firewater, un pezzo degli Astronauts tratto dalla colonna sonora del film “Surf Party” del 1964, e l’originale ‘F’ For Fake. Nel sottobosco musicale inglese Peter Coyne è un nome conosciuto come penna di “Record Mirror”, “Zigzag” e altre riviste: «Alla fine degli anni ‘70 e nei primi ‘80 ero ossessionato dalla musica - lo sono ancora oggi! - per cui si trattava di un lavoro da sogno potere recensire concerti e album, e intervistare gente come i Buzzcocks, Joe Jackson e Gary Glitter. Ma la scena musicale del tempo era abbastanza sciatta, educata e noiosa sicché io e mio fratello Chris decidemmo di far qualcosa e iniziammo a comporre le nostre canzoni. Si tratta della migliore mossa che abbiamo mai fatto...».
Chiusa l’esperienza dei Sid Presley Experience, i fratelli Coyne arruolano i chitarristi Kris Dollimore e Mike Gibson, e il batterista George Mazur. «Volevamo formare una band che fosse l’incarnazione del vero rock’n’roll: nervoso, eccitante, con stile e un po’ pericoloso. Penso che ci siamo riusciti!». Per il nome del gruppo l’ispirazione arriva direttamente dal film di Francis Ford Coppola ed ecco The Godfathers. Anche lo stile estetico scelto dal quintetto ricalca in tutto e per tutto quella dei gangster italo-americani con completi gessati e capelli unti di brillantina. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000