The Chills
The Chills
di Federico Guglielmi
Ai confini della realtà
“Dunedin sembrava attrarre giovani creativi in ogni ambito artistico e si assisteva di continuo alla nascita di nuove band, messe su da ragazzi che già erano in altri gruppi o che portavano avanti altri generi di progetti espressivi: era tutto un frenetico formare, riformare, mischiare le carte, scambiarsi strumenti e rivelazioni musicali che arrivavano spesso in ritardo per via dell’isolamento geografico della nostra terra. Vivevamo nella nostra bolla, eravamo ingenui e questo ci ha magari impedito di scoprire e manifestare tutte le nostre potenzialità, ma quello che suonavamo era dotato di una purezza e una personalità davvero speciali”.
Situata ai nostri antipodi nel mezzo dell’Oceano Pacifico, la Nuova Zelanda - Aotearoa per gli indigeni Maori - vanta grossomodo la stessa estensione, la stessa forma e lo stesso clima dell’Italia, per un numero di abitanti che oggi sfiora i cinque milioni. Nel 1982 in cui i Chills esordirono su vinile, la popolazione locale superava appena i tre milioni di individui; c’è dunque un po’ da stupirsi di quante band fossero attive nel territorio, specie in quella Dunedin - il secondo centro più vasto dell’Isola Sud - che all’epoca non raggiungeva i 110.000 residenti. Senza dubbio l’essere sede di un’importante università le garantiva un bel fervore in termini di euforia giovanile e spinte creative, ma che le sue cantine abbiano potuto generare contemporaneamente così tante eccellenze underground, e addirittura “inventare” uno stile, ha quasi del miracoloso. Eppure, la Storia racconta proprio questo: dei Clean, dei Chills, dei Verlaines, degli Sneaky Feelings, degli Stones, dei Tall Dwarfs e di altri esponenti minori che ebbero l’opportunità di farsi conoscere grazie alla Flying Nun Records, fondata nel 1981 da Roger Shepherd a Christchurch - la “metropoli” dell’Isola Sud - ma pressoché subito consacratasi alla propaganda del cosiddetto Dunedin sound. Di esso, oltre ai Clean, possono considerarsi patriarchi i Toy Love, discendenti dal gruppo punk The Enemy e poi evolutisi nei Tall Dwarves, e i The Same, guidati da un giovanissimo Martin Phillipps. I connotati musicali? Fatte salve le differenze tra un esponente e l’altro, si può parlare di uno stralunato intreccio tra Velvet Underground, Stooges, folk-rock dagli accenti psichedelici ed echi post-punk, il tutto proposto con attitudine vagamente slacker e registrazioni lo-fi. Insomma, l’indie rock ben prima della sua nascita “ufficiale”, da collocare nella stessa casella degli Swell Maps, dei Television Personalities, dei Pastels, dei Fall, dei Feelies pre-svolta roots o dei Beat Happening, delle produzioni di label quali Postcard, Sarah e Creation (la primissima), per certi aspetti anche di Yo La Tengo e Pavement. […]
…segue per 10 pagine nel numero 244 di Blow Up, in edicola a settembre 2018 al costo di 9 euro: è il secondo numero doppio estivo!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#244) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Ai confini della realtà
“Dunedin sembrava attrarre giovani creativi in ogni ambito artistico e si assisteva di continuo alla nascita di nuove band, messe su da ragazzi che già erano in altri gruppi o che portavano avanti altri generi di progetti espressivi: era tutto un frenetico formare, riformare, mischiare le carte, scambiarsi strumenti e rivelazioni musicali che arrivavano spesso in ritardo per via dell’isolamento geografico della nostra terra. Vivevamo nella nostra bolla, eravamo ingenui e questo ci ha magari impedito di scoprire e manifestare tutte le nostre potenzialità, ma quello che suonavamo era dotato di una purezza e una personalità davvero speciali”.
Situata ai nostri antipodi nel mezzo dell’Oceano Pacifico, la Nuova Zelanda - Aotearoa per gli indigeni Maori - vanta grossomodo la stessa estensione, la stessa forma e lo stesso clima dell’Italia, per un numero di abitanti che oggi sfiora i cinque milioni. Nel 1982 in cui i Chills esordirono su vinile, la popolazione locale superava appena i tre milioni di individui; c’è dunque un po’ da stupirsi di quante band fossero attive nel territorio, specie in quella Dunedin - il secondo centro più vasto dell’Isola Sud - che all’epoca non raggiungeva i 110.000 residenti. Senza dubbio l’essere sede di un’importante università le garantiva un bel fervore in termini di euforia giovanile e spinte creative, ma che le sue cantine abbiano potuto generare contemporaneamente così tante eccellenze underground, e addirittura “inventare” uno stile, ha quasi del miracoloso. Eppure, la Storia racconta proprio questo: dei Clean, dei Chills, dei Verlaines, degli Sneaky Feelings, degli Stones, dei Tall Dwarfs e di altri esponenti minori che ebbero l’opportunità di farsi conoscere grazie alla Flying Nun Records, fondata nel 1981 da Roger Shepherd a Christchurch - la “metropoli” dell’Isola Sud - ma pressoché subito consacratasi alla propaganda del cosiddetto Dunedin sound. Di esso, oltre ai Clean, possono considerarsi patriarchi i Toy Love, discendenti dal gruppo punk The Enemy e poi evolutisi nei Tall Dwarves, e i The Same, guidati da un giovanissimo Martin Phillipps. I connotati musicali? Fatte salve le differenze tra un esponente e l’altro, si può parlare di uno stralunato intreccio tra Velvet Underground, Stooges, folk-rock dagli accenti psichedelici ed echi post-punk, il tutto proposto con attitudine vagamente slacker e registrazioni lo-fi. Insomma, l’indie rock ben prima della sua nascita “ufficiale”, da collocare nella stessa casella degli Swell Maps, dei Television Personalities, dei Pastels, dei Fall, dei Feelies pre-svolta roots o dei Beat Happening, delle produzioni di label quali Postcard, Sarah e Creation (la primissima), per certi aspetti anche di Yo La Tengo e Pavement. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000