di Paolo Bertoni

‘Extreme conditions demand extreme responses’, tra i tanti slogan dal taglio propagandistico inanellati, soprattutto nel primo decennio di vita, da Test Dept, questo, prelevato dal manifesto scritto da Jonathan Moore per un evento organizzato dal Ministry Of Power all’Hackney Empire, nel gennaio ’87, su cui torneremo più avanti, è tra i più indicati a sintetizzare l’attività di una sigla che s’origina dalla prepotente rabbia di tre ragazzi che vivono a New Cross, nel sud-est di Londra. Storie personali sofferte, per apparentemente designato destino o incaute mosse, per Paul Jamrozy, Graham Cunnington e Angus Farquhar. Famiglia che proviene dalla Polonia, Paul cresce respirando il senso di alienazione, tra frustrazione per il vissuto presente e nostalgia per un passato peraltro tutt’altro che agevole, che opprime il padre, mai integratosi in una terra in cui si sente un intruso, con la voce di Radio Moscow che rimbalza costantemente sulle pareti domestiche, Graham convive da sempre, senza arrendersi, con una artrite reumatoide che ne condiziona i movimenti e con l’indelebile memoria di aver scoperto, a quattro anni, il corpo della madre morta, Angus che se non ha avuto difficoltà ad affrancarsi dalla tradizione familiare, che da sette generazioni vive sui mari e conta nel palmares tre ammiragli, ne trova quasi di soverchianti, quando, alla morte del padre, si rifugia in allucinogena china. […]

…segue per 12 pagine nel numero 215 di Blow Up, in edicola ad Aprile 2016 al costo di 6 euro

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