di Antonio Ciarletta

Non so se per affetto o se per semplice nostalgia, o forse perché di tanto in tanto qualche bel dischetto lo imbroccano ancora, sta di fatto che il news feed della Sub Pop è tra quelli che leggo con maggiore piacere. Come prevedibile, gli aggiornamenti più stuzzicanti hanno a che fare con quello che è stato per anni il core business dell'etichetta fondata da Bruce Pavitt e Jonathan Poneman: il grunge. Sembra una bestemmia parlare di grunge nell'anno 2017. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, quel suono è invecchiato forse più della sua effettiva età anagrafica e i reduci di Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains e compagnia cantando sembrano degli imbolsiti hippy di mezza età sparati nel nuovo millennio a seguito di chissà quale strambo paradosso temporale. Earth e Melvins sono una roba diversa, sia chiaro. Con il suono di Seattle c'entravano soltanto per questioni di amicizia e di vicinanza territoriale. Ebbene, nonostante il grunge sia quanto di più fuori moda ci possa essere oggi nel giro della musica più o meno “altra”, ma anche nel giro del rock più o meno indie, cosa ti fa la Sub Pop? Rimette in circolazione le prime tre uscite dei Tad, rispettivamente gli album “God's Balls” (1989), “8-Way Santa” (1991) e l'EP “Salt Lick” (1991). E come ti correda la notizia il sito dell'etichetta di Seattle? Con una “bella” gif, ricavata dal divertentissimo video di Wood Goblins, raffigurante un giovane Tad Doyle che addenta una lattina di birra, facendola scoppiare. […]

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