Sulatron Records
Sulatron Records
di Antonio Ciarletta
[nella foto: Dave Schmidt]
C’è poco da fare, la Germania è terra di psichedelia. Lo è sempre stata. Se il rock psichedelico propriamente detto, e la cultura psichedelica entro cui la musica ha preso vita, sono un parto principalmente statunitense e britannico (almeno agli inizi), in Germania si sono sviluppati in modo alquanto originale. Basti pensare alle evoluzioni e alle sperimentazioni del krautrock e della kosmische musik. Per dire, se la psichedelia è arrivata fino ai nostri anni rigenerandosi di continuo il merito è, in parte, del krautrock. I tedeschi sono riusciti a concepirla sia come fenomeno apollineo sia come fenomeno dionisiaco. Hanno unito mente e corpo, razionalità e follia, estasi visionaria e lucida sperimentazione. Da allora la psichedelia made in Germany ha intrapreso strade diverse. Si è espressa in forme elettroniche, ha guardato a oriente e allo spazio, ha costituito il cuore pulsante della Mitteleuropa musicale. Basti pensare alla Berlin School, e cioè all’elettronica di stampo psichedelico e progressivo che ha preso le mosse da formazioni e musicisti come Tangerine Dream, Ashra e Klaus Schulze, e che si è sviluppata per tutti gli anni Ottanta e Novanta come vero e proprio genere a sé stante.
Sin dalla fine degli anni Sessanta la Germania ha declinato la psichedelia in svariati modi. Molti di questi modi sono compendiati nel suono di Sulatron Records. Space rock, psychedelic rock, krautrock, elettronica di stampo kosmische, questo è Sulatron. A dire, un luogo di sfacciato citazionismo e di puro revivalismo psichedelico. Non a caso il suo creatore la definisce come “la casa della musica psichedelica”. Eppure certi dischi della Sulatron conservano una personalità che si stenta a trovare nel campo della psichedelia di questi anni. Alcune delle band prodotte da David “Dave” Schmidt sono riuscite a condensare così tante influenze, e in maniera così organica, da costituire un autentico paradosso: nella loro musica si può sentire di tutto, eppure riesce difficile da definire in maniera precisa, se non utilizzando l’etichetta generica di “musica psichedelica”. Etichetta che, come vedremo, in alcuni casi finisce per risultare oltremodo limitante. […]
…segue per 6 pagine nel numero 232 di Blow Up, in edicola a settembre 2017 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#232) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nella foto: Dave Schmidt]
C’è poco da fare, la Germania è terra di psichedelia. Lo è sempre stata. Se il rock psichedelico propriamente detto, e la cultura psichedelica entro cui la musica ha preso vita, sono un parto principalmente statunitense e britannico (almeno agli inizi), in Germania si sono sviluppati in modo alquanto originale. Basti pensare alle evoluzioni e alle sperimentazioni del krautrock e della kosmische musik. Per dire, se la psichedelia è arrivata fino ai nostri anni rigenerandosi di continuo il merito è, in parte, del krautrock. I tedeschi sono riusciti a concepirla sia come fenomeno apollineo sia come fenomeno dionisiaco. Hanno unito mente e corpo, razionalità e follia, estasi visionaria e lucida sperimentazione. Da allora la psichedelia made in Germany ha intrapreso strade diverse. Si è espressa in forme elettroniche, ha guardato a oriente e allo spazio, ha costituito il cuore pulsante della Mitteleuropa musicale. Basti pensare alla Berlin School, e cioè all’elettronica di stampo psichedelico e progressivo che ha preso le mosse da formazioni e musicisti come Tangerine Dream, Ashra e Klaus Schulze, e che si è sviluppata per tutti gli anni Ottanta e Novanta come vero e proprio genere a sé stante.
Sin dalla fine degli anni Sessanta la Germania ha declinato la psichedelia in svariati modi. Molti di questi modi sono compendiati nel suono di Sulatron Records. Space rock, psychedelic rock, krautrock, elettronica di stampo kosmische, questo è Sulatron. A dire, un luogo di sfacciato citazionismo e di puro revivalismo psichedelico. Non a caso il suo creatore la definisce come “la casa della musica psichedelica”. Eppure certi dischi della Sulatron conservano una personalità che si stenta a trovare nel campo della psichedelia di questi anni. Alcune delle band prodotte da David “Dave” Schmidt sono riuscite a condensare così tante influenze, e in maniera così organica, da costituire un autentico paradosso: nella loro musica si può sentire di tutto, eppure riesce difficile da definire in maniera precisa, se non utilizzando l’etichetta generica di “musica psichedelica”. Etichetta che, come vedremo, in alcuni casi finisce per risultare oltremodo limitante. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000