Stanley Kubrick e la musica
Stanley Kubrick e la musica
di Luca Majer
«The important thing is not to stop questioning. Curiosity has its own reasons to exist.»
«La cosa importante è non smettere di chiedere. La curiosità ha le sue proprie ragioni d’esistere.» [John Cage, anaRchy]
«I never know what I want, but I do know what I don’t want.»
«Non so mai cosa voglio, ma so di certo cosa non voglio.» [SK]
FOSSERO I CENTO miliardi di persone che hanno abitato la terra dal suo inizio gli edifici di Barcellona, per me SK sarebbe la Sagrada Familia: un faro, un incompleto landmark. Un edificio immenso che mi mostra l’abissale capacità dell’arte nel generare esperienze sinestetiche e accomunanti.
Con SK siamo costantemente alla ricerca d’indizi, tesi nell’impossibile risultato di assimilare, nonostante l’inesorabile svolgersi della pellicola, tutto senza che alcuno dei rimandi, trame parallele, riferimenti, sottointesi, simboli, calambour, sarcasmi, significati inconsci venga perso, nonostante la pellicola li trasudi, magari grazie anche alla musica. Ad usum neofiti un breve riassunto della filmografia (attenzione! spoilers!):
…
Quale sia - in verità - il significato dei suoi film (domanda alla quale notoriamente SK rispondeva poco o punto) lo disse involontariamente Fellini. Ad uno che gli chiedeva di ‘spiegare’ i propri film Federico rispose: “la mia interpretazione è buona quanto la tua”. E ciò probabilmente vale per tutto, Kubrick incluso. Spingendoci verso la totale libertà d’interpretazione dei suoi film, era conscio che certe associazioni dovessero lasciate psicanaliticamente ‘libere’ di lievitare nei nostri cervelli, attraverso la saggezza del tempo. Una libertà che teneva comunque sotto costante jab, stimolando la capacità dei propri ‘clienti’ in un rapporto dove negava solo una cosa: agli imbecilli di farsi prigionieri della sua Sagrada familia. Lo disse con gran finezza: “i film operano ad un livello molto più vicino alla musica ed ai quadri che alla parola stampata.” Quindi per lui si trattava di portare lo spettatore in quella terra di nessuno, in “quei dominii della narrativa dove la ragione è di scarso aiuto” perché “la razionalità ti porta ai confini di queste regioni, poi tocca a te esplorare il livello poetico o musicale.” Insomma, coi film di SK “you’re on your own” - sì, da solo e con la musica. […]
…segue per 24 pagine nel numero 211 di Blow Up, in edicola a Dicembre 2015 al costo di 8 euro: numero speciale natalizio di 196 pagine con le playlist 2015!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#211) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
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«La cosa importante è non smettere di chiedere. La curiosità ha le sue proprie ragioni d’esistere.» [John Cage, anaRchy]
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«Non so mai cosa voglio, ma so di certo cosa non voglio.» [SK]
FOSSERO I CENTO miliardi di persone che hanno abitato la terra dal suo inizio gli edifici di Barcellona, per me SK sarebbe la Sagrada Familia: un faro, un incompleto landmark. Un edificio immenso che mi mostra l’abissale capacità dell’arte nel generare esperienze sinestetiche e accomunanti.
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Quale sia - in verità - il significato dei suoi film (domanda alla quale notoriamente SK rispondeva poco o punto) lo disse involontariamente Fellini. Ad uno che gli chiedeva di ‘spiegare’ i propri film Federico rispose: “la mia interpretazione è buona quanto la tua”. E ciò probabilmente vale per tutto, Kubrick incluso. Spingendoci verso la totale libertà d’interpretazione dei suoi film, era conscio che certe associazioni dovessero lasciate psicanaliticamente ‘libere’ di lievitare nei nostri cervelli, attraverso la saggezza del tempo. Una libertà che teneva comunque sotto costante jab, stimolando la capacità dei propri ‘clienti’ in un rapporto dove negava solo una cosa: agli imbecilli di farsi prigionieri della sua Sagrada familia. Lo disse con gran finezza: “i film operano ad un livello molto più vicino alla musica ed ai quadri che alla parola stampata.” Quindi per lui si trattava di portare lo spettatore in quella terra di nessuno, in “quei dominii della narrativa dove la ragione è di scarso aiuto” perché “la razionalità ti porta ai confini di queste regioni, poi tocca a te esplorare il livello poetico o musicale.” Insomma, coi film di SK “you’re on your own” - sì, da solo e con la musica. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000