RPM: U2 "Achtung Baby"
RPM: U2 "Achtung Baby"
di Gianluca Ongaro
Se provieni dall’anti-storia e, a un certo punto del viaggio, decidi di immergerti nella Storia, il rischio di essere solo un inquilino è piuttosto alto. Prendiamo il semplice caso dei Rolling Stones. Mick e Keith si erano conosciuti da piccoli, ma poi si erano persi di vista. S’ incontrano di nuovo, casualmente, nel 1961, su un binario della stazione ferroviaria di Dartford, estrema periferia londinese. Aspettano il treno delle 8.28 per il centro. È Keith a riconoscere il vecchio compagno di giochi: gli si avvicina, gli chiede cos’ha sottobraccio e Mick gli mostra dei vinili di Muddy Waters, Chuck Berry e Little Walter. Insomma, prima ancora di essere i Rolling Stones, i Rolling Stones erano immersi, testa e piedi, nel blues di Chicago, nel suono Chess Records. Erano immersi nella Storia. E quando si è trattato di entrare per proprio conto nella casa della Storia, l’hanno fatto come se quella casa fosse stata da sempre la loro casa. Per gli U2 non è andata esattamente così. Sono nati e cresciuti nelle lande vuote della scena post-punk/new wave irlandese, luoghi in cui la Storia non aveva diritto di cittadinanza. Quando, nella seconda metà degli anni ’80, decidono di varcare la soglia della Storia, l’idea che daranno non sarà quella di abitare davvero là dentro, bensì quella di essere visitatori ossequiosi, attenti a non danneggiare l’arredamento. I risultati saranno quantomeno instabili. La magia di “The Joshua Tree” sta tutta nel delicato equilibrio tra il loro passato e il nuovo scenario (il paesaggio americano, la musica americana); il fallimento di “Rattle And Hum”, un fallimento da milioni di dischi venduti e da stadi regolarmente sold-out, sia ben inteso, è nel recitare la parte, inautentica, di autentici depositari di quello stesso scenario. Le pose à la John Wayne, gli stivali a punta e il cappello da cowboy, il gilet chiuso sul petto nudo di Bono non aiutarono a eliminare il tanfo di agiografia, autocompiacimento e ingenua pretenziosità. […]
…segue per 10 pagine nel numero 284 di Blow Up, in edicola a gennaio 2022
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#284) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000