RPM: The B-52's "The B-52's"
RPM: The B-52's "The B-52's"
di Roberto Calabṛ
Se c’è una cosa che la quotidiana frequentazione con la musica mi ha insegnato è che non siamo noi a cercare i dischi. Molto spesso sono loro a trovarci. Capita ancora oggi dopo oltre trent’anni di ascolti: lo stupore di trovarsi di fronte a piccole meraviglie nascoste rimane grande nonostante il cinismo dell’età. Se questo è ciò che accade oggi, potete immaginare cosa succedeva negli anni dell’adolescenza, quando si era affamati di conoscenza e tutto appariva nuovo e misterioso. L’eccitazione che la scoperta di un disco o di un gruppo portava con sé aveva un effetto dirompente. Accendeva l’immaginazione, creava mondi, apriva porte, tracciava percorsi che avrebbero poi segnato i mesi o le stagioni a venire.
Non avevo ancora compiuto 17 anni quando mi ritrovai a Firenze per la mia prima partecipazione all’Independent Music Meeting in quel di Fortezza da Basso. In quei giorni in cui, non senza un pizzico di soggezione, iniziavo a conoscere gruppi, personaggi ed etichette della nostra scena indipendente, accettai l’invito di un cugino fiorentino e andai a a casa sua a prendere un caffè. Fu lì che vidi la copertina di “Wild Planet” lasciata apparentemente per caso accanto al giradischi. Mi intrigò subito: cinque musicisti, tre ragazzi e due ragazze dalle acconciature stravaganti, le cui figure si stagliavano dallo sfondo rosso. All’epoca non sapevo nulla dei B-52’s, chi fossero, che musica suonassero. Non ricordo se chiesi o meno di poter ascoltare quel disco. Ricordo però chiaramente che, una volta rientrato a casa, lo ordinai per catalogo. Qualche tempo dopo trovai anche l’omonimo “The B-52’s” – detto anche “Play Loud”: così era riportato sulla costina! – in cui mi imbattei incredibilmente nel reparto dischi della Standa all’uscita da scuola. […]
…segue per 6 pagine nel numero 265 di Blow Up, in edicola a giugno 2020
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#265) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Se c’è una cosa che la quotidiana frequentazione con la musica mi ha insegnato è che non siamo noi a cercare i dischi. Molto spesso sono loro a trovarci. Capita ancora oggi dopo oltre trent’anni di ascolti: lo stupore di trovarsi di fronte a piccole meraviglie nascoste rimane grande nonostante il cinismo dell’età. Se questo è ciò che accade oggi, potete immaginare cosa succedeva negli anni dell’adolescenza, quando si era affamati di conoscenza e tutto appariva nuovo e misterioso. L’eccitazione che la scoperta di un disco o di un gruppo portava con sé aveva un effetto dirompente. Accendeva l’immaginazione, creava mondi, apriva porte, tracciava percorsi che avrebbero poi segnato i mesi o le stagioni a venire.
Non avevo ancora compiuto 17 anni quando mi ritrovai a Firenze per la mia prima partecipazione all’Independent Music Meeting in quel di Fortezza da Basso. In quei giorni in cui, non senza un pizzico di soggezione, iniziavo a conoscere gruppi, personaggi ed etichette della nostra scena indipendente, accettai l’invito di un cugino fiorentino e andai a a casa sua a prendere un caffè. Fu lì che vidi la copertina di “Wild Planet” lasciata apparentemente per caso accanto al giradischi. Mi intrigò subito: cinque musicisti, tre ragazzi e due ragazze dalle acconciature stravaganti, le cui figure si stagliavano dallo sfondo rosso. All’epoca non sapevo nulla dei B-52’s, chi fossero, che musica suonassero. Non ricordo se chiesi o meno di poter ascoltare quel disco. Ricordo però chiaramente che, una volta rientrato a casa, lo ordinai per catalogo. Qualche tempo dopo trovai anche l’omonimo “The B-52’s” – detto anche “Play Loud”: così era riportato sulla costina! – in cui mi imbattei incredibilmente nel reparto dischi della Standa all’uscita da scuola. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000