RPM: Fleetwood Mac "Rumours"
RPM: Fleetwood Mac "Rumours"
di Maurizio Bianchini

“C’è una bella differenza fra lo scrivere al servizio del pubblico (qualcosa che non funziona mai, alla resa dei conti) e farlo a modo proprio in una forma che il pubblico ha imparato ad accettare.”
Raymond Chandler

“Lottiamo per cercare nel gusto accettato, massificato e livellato [delle Top 40 radiofoniche], un piccolo qualcosa da chiamare nostro. Ma quando lo troviamo e lo ascoltiamo di nuovo non è più il nostro – è diventato qualcosa in comune con milioni di persone. Significa poco, per quando riguarda una singola canzone. Ma come fenomeno culturale, come stile di vita, è qualcosa che non si può ignorare.”
Greil Marcus Mystery Train


SIGNORI DELLA GIURIA, gentili lettrici e lettori,
procederò dichiarando subito, come un bravo avvocato, le motivazioni della mia linea di difesa. Intendo dunque tessere le lodi di “Rumours”, album tra i migliori della storia del rock, per arrivare poi alla riabilitazione del Pop, accusato da una lunga e astiosa tradizione (a)critica di superficialità, malafede, bassi appetiti commerciali e, insomma, un po’ di tutto, assassinio di John Lennon a parte.
Chiedo soltanto venia se la prendo un po’ alla lontana. Comincerò allora col confessare d’essere stato giovane anch’io, come tutti voi, ma in un altro secolo e in un altro millennio. È passato così tanto tempo, in verità, che non saprei distinguere più cosa, nel cumulo dei ricordi, ho vissuto davvero o solo immaginato di vivere o visto al cinema o letto in qualche romanzo. Mi stupisce sempre, perciò, di scoprire nelle autobiografie dei miei coetanei, così spesso traboccanti di ammirazione postuma per i bei tempi andati e di disprezzo per quelli correnti, le cose formidabili che avrebbe fatto la mia generazione. Uso il condizionale perché non mi è facile comprendere come gente che tanto ha capito e tanto ha sognato e lottato, sia riuscita a portare il mondo al punto morto in cui si ritrova. Ma il passato è una terra sconosciuta in cui ci si smarrisce con una certa facilità… Di poche cose sono sicuro, però, come del fatto che Please, Please Me e Blowin’ in the Wind, sono stati i primi dischi di musica leggera, come si chiamava allora, che ho comprato, tradendo, e con qualche senso di colpa, le due divinità musicali cui ero stato fedele fino ad allora, Mozart e Bach. […]

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