RPM: Antonello Venditti "Sotto il segno dei pesci"
RPM: Antonello Venditti "Sotto il segno dei pesci"
di Giovanni Vacca
È incredibile come a volte la vita mischi le cose e la gente in combinazioni bizzarre, spostando i piani, condensando persone e situazioni, proprio come nei sogni di Freud. Il 1978 fu l’anno che cambiò la mia vita: l’ho già detto in due miei precedenti rpm dedicati a Bob Dylan e a Claudio Lolli e lo ripeto qui, perché si capisca che fu davvero un trauma che periodicamente riaffiora, visto che abbiamo citato Freud. Il rapimento Moro segnò decisamente il mio ingresso nel mondo adulto. Fu dopo quella giornata incredibile, avevo quattrodici anni, che cominciai ad interessarmi alla politica, a leggere libri che un anno prima non avrei avvicinato, ad ascoltare musica diversa da quella che si sentiva in famiglia, alla radio e in televisione: Il 1978 fu anche l’anno di Sotto il segno dei pesci, un successo che fece di Antonello Venditti una superstar, evolvendone la figura di cantante capellone e comunista che gli era stata appiccicata addosso fino ad allora. Trovavo quel disco bellissimo e lo ascoltai infinite volte; e poiché a quell’età è facile che un cantante possa diventare addirittura un punto di riferimento, cominciai a scoprire a ritroso la sua produzione precedente e non potetti che confermare il giudizio sul suo valore artistico. E se c’è una cosa che un adolescente che scopre la musica vuole fare è quella di vedere i propri beniamini dal vivo. Ebbene, quell’estate ero in vacanza con i miei a Viareggio e seppi che Venditti si esibiva in un club della città: mio padre mi aveva detto che, poiché si trattava di un locale notturno, si sarebbe fatto molto tardi e non sarebbe stato facile venirmi a prendere, così cercai quel posto di giorno e mi ci avventurai per chiedere informazioni: non c’era nessuno, la porta era aperta e cominciai ad attraversare ambienti insonorizzati, scuri e labirintici. A un certo punto sentii delle voci da una stanza (sarà lui? Non sarà lui?) ma ero pur sempre un ragazzino, non ebbi il coraggio di affacciarmi e tornai indietro: risultato, non vidi quel concerto e, tra le migliaia di concerti a cui sono stato presente in vita mia, non ne ho mai visto uno di Venditti… L’unica volta che l’ho visto di persona è stato, invece, nel 2013 (trentacinque anni dopo, quindi), ad un funerale al cimitero del Verano, a Roma: era il funerale di Marcello Vento, un batterista che proprio in Sotto il segno dei pesci aveva suonato e che nel frattempo era diventato mio amico ed era morto all’improvviso. Marcello (che era una vera enciclopedia vivente degli anni ’70, avrebbe dovuto scrivere un libro di memorie…) mi aveva fatto la gentilezza di tenermi il pianoforte per qualche anno sistemandolo a casa della sua compagna, Jenny Sorrenti (sì, proprio lei, la sorella di Alan) in un momento in cui io avevo una difficile situazione abitativa. […]
…segue per 4 pagine nel numero 285 di Blow Up, in edicola a febbraio 2022
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#285) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
È incredibile come a volte la vita mischi le cose e la gente in combinazioni bizzarre, spostando i piani, condensando persone e situazioni, proprio come nei sogni di Freud. Il 1978 fu l’anno che cambiò la mia vita: l’ho già detto in due miei precedenti rpm dedicati a Bob Dylan e a Claudio Lolli e lo ripeto qui, perché si capisca che fu davvero un trauma che periodicamente riaffiora, visto che abbiamo citato Freud. Il rapimento Moro segnò decisamente il mio ingresso nel mondo adulto. Fu dopo quella giornata incredibile, avevo quattrodici anni, che cominciai ad interessarmi alla politica, a leggere libri che un anno prima non avrei avvicinato, ad ascoltare musica diversa da quella che si sentiva in famiglia, alla radio e in televisione: Il 1978 fu anche l’anno di Sotto il segno dei pesci, un successo che fece di Antonello Venditti una superstar, evolvendone la figura di cantante capellone e comunista che gli era stata appiccicata addosso fino ad allora. Trovavo quel disco bellissimo e lo ascoltai infinite volte; e poiché a quell’età è facile che un cantante possa diventare addirittura un punto di riferimento, cominciai a scoprire a ritroso la sua produzione precedente e non potetti che confermare il giudizio sul suo valore artistico. E se c’è una cosa che un adolescente che scopre la musica vuole fare è quella di vedere i propri beniamini dal vivo. Ebbene, quell’estate ero in vacanza con i miei a Viareggio e seppi che Venditti si esibiva in un club della città: mio padre mi aveva detto che, poiché si trattava di un locale notturno, si sarebbe fatto molto tardi e non sarebbe stato facile venirmi a prendere, così cercai quel posto di giorno e mi ci avventurai per chiedere informazioni: non c’era nessuno, la porta era aperta e cominciai ad attraversare ambienti insonorizzati, scuri e labirintici. A un certo punto sentii delle voci da una stanza (sarà lui? Non sarà lui?) ma ero pur sempre un ragazzino, non ebbi il coraggio di affacciarmi e tornai indietro: risultato, non vidi quel concerto e, tra le migliaia di concerti a cui sono stato presente in vita mia, non ne ho mai visto uno di Venditti… L’unica volta che l’ho visto di persona è stato, invece, nel 2013 (trentacinque anni dopo, quindi), ad un funerale al cimitero del Verano, a Roma: era il funerale di Marcello Vento, un batterista che proprio in Sotto il segno dei pesci aveva suonato e che nel frattempo era diventato mio amico ed era morto all’improvviso. Marcello (che era una vera enciclopedia vivente degli anni ’70, avrebbe dovuto scrivere un libro di memorie…) mi aveva fatto la gentilezza di tenermi il pianoforte per qualche anno sistemandolo a casa della sua compagna, Jenny Sorrenti (sì, proprio lei, la sorella di Alan) in un momento in cui io avevo una difficile situazione abitativa. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000