R.E.M.
R.E.M.
di Alessio Budetta

Write about the Passion
Ho fantasticato a lungo su un articolo che rievocasse il fascino misterioso dei primi R.E.M., che cercasse di approfondire il perché di questo appiglio magnetico sul mio gusto e sulla mia stessa vita. Un articolo che non si fermasse a passare in rassegna una discografia universalmente conosciuta ma che andasse a fondo spulciando tra bootleg, foto, video, documenti non ufficiali, uscite fantasma per cogliere il senso misterioso dei loro inizi. Che non avesse ambizioni di completismo - in rete si trova ormai di tutto - ma che puntasse l’attenzione sui risvolti più significativi dei primi passi, quelli insomma che si situano al di là della di una saga ufficiale già troppe volte raccontata. Incurante del gran numero di scritti remmiani sin qui prodotti, cercherò allora di approfondire tale materia offrendo una prospettiva speculare rispetto a questa tradizione storiografica disco-centrica, facendo tesoro di aneddoti, curiosità e uscite laterali che hanno sollucherato l’immaginazione del fan prima ancora che del critico, sino all’esposizione di vicende e fatti il più delle volte sommersi ma fondamentali per ridefinire la prima poetica della band. Con una premessa.

Enigma
I R.E.M. da Athens, Georgia, covavano sotto alla loro tranquilla facciata di rock band di fama mondiale un incantevole groviglio di enigmi e di labirintiche complessità, di oscure radici che si districavano tra punk, underground, arte e rock’n’roll primigenio. Rinfreschiamoci la memoria. I R.E.M. si sono proposti con un suono vecchio di 20 anni quando il “nuovo” era la parola d’ordine, andando controcorrente rispetto alle più disparate regole di moda, di gusto e di mercato. Sono stati sinonimo di onestà, educazione e integrità artistica in un ambito, quello rock, che ha da sempre idolatrato il caos, gli eccessi, la provocazione. Sono stati i massimi rappresentanti di una scena rock americana che per impeto rumorista, sporcizie punk e spinta sperimentale era in tutto e per tutto la loro stessa antitesi. Sono diventati la band più pagata al mondo dopo che nel primo decennio di vita (e oltre) hanno snobbato se non addirittura ripudiato video, hit single e compromessi commerciali di alcun tipo. Si sono infine imposti come paladini indiscussi di un rock genuino e viscerale oltre che formalmente impareggiabile col risultato che nessuno o quasi li abbia mai citati tra le band fondamentali di alcun genere. "La storia del rock senza i R.E.M. sarebbe la stessa” sentenzia un lapidario Scaruffi e per fortuna, Piero, non potremo mai ritrovarci in una realtà parallela per stabilirlo con certezza. Di certo la loro influenza sulla musica degli ultimi 30 anni rappresenta un ulteriore ed insolubile enigma. […]

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