Pictish Trail
Pictish Trail
di Beppe Recchia
[nell'immagine: Pictish Trail, foto di Stephanie Gibson]
È una calda giornata dei primi di giugno 2017, il festival londinese Field Day ha da poco aperto i suoi cancelli e sotto uno dei tendoni principali sale sul palco un eccentrico barbuto, vestito di un poncho di seta dai colori variopinti, luminoso nel glitter spruzzato sulle gote e sulla barba e saluta con forte accento rotico; potrebbe essere uno scherzo bonario, ma per una trentina di minuti lo scozzese e i suoi sodali trasformano il palco in una astronave di pop psichedelico, la congiunzione astrale tra Beta Band e Hot Chip. Per qualcuno, lo pseudonimo Pictish Trail suona del tutto nuovo, ma per chi segue il pop ed il folk indipendente Johnny Lynch (questo il suo vero nome) è un veterano. È infatti dai primi anni 2000 che ricorre parallelamente come brillante, ma incostante, cantautore – una manciata di dischi registrati in maniera casalinga e disponibili come cd-r, tra cui spicca certamente “In Rooms”, una sfida a comporre una canzone al giorno per un paio di mesi, e ciascuna della durata di trenta secondi - ma più ancora come contitolare, insieme a Kenny Anderson (noto come King Creosote) della Fence, etichetta e collettivo della penisola del Fife che ha lanciato le carriere di KT Tunstall e James Yorkston. […]
…segue per 4 pagine nel numero 261 di Blow Up, in edicola a febbraio 2020
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#261) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Pictish Trail, foto di Stephanie Gibson]
È una calda giornata dei primi di giugno 2017, il festival londinese Field Day ha da poco aperto i suoi cancelli e sotto uno dei tendoni principali sale sul palco un eccentrico barbuto, vestito di un poncho di seta dai colori variopinti, luminoso nel glitter spruzzato sulle gote e sulla barba e saluta con forte accento rotico; potrebbe essere uno scherzo bonario, ma per una trentina di minuti lo scozzese e i suoi sodali trasformano il palco in una astronave di pop psichedelico, la congiunzione astrale tra Beta Band e Hot Chip. Per qualcuno, lo pseudonimo Pictish Trail suona del tutto nuovo, ma per chi segue il pop ed il folk indipendente Johnny Lynch (questo il suo vero nome) è un veterano. È infatti dai primi anni 2000 che ricorre parallelamente come brillante, ma incostante, cantautore – una manciata di dischi registrati in maniera casalinga e disponibili come cd-r, tra cui spicca certamente “In Rooms”, una sfida a comporre una canzone al giorno per un paio di mesi, e ciascuna della durata di trenta secondi - ma più ancora come contitolare, insieme a Kenny Anderson (noto come King Creosote) della Fence, etichetta e collettivo della penisola del Fife che ha lanciato le carriere di KT Tunstall e James Yorkston. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000