Olga Ravn ed Eric Sadin
Olga Ravn ed Eric Sadin
di Fabio Donalisio
[nell'immagine: Olga Ravn, foto di Mathilde Schmidt]
L'economia di un verbo che produce una continua chiosa intorno alla propria persona [#]
Ciascuno è la ripetizione di tutti quanti [@]
La particolarità di ogni forma di smarrimento è quella di produrre parole [#]
SAREBBE sardonicamente contento Manganelli, vedendo che, come nel suo algido e splendido Nuovo commento (libro di immensa profondità e infimi lettori), l'intero cosmo di verbo e rappresentazione stia rapidamente mutando in una mostruosa e autoalimentante chiosa a un testo di cui si sono perse le tracce di senso. Un testo inesistente composto da miliardi di ego affetti da... ehm... egolalia, intenti a una indefessa e permanente opera di autodescrizione che perde ogni significato nel momento stesso dell'emissione dell'atto comunicativo. Un’apocalisse semantica per eccesso di dettaglio, diciamo. Ma, prima di addentrarsi: e ora qualcosa di completamente (apparentemente) diverso.
1. PRELIMINARI
Esercizio: provate a scansionare, con le residue capacità mnemoniche del vostro cervello, l'abnorme quantità di canzoni d'amore che avete – anche distrattamente, anche disprezzando – processato nel corso della vostra mai troppo lunga vita. A parte qualche eccezione, si possono sommariamente discriminare (ah, la gioia di poter ancora utilizzare etimologicamente questo verbo, almeno in contesti completamente astratti) in poche macrocategorie, in un irrelato sprazzo di furor fenomenologico:
• analisi emotiva del soggetto: in positivo o negativo che sia;
• descrizione dell'oggetto che stimola il desiderio;
• promesse (di solito non mantenibili e non mantenute), in funzione di corteggiamento;
• descrizioni del dopo la fine.
Viene facile notare come, in tutti i casi, la presenza dell'altro (e quindi di una forma di comunicazione) sia funzione puramente accessoria, o quanto meno fortemente asimmetrica. Nel primo caso, il più comune e lapalissiano, si tratta di espressione della propria forma emotiva nei riguardi di uno stimolo di natura sostanzialmente erotica (il sentimento è costruzione culturale: siamo tutti figli illegittimi del piagnisteo romantico e poi decadente). L'altro, quando è citato (non è scontato), è un obiettivo (oggetto, vedi infra), un idolo o più spesso un'assenza. In ogni caso, il succo del gesto comunicativo (e quindi del testo) è esprimere prioritariamente come sta l'io. Tra l'io sto bene e l'io sto male prevale di solito il secondo, perché più adatto alla letterarietà e al pathos richiesto dal genere (ogni individuo è – si illude di essere – infelice a modo suo, parafrasando). Più difficile trovare un luogo, appunto, all'io non so dove stare. Ma questo è un altro discorso. Il mondo deve sapere l'efferata unicità di come IO sto. Adesso. Chi o cosa mi fa stare così avrà importanza pratica dal punto di vista della recriminazione. Ma ci arriveremo. Il secondo caso, che in realtà è sottoinsieme del primo, apparentemente nega la tesi che stiamo suggerendo senza nemmeno affermare: si descrivono le qualità dell'oggetto che innesca il desiderio. Storicamente si tratta di donne perché maschili la maggior parte delle voci a cantare. Ma l'io – dando a Cesare quel che di Cesare – non ha (bisogno di un) sesso. Al di là di qualunque questione di genere, qui ci interessa il fatto che l'altro è semanticamente un oggetto, ovvero (a parte che è qualcosa che si vuole in ultima analisi possedere) è portatore di senso solo in quanto innesca lo stato emotivo del soggetto (il desiderio) che quindi potrà essere utilmente espresso riflettendo la luce che dall'ego solamente promana.
…segue per 4 pagine nel numero 297 di Blow Up, in edicola a febbraio 2023
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#297) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Olga Ravn, foto di Mathilde Schmidt]
L'economia di un verbo che produce una continua chiosa intorno alla propria persona [#]
Ciascuno è la ripetizione di tutti quanti [@]
La particolarità di ogni forma di smarrimento è quella di produrre parole [#]
SAREBBE sardonicamente contento Manganelli, vedendo che, come nel suo algido e splendido Nuovo commento (libro di immensa profondità e infimi lettori), l'intero cosmo di verbo e rappresentazione stia rapidamente mutando in una mostruosa e autoalimentante chiosa a un testo di cui si sono perse le tracce di senso. Un testo inesistente composto da miliardi di ego affetti da... ehm... egolalia, intenti a una indefessa e permanente opera di autodescrizione che perde ogni significato nel momento stesso dell'emissione dell'atto comunicativo. Un’apocalisse semantica per eccesso di dettaglio, diciamo. Ma, prima di addentrarsi: e ora qualcosa di completamente (apparentemente) diverso.
1. PRELIMINARI
Esercizio: provate a scansionare, con le residue capacità mnemoniche del vostro cervello, l'abnorme quantità di canzoni d'amore che avete – anche distrattamente, anche disprezzando – processato nel corso della vostra mai troppo lunga vita. A parte qualche eccezione, si possono sommariamente discriminare (ah, la gioia di poter ancora utilizzare etimologicamente questo verbo, almeno in contesti completamente astratti) in poche macrocategorie, in un irrelato sprazzo di furor fenomenologico:
• analisi emotiva del soggetto: in positivo o negativo che sia;
• descrizione dell'oggetto che stimola il desiderio;
• promesse (di solito non mantenibili e non mantenute), in funzione di corteggiamento;
• descrizioni del dopo la fine.
Viene facile notare come, in tutti i casi, la presenza dell'altro (e quindi di una forma di comunicazione) sia funzione puramente accessoria, o quanto meno fortemente asimmetrica. Nel primo caso, il più comune e lapalissiano, si tratta di espressione della propria forma emotiva nei riguardi di uno stimolo di natura sostanzialmente erotica (il sentimento è costruzione culturale: siamo tutti figli illegittimi del piagnisteo romantico e poi decadente). L'altro, quando è citato (non è scontato), è un obiettivo (oggetto, vedi infra), un idolo o più spesso un'assenza. In ogni caso, il succo del gesto comunicativo (e quindi del testo) è esprimere prioritariamente come sta l'io. Tra l'io sto bene e l'io sto male prevale di solito il secondo, perché più adatto alla letterarietà e al pathos richiesto dal genere (ogni individuo è – si illude di essere – infelice a modo suo, parafrasando). Più difficile trovare un luogo, appunto, all'io non so dove stare. Ma questo è un altro discorso. Il mondo deve sapere l'efferata unicità di come IO sto. Adesso. Chi o cosa mi fa stare così avrà importanza pratica dal punto di vista della recriminazione. Ma ci arriveremo. Il secondo caso, che in realtà è sottoinsieme del primo, apparentemente nega la tesi che stiamo suggerendo senza nemmeno affermare: si descrivono le qualità dell'oggetto che innesca il desiderio. Storicamente si tratta di donne perché maschili la maggior parte delle voci a cantare. Ma l'io – dando a Cesare quel che di Cesare – non ha (bisogno di un) sesso. Al di là di qualunque questione di genere, qui ci interessa il fatto che l'altro è semanticamente un oggetto, ovvero (a parte che è qualcosa che si vuole in ultima analisi possedere) è portatore di senso solo in quanto innesca lo stato emotivo del soggetto (il desiderio) che quindi potrà essere utilmente espresso riflettendo la luce che dall'ego solamente promana.
…segue per 4 pagine nel numero 297 di Blow Up, in edicola a febbraio 2023
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#297) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000