NEUE DEUTSCHE WELLE pt.1
NEUE DEUTSCHE WELLE pt.1
Massimiliano Busti
Post punk, industrial, tape network ed elettronica D.I.Y nella Germania degli anni ’80.
Parte 1: la ZickZack, Felix Kubin, il fenomeno del Deutsche Kassettentäter, The Wirtschaftswunder, Die Radierer e il caso di Limburg.
[nella foto: Rip Off, Marzo 1980, foto © Sabine Schwabroh]
REGISTRATORI A QUATTRO PISTE, nastri in cassetta, copertine fotocopiate in proprio, studi di registrazione improvvisati, strumenti autocostruiti, tastiere giocattolo, radio, TV ed elettrodomestici vari. Furono questi i mezzi a disposizione per una giovane generazione di (non) musicisti, che all’inizio degli anni ottanta individuarono nella rivoluzione culturale del punk/new wave il fondamento per affermare liberamente una bruta espressività del tutto incurante delle convenzioni e della tecnica. Una scarica di energia che liberò una creatività istintiva e selvaggia, spesso ingenua e naïve ma viva, frenetica, esplosiva.
In Germania tutto ciò fu frutto di un processo ancor più complesso e articolato. Nella prima metà degli anni settanta, questa infatti era stata la patria dei Can e dei Neu!, dei Faust e dei Kraftwerk, il punto di riferimento per la ricerca elettronica e un polo aggregante per le avanguardie artistiche contemporanee, insomma la terra in cui si era gettato il seme di un radicale rinnovamento dell’idea di rock. E questo seme, immancabilmente, sarebbe germogliato nelle successive stagioni.
“Meglio troppo che troppo poco”: la ZickZack label.
In tempi in cui le informazioni circolavano ancora con lentezza ed anche ciò che succedeva a cento chilometri di distanza poteva rimanere facilmente avvolto nel mistero, il verbo della “nuova onda” si diffuse a macchia d’olio, dando vita ad una serie di realtà locali ciascuna delle quali avrebbe sviluppato le proprie caratteristiche in assoluta autonomia. Da Düsseldorf a Berlino, da Monaco ad Amburgo, ogni città diede vita ad una ben distinta “scena”, per non parlare poi della miriade di bands che proliferarono nel semi-isolamento della provincia. Una delle menti che riuscirono a canalizzare in modo organico questo confusionario fermento fu sicuramente Alfred Hilsberg, il primo a formulare sulle pagine della rivista Sounds il concetto di “Neue Deutsch Welle” e il fondatore nel 1979 dell’etichetta discografica ZickZack sulla quale esordirono gruppi come Palais Schaumburg, Die Krupps, Xmal Deutschland e Einstürzende Neubauten, nomi che negli anni a seguire otterranno fama e riconoscimenti ben al di là dei confini nazionali diventando punti di riferimento per lo sviluppo del suono post-punk e dell’industrial. […]
…segue per 8 pagine nel numero 177 di Blow Up, in edicola nel mese di Febbraio 2013 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#177) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è abbonarsi (abbonamento): risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Parte 1: la ZickZack, Felix Kubin, il fenomeno del Deutsche Kassettentäter, The Wirtschaftswunder, Die Radierer e il caso di Limburg.
[nella foto: Rip Off, Marzo 1980, foto © Sabine Schwabroh]
REGISTRATORI A QUATTRO PISTE, nastri in cassetta, copertine fotocopiate in proprio, studi di registrazione improvvisati, strumenti autocostruiti, tastiere giocattolo, radio, TV ed elettrodomestici vari. Furono questi i mezzi a disposizione per una giovane generazione di (non) musicisti, che all’inizio degli anni ottanta individuarono nella rivoluzione culturale del punk/new wave il fondamento per affermare liberamente una bruta espressività del tutto incurante delle convenzioni e della tecnica. Una scarica di energia che liberò una creatività istintiva e selvaggia, spesso ingenua e naïve ma viva, frenetica, esplosiva.
In Germania tutto ciò fu frutto di un processo ancor più complesso e articolato. Nella prima metà degli anni settanta, questa infatti era stata la patria dei Can e dei Neu!, dei Faust e dei Kraftwerk, il punto di riferimento per la ricerca elettronica e un polo aggregante per le avanguardie artistiche contemporanee, insomma la terra in cui si era gettato il seme di un radicale rinnovamento dell’idea di rock. E questo seme, immancabilmente, sarebbe germogliato nelle successive stagioni.
“Meglio troppo che troppo poco”: la ZickZack label.
In tempi in cui le informazioni circolavano ancora con lentezza ed anche ciò che succedeva a cento chilometri di distanza poteva rimanere facilmente avvolto nel mistero, il verbo della “nuova onda” si diffuse a macchia d’olio, dando vita ad una serie di realtà locali ciascuna delle quali avrebbe sviluppato le proprie caratteristiche in assoluta autonomia. Da Düsseldorf a Berlino, da Monaco ad Amburgo, ogni città diede vita ad una ben distinta “scena”, per non parlare poi della miriade di bands che proliferarono nel semi-isolamento della provincia. Una delle menti che riuscirono a canalizzare in modo organico questo confusionario fermento fu sicuramente Alfred Hilsberg, il primo a formulare sulle pagine della rivista Sounds il concetto di “Neue Deutsch Welle” e il fondatore nel 1979 dell’etichetta discografica ZickZack sulla quale esordirono gruppi come Palais Schaumburg, Die Krupps, Xmal Deutschland e Einstürzende Neubauten, nomi che negli anni a seguire otterranno fama e riconoscimenti ben al di là dei confini nazionali diventando punti di riferimento per lo sviluppo del suono post-punk e dell’industrial. […]
…segue per 8 pagine nel numero 177 di Blow Up, in edicola nel mese di Febbraio 2013 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#177) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000