Musica per momenti agnostici
Musica per momenti agnostici
di Luca Majer
[nell'immagine: Carmelo Bene alla Scala (foto di Silvia Masotti]
With skull designs upon my shoes
David Bowie: I Can’t Give Everything Away - 8 gennaio 2016
Definire la nostra società “società dell’informazione” e lasciare le chiavi della gestione delle informazioni a un gruppo di corporations americane non è la cosa più intelligente del mondo.
Luciano Floridi, Dipartimento dell’etica dell’informazione, Oxford University
Racconti di due psicologie musicali estreme: 1) Jon Pieslak, andato a ricercare la musica che i ragazzotti americani si mettevano nei loro iPods prima d’uscire x andare a (farsi, anche) sparare, in Iraq, ha compilato i risultati nel libro “Sound-targets” (2009), in bilico tra ovvio (Eminem; gli Slayer ineggianti l’Angel of Death Josef Mengele; i Motorhead di Bomber; il Wagner valchirioso di Coppola) e inatteso (Give Peace A Chance di Lennon.) Un reduce gli ha spiegato così l’importanza di quelle colonne sonore: eri fregato se la musica sull’HumVee era per caso quella sbagliata. All’opposto: 2) nel 2007, Reprieve, un’organizzazione inglese che “rende giustizia e salva vite, dai bracci della morte a Guantanamo” ha lanciato un’iniziativa sostenuta, tra gli altri, da Tom Morello (Rage Against The Machine, Audioslave etc.) e dai Massive Attack. L’han chiamata “ZerodB” e vuole impedire di far ascoltare Eminem e Dr. Dre per 20 giorni non stop a chi non lo vuole, che alla fine ti vien voglia di sbattere la testa contro il muro. Cioè: contro l’uso di musica come tortura.
Eppure, c’è una musica più letale di quella che porta all’omicidio o al suicidio: sono le parole. Per dirne una, iniziano tutte le guerre: escrescenze sonore che sembrano associate ad un certo senso, in realtà ne intendono un altro, infingardamente nascosto. E' il mondo della propaganda, fatto di anti-parole e regole come lo “scambio di ruoli” (role reversal: chi per primo attacca gli altri accusandoli dei propri peccati ha vinto). In questo, per una volta!, l’Italia si trova all’avanguardia. Un grazie al presidente dell’anti-trust Pitruzzella proponente una “rete [europea] di organismi nazionali indipendenti” capaci di identificare su Internet “bufale informative” in danno all’ “interesse pubblico”. […]
…segue per 6 pagine nel numero 226 di Blow Up, in edicola a Marzo 2017 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#226) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Carmelo Bene alla Scala (foto di Silvia Masotti]
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David Bowie: I Can’t Give Everything Away - 8 gennaio 2016
Definire la nostra società “società dell’informazione” e lasciare le chiavi della gestione delle informazioni a un gruppo di corporations americane non è la cosa più intelligente del mondo.
Luciano Floridi, Dipartimento dell’etica dell’informazione, Oxford University
Racconti di due psicologie musicali estreme: 1) Jon Pieslak, andato a ricercare la musica che i ragazzotti americani si mettevano nei loro iPods prima d’uscire x andare a (farsi, anche) sparare, in Iraq, ha compilato i risultati nel libro “Sound-targets” (2009), in bilico tra ovvio (Eminem; gli Slayer ineggianti l’Angel of Death Josef Mengele; i Motorhead di Bomber; il Wagner valchirioso di Coppola) e inatteso (Give Peace A Chance di Lennon.) Un reduce gli ha spiegato così l’importanza di quelle colonne sonore: eri fregato se la musica sull’HumVee era per caso quella sbagliata. All’opposto: 2) nel 2007, Reprieve, un’organizzazione inglese che “rende giustizia e salva vite, dai bracci della morte a Guantanamo” ha lanciato un’iniziativa sostenuta, tra gli altri, da Tom Morello (Rage Against The Machine, Audioslave etc.) e dai Massive Attack. L’han chiamata “ZerodB” e vuole impedire di far ascoltare Eminem e Dr. Dre per 20 giorni non stop a chi non lo vuole, che alla fine ti vien voglia di sbattere la testa contro il muro. Cioè: contro l’uso di musica come tortura.
Eppure, c’è una musica più letale di quella che porta all’omicidio o al suicidio: sono le parole. Per dirne una, iniziano tutte le guerre: escrescenze sonore che sembrano associate ad un certo senso, in realtà ne intendono un altro, infingardamente nascosto. E' il mondo della propaganda, fatto di anti-parole e regole come lo “scambio di ruoli” (role reversal: chi per primo attacca gli altri accusandoli dei propri peccati ha vinto). In questo, per una volta!, l’Italia si trova all’avanguardia. Un grazie al presidente dell’anti-trust Pitruzzella proponente una “rete [europea] di organismi nazionali indipendenti” capaci di identificare su Internet “bufale informative” in danno all’ “interesse pubblico”. […]
…segue per 6 pagine nel numero 226 di Blow Up, in edicola a Marzo 2017 al costo di 6 euro
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000