Mixmaster Morris
Mixmaster Morris
di Christian Zingales
Nel boom acid-house dell’88 Alex Paterson e Jimmy Cauty hanno una serata all’Heaven di Londra chiamata Land Of Oz dove suonano roba ambient come “Rainbow Dome Musick” di Steve Hillage sovrapposta a house beats sparsi e qualsiasi cosa, esperienza da cui scaturiranno due album pietre miliari come “Chill-Out” dei KLF, ’90, e “The Orb’s Adventures Beyond The Ultraworld” degli Orb, ’91. In questo contesto emerge una figura aliena che centrerà il punto di fusione più radicale tra ambient e nuove elettroniche diventando poi come DJ l’unico, grande, instancabile profeta del verbo. Morris Gould, nato a Brighton ma presto di stanza a Londra, esordi punk al basso coi Ripchords nel ’78 per il singolo benedetto da John Peel Ringing In The Streets, nell’85 inizia a imporsi come DJ con il suo Mongolian Hip Hop Show per la radio pirata Network 21. Nell’87 remixa Perfect Skin di Lloyd Cole smembrandola in un pianale di hip-hop beats, effetti (tra cui uno sciacquone del cesso) e samples, nell’88 pubblica il primo singolo a nome Irresistible Force con la collaborazione del cantante Des De Moor, il queer-goth di I Want To e il retro synth-pop + scratch di Guns, entrambe irrilevanti. Nel ’90 mixa con Will Sin la Lightspan in “En-Tact” degli Shamen (con cui fa un battesimo del fuoco facendo per due anni il DJ del loro Synergy Tour) ed è ai piatti con i Coldcut nel remix di What You Need degli Inxs, nel ’91 trasforma More Than Jesus degli Slow Bongo Floyd in balearic house venusiana e poi va in orbita. Nel ’91 mixa la doppia compilation “Give Peace A Dance” dove appare la devastante War ‘N’ Peace a nome Fraser Clarke V The Irresistible Force, il recitato apocalittico del primo, profeta e teorico rave, a risuonare in uno spavento estatico indicibile, un pezzo che ancora ammutolisce per intensità. E fa il primo singolo per Rising High, Space Is The Place, house track con cassa, breaks, dialoghi NASA, adlibs sunraniani virati garagey nell’Interplanetary Mix, il disegno stirato tra volute lunari e spirali lattee in una sensuale sospensione negli spazi profondi dell’Intergalactic Ambient Mix, una terza versione poi nel ’93 nel CD “Chill Out Or Die!”, marziale, trainata da una imperiale geometria di stab. Un crescendo produttivo che attraverso il più techno The Underground EP sfocia nel primo album, prodotto nell’estate del ’92 e pubblicato su RH entro l’anno, “Flying High”. “I Think Therefore I Ambient” come massima, il disco apre con Spiritual High, rombo di jet a tagliare aprendo le porte della percezione e trasferendo la comunicazione subito molto in alto, spoken da un disco per fare yoga, un vibrato che mena oscillazioni forsennate, punteggiato da un riff minimale che fa psichedelia di matematiche kraute. Scagliati in un livello siderale, siamo accolti da un flauto in comunicazione, ci parla di verità arcane che abbiamo dimenticato. A due minuti dalla fine tutto collassa in un vuoto d’aria, sembra precipitare, scomparire in una turbolenza, flutti celesti sospingendo la massa in un transito. […]
…segue per 6 pagine nel numero 232 di Blow Up, in edicola a settembre 2017 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#232) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Nel boom acid-house dell’88 Alex Paterson e Jimmy Cauty hanno una serata all’Heaven di Londra chiamata Land Of Oz dove suonano roba ambient come “Rainbow Dome Musick” di Steve Hillage sovrapposta a house beats sparsi e qualsiasi cosa, esperienza da cui scaturiranno due album pietre miliari come “Chill-Out” dei KLF, ’90, e “The Orb’s Adventures Beyond The Ultraworld” degli Orb, ’91. In questo contesto emerge una figura aliena che centrerà il punto di fusione più radicale tra ambient e nuove elettroniche diventando poi come DJ l’unico, grande, instancabile profeta del verbo. Morris Gould, nato a Brighton ma presto di stanza a Londra, esordi punk al basso coi Ripchords nel ’78 per il singolo benedetto da John Peel Ringing In The Streets, nell’85 inizia a imporsi come DJ con il suo Mongolian Hip Hop Show per la radio pirata Network 21. Nell’87 remixa Perfect Skin di Lloyd Cole smembrandola in un pianale di hip-hop beats, effetti (tra cui uno sciacquone del cesso) e samples, nell’88 pubblica il primo singolo a nome Irresistible Force con la collaborazione del cantante Des De Moor, il queer-goth di I Want To e il retro synth-pop + scratch di Guns, entrambe irrilevanti. Nel ’90 mixa con Will Sin la Lightspan in “En-Tact” degli Shamen (con cui fa un battesimo del fuoco facendo per due anni il DJ del loro Synergy Tour) ed è ai piatti con i Coldcut nel remix di What You Need degli Inxs, nel ’91 trasforma More Than Jesus degli Slow Bongo Floyd in balearic house venusiana e poi va in orbita. Nel ’91 mixa la doppia compilation “Give Peace A Dance” dove appare la devastante War ‘N’ Peace a nome Fraser Clarke V The Irresistible Force, il recitato apocalittico del primo, profeta e teorico rave, a risuonare in uno spavento estatico indicibile, un pezzo che ancora ammutolisce per intensità. E fa il primo singolo per Rising High, Space Is The Place, house track con cassa, breaks, dialoghi NASA, adlibs sunraniani virati garagey nell’Interplanetary Mix, il disegno stirato tra volute lunari e spirali lattee in una sensuale sospensione negli spazi profondi dell’Intergalactic Ambient Mix, una terza versione poi nel ’93 nel CD “Chill Out Or Die!”, marziale, trainata da una imperiale geometria di stab. Un crescendo produttivo che attraverso il più techno The Underground EP sfocia nel primo album, prodotto nell’estate del ’92 e pubblicato su RH entro l’anno, “Flying High”. “I Think Therefore I Ambient” come massima, il disco apre con Spiritual High, rombo di jet a tagliare aprendo le porte della percezione e trasferendo la comunicazione subito molto in alto, spoken da un disco per fare yoga, un vibrato che mena oscillazioni forsennate, punteggiato da un riff minimale che fa psichedelia di matematiche kraute. Scagliati in un livello siderale, siamo accolti da un flauto in comunicazione, ci parla di verità arcane che abbiamo dimenticato. A due minuti dalla fine tutto collassa in un vuoto d’aria, sembra precipitare, scomparire in una turbolenza, flutti celesti sospingendo la massa in un transito. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000