di Maurizio Bianchini

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Nel 1988, anno non avaro di buone uscite, I misteri di Pittsburgh, tesi di laurea in scrittura creativa del venticinquenne Michael Chabon, rubò la scena a pezzi da 90 come Amatissima di Toni Morrison (premio Pulitzer), Mona Lisa Cyberpunk di Gibson, Trilogia di New York di Auster o Libra di De Lillo. Solo i Versetti Satanici di Rushdie fecero di meglio, ma grazie a qualcosa che con la letteratura aveva poco a che vedere: la madre di tutte le fatwe lanciata da Khomeini. Fu anche l’anno in cui si sperimentò l’efficacia di un paio di metodi promozionali non convenzionali e, tutto lascia supporre, alquanto casuali. Prima venne la somma pazzesca, 150.000 $, pagati sull’unghia dall’editore newyorkese Morrow and Co. per i diritti del romanzo di un esordiente. Ritenuta una mossa controproducente (perché spendere tutti quei soldi per un carneade, invece di usarli per promuovere i prodotti della scuderia?), si rivelò, alla fine della fiera, la drittata del decennio (se uno mette tutti quei soldi in un libro solo dev’essere proprio la fine del mondo. Compriamolo allora, e vediamo se chi ci si è giocato la camicia era il più ganzo o il più coglione). Da allora il giochino è entrato, con alterne fortune, nel cilindro magico degli editori. Gli ayatollah invece non avevano semplicemente previsto che rendere la vita difficile a Rushdie avrebbe contribuito a fare di lui un uomo ricco. Gli atti di ostilità producono loro malgrado vantaggi collaterali, non solo danni. E, come dire, c’è una giustizia a questo mondo, anche se involontaria. […]

…segue per 8 pagine nel numero 237 di Blow Up, in edicola a febbraio 2018 al costo di 6 euro

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