Manuel Göttsching
Manuel Göttsching
di Christian Zingales

[nella foto: Manuel Göttsching © MG.ART]

Like a Ballerina
Ricorderete tra gli strumenti di tortura del Luna Park la ballerina, una giostra che mossa dai fianchi di una sinuosa danzatrice ondeggia vertigini progressivamente pericolose, garantendo alla comitiva umana una nausea sempre supervisionata da un che di materno, la tutela di una silhouette che in quella cornice da voragine suburbana impasta classico e volgare, sensualità e automazione, soggezione e seduzione verso il femminile, giramento di testa diffuso. Manuel Göttsching ricorda un po’ i movimenti della ballerina del Luna Park. Nelle sue onde affilate tutta la dolcezza della violenza, e a seconda della prospettiva, il contrario, le insidiose malie della dolcezza. Con gli Ash Ra Tempel taglia i ’70 arrivando come un angelo barbarico che scorta il rock’n’roll verso il suicidio, lo spinge incontro a una dolce morte. Un gesto d’amore e di unicità, attraverso il quale si profila questa figura aliena di dandy tedesco, di borghesissimo post-hippy chitarra munito che in kosmische inizia a stirare le radici blues americane verso spasimi spaziali e latini e ultraterreni, e poi si incunea in una sua fantasia fatta di tratti morbidi e reticolati minimal, il suo profilo gentile farsi scacchiera di una delle più affascinanti dialettiche maschile-femminile che sia data intercettare.

Rock’n’Roll Suicide
Nella cantatissima Germania a cavallo tra ’60 e ’70 Manuel è uno dei figli di quella generazione, sono in tanti e cercano di lasciarsi alle spalle l’ombra pesante della storia per costruirne una nuova, affidano l’impresa alla musica, partono dal rock’n’roll americano per lasciarsi alle spalle al più presto anche quello, e creare una nuova identità sonica. Lui fin da bambino vede che suonare è cosa, prima massacra un po’ il piano di casa e poi si disciplina studiando chitarra classica. Con l’amico Hartmut Enke crea la prima band, The Bomb Proofs, fanno cover, lui vorrebbe suonare la batteria ma finisce a cantare, poi si stancano e lanciano la seconda, Bad Joe, dove creano il loro primo materiale, roba sperimentale che li mette in contatto con il compositore svizzero Thomas Kessler, con il quale imparano a improvvisare e nel cui Beat Studio berlinese entrano in contatto con band della nuova onda germanica, dai Tangerine Dream agli Agitation Free. […]

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