di Christian Zingales

All’inizio del 1977 dopo aver fondato i Buzzcocks con Pete Shelley e aver patrocinato il classico Spiral Scratch EP, il venticinquenne Howard Devoto lascia la band, 12 concerti in line-up, prendendone le distanze (“ha detto quello che doveva dire”) e prendendo le distanze dal punk dicendosi disturbato dalla sua “energia negativa”. È all’ultimo anno di psicologia e lettere e si toglie dal fenomeno che quello stesso anno andrà supernova con un paio di sparate quindi molto teatrali che se nel caso dei Buzzcocks, i quali diranno fortunatamente ancora tante cose meravigliose, sono dettate da personalismi e volontà di affermazione, sul punk genere sono tranchant e contestabili ma senz’altro anticipano quelle che saranno le istanze delle altre grandi teste punk inglesi (incluso lo stesso Pete Shelley), ovvero andare oltre il punk, coglierne la dimensione di transito, un momento folgorante ma di accesso verso dell’altro. Sfociando in un’intervista a Paul Morley per il New Musical Express con uno sprezzante “non sono stupido e non pretendo di esserlo”, sigilla quindi la sua lontananza da qualsivoglia semplificazione stilistica e si muove verso una strana creatura sonora chiamata Magazine. Termine ambiguo che può significare rivista ma anche caricatore di un’arma. […]

…segue per 8 pagine nel numero 249 di Blow Up, in edicola a febbraio 2019

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