Laurie Anderson
Laurie Anderson
di Giancarlo Turra

IN “BIG SCIENCE” c’è un momento netto e fulmineo che in retrospettiva ha un peso particolarmente significativo. È la frase “Posso vedere il futuro, ed è un luogo” contenuta in Let X = X, un rugginoso cristallo kraut che sigilla l’orizzonte tra cielo e terra ed è capolavoro nel capolavoro. Versi che somigliano a una confessione indiretta, forse persino involontaria: se preferite, a una profezia gettata con disinvoltura dentro un bagaglio di idee e suggestioni che a gente un filo più normale basterebbe per un’esistenza o due. Della “normalità”, per fortuna, Laura Phillips Anderson non sa che farsene. È la dimostrazione vivente del fatto che quando le donne prendono possesso del pentagramma la differenza si sente eccome, siccome tutto poggia su una splendida trama di gradazioni e sfumature che pochi maschi maneggiano con pari maestria. Per questo, se proprio dobbiamo ricorrere a una definizione, preferiamo usare “musica femminile” e rimuovere un “al” dannoso come un recinto nel giardino dell’Eden. Da par suo, quasi fosse la protagonista di una versione da universo parallelo di “Ubik”, Laurie ha veramente visto il futuro e il futuro era la sconfinata vasca dei pesci del metaverso, dove ci illudiamo di essere costantemente connessi ma non siamo che alieni in paranoia.
Superato lo stupore, concludi che l’arte apre squarci nel tempo perché entrambi sono organismi vivi. In quanto tali, cambiano forma nello stesso istante in cui cambiano noi. Tant’è vero che il 2024 riesce ad azzerare la distanza che separa il quarantennale di “Mister Heartbreak” dal nuovo “Amelia”, non soltanto per l’influenza esercitata dalla Anderson su cantautrici che sovvertono gli schematismi indie oppure trafficano con la “canzone glitch”. La connessione è molto più radicata, sia nell’impianto di base che nei dettagli. Prendete ad esempio la rivelazione affidata ad Amelia Earhart - leggendaria pioniera del volo sulla quale l’album è incentrato – nel frammento “Vedo qualcosa che risplende. Nord. Nordovest.”: sembra indicare il significato intimo dell’avanguardia in un’osservazione del mondo che cerca confini da superare e territori da mappare. A prescindere dai contesti e dagli arnesi a disposizione, è su questo terreno che si incontrano la narratrice di serissime favole (che al Polo Nord si è recata per davvero in aeroplano nel ’73!) e una donna scomparsa tentando il giro del mondo a bordo di un Lockheed L-10 Electra. Nell’estate del 1937 Amelia e il navigatore Fred Noonan svanivano nell’Oceano Pacifico e ancora non sono stati ritrovati. Nonostante i ritrovamenti, le teorie e i “potrebbe darsi che”, restano una parentesi aperta di uno dei non luoghi per eccellenza: la cultura pop. […]

…segue per 8 pagine nel numero 316 di Blow Up, settembre 2024

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