La condizione post-digitale
La condizione post-digitale
di Leandro Pisano
[nell’immagine: installazione di Ryoji Ikeda]
“La rivoluzione digitale è finita”
Già quasi tre lustri fa Nicholas Negroponte, fondatore del MIT Media Laboratory di Cambridge, Massachusetts, dichiarava esaurito l’effetto detonante di radicale trasformazione innescato dalle culture digitali nella contemporaneità, analizzando gli sviluppi futuri di uno scenario globale in cui l'assuefazione alle tecnologie digitali le avrebbe rese sempre più invisibili, fino al punto di decretarne in pratica la scomparsa: "nella sua forma letterale, la tecnologia comincia già ad essere data per scontata, e la sua connotazione diventerà domani concime commerciale e culturale per nuove idee. Come l'aria e l'acqua da bere, ci si accorgerà del digitale solo per la sua assenza, non per la sua presenza".Considerazioni che esprimevano a loro modo già una sorta di distacco dall'hype e dal fluire inarrestabile delle culture digitali, e sarebbero diventate di lì a qualche anno il punto di riferimento per una serie di istanze e di fermenti che andavano manifestandosi soprattutto in ambito estetico (suono, arti, design), con specifico riferimento ad alcune forme di resistenza all'uso incondizionato ed acritico del digitale. Tendenze, queste ultime, che affondano le radici in una visione critica delle nuove tecnologie che si sviluppa su diversi livelli (culturale, economico, sociale), come suggerisce già nei primi anni dello scorso decennio l'analisi di Kim Cascone: "con il commercio elettronico, una parte consistente della fabbrica di affari del mondo occidentale ed Hollywood stanno sfornando gigabyte di fuffa digitale, ed il medium della tecnologia digitale perde sempre più fascino per gli artisti, dentro e fuori di sé". […]
…segue per 6 pagine nel numero 200 di Blow Up, in edicola a Gennaio 2015 al costo di 8 euro: numero speciale “The Solar Issue” di 196 pagine!
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#200) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell’immagine: installazione di Ryoji Ikeda]
“La rivoluzione digitale è finita”
Già quasi tre lustri fa Nicholas Negroponte, fondatore del MIT Media Laboratory di Cambridge, Massachusetts, dichiarava esaurito l’effetto detonante di radicale trasformazione innescato dalle culture digitali nella contemporaneità, analizzando gli sviluppi futuri di uno scenario globale in cui l'assuefazione alle tecnologie digitali le avrebbe rese sempre più invisibili, fino al punto di decretarne in pratica la scomparsa: "nella sua forma letterale, la tecnologia comincia già ad essere data per scontata, e la sua connotazione diventerà domani concime commerciale e culturale per nuove idee. Come l'aria e l'acqua da bere, ci si accorgerà del digitale solo per la sua assenza, non per la sua presenza".Considerazioni che esprimevano a loro modo già una sorta di distacco dall'hype e dal fluire inarrestabile delle culture digitali, e sarebbero diventate di lì a qualche anno il punto di riferimento per una serie di istanze e di fermenti che andavano manifestandosi soprattutto in ambito estetico (suono, arti, design), con specifico riferimento ad alcune forme di resistenza all'uso incondizionato ed acritico del digitale. Tendenze, queste ultime, che affondano le radici in una visione critica delle nuove tecnologie che si sviluppa su diversi livelli (culturale, economico, sociale), come suggerisce già nei primi anni dello scorso decennio l'analisi di Kim Cascone: "con il commercio elettronico, una parte consistente della fabbrica di affari del mondo occidentale ed Hollywood stanno sfornando gigabyte di fuffa digitale, ed il medium della tecnologia digitale perde sempre più fascino per gli artisti, dentro e fuori di sé". […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000