L'invenzione dell'autenticità
L'invenzione dell'autenticità
Massimo Balducci
Ovvero, l’eterna lotta tra il falso e il falsissimo
“Perché si mente, Alexander?”
“Si mente per avere un vantaggio”
(da Fanny e Alexander, Ingmar Bergman, 1982)
[…] IL CONCETTO DI AUTENTICO accompagna tutta la storia della nostra civiltà: i filosofi hanno cercato di definirlo, gli artisti hanno cercato di metterlo in pratica, e il pubblico ha cercato di crederci. Almeno fino a quando il postmodernismo non ne svelò l’essenza di mito e dunque - paradossalmente - di inganno supremo (dal momento che un mito in quanto tale non può essere autentico).
Ma nell’anno segnato dal dibattito sulla “morte del posmodernismo”, proclamata da Edward Docx nel suo famigerato articolo su Prospect Magazine del luglio 2011[1], l’irrespondibile domanda su cosa sia l’autenticità ha ripreso a farsi sentire. Il postmodernismo è (o era) l’emanazione ultima del relativismo culturale, che ha fatto allegramente piazza pulita di ideologie, paradigmi, valori. E per gli orfani di tutto questo dunque, il momento presente è assai propizio: già si sono fatti largo i teorici della “new authenticity”, tanto che si potrebbe anche parlare di una rinascita dell’autenticità, se quest’ultima non assomigliasse piuttosto all’ennesimo fantasma del passato che continua ad abitare il presente. E che continua a condizionare la nostra percezione, anche in musica: proprio mentre (come qui si notava qualche mese fa nell’indagine su Maxpezzopoli[2]) la critica musicale sembra essersi messa il cuore in pace, rinunciando una buona volta a ogni seria aspirazione di porre una discriminante morale - ivi compreso il distribuire patenti di “autenticità” o “inautenticità” al pop o al rock attuale.
Senti come è autentico questo do minore
Eppure in nessun altro ambito, come in quello musicale, l’autenticità è stata evocata e perseguita come un’ossessione: sempre rivendicata da musicisti di ogni epoca e genere, come testimoni (e al contempo imputati) che continuino a giurare di dire la verità tutta la verità nient’altro che la verità. O come amanti che debbano prima di tutto fugare ogni dubbio sulle loro intenzioni - appunto - autentiche. Perché il musicista rischia sempre di non essere creduto fino in fondo. E specialmente quando sostiene di essere autentico, diventa sospetto: […]
…segue per 4 pagine nel numero 172 di Blow Up, in edicola nel mese di settembre 2012 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#172) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è abbonarsi (abbonamento): risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
“Perché si mente, Alexander?”
“Si mente per avere un vantaggio”
(da Fanny e Alexander, Ingmar Bergman, 1982)
[…] IL CONCETTO DI AUTENTICO accompagna tutta la storia della nostra civiltà: i filosofi hanno cercato di definirlo, gli artisti hanno cercato di metterlo in pratica, e il pubblico ha cercato di crederci. Almeno fino a quando il postmodernismo non ne svelò l’essenza di mito e dunque - paradossalmente - di inganno supremo (dal momento che un mito in quanto tale non può essere autentico).
Ma nell’anno segnato dal dibattito sulla “morte del posmodernismo”, proclamata da Edward Docx nel suo famigerato articolo su Prospect Magazine del luglio 2011[1], l’irrespondibile domanda su cosa sia l’autenticità ha ripreso a farsi sentire. Il postmodernismo è (o era) l’emanazione ultima del relativismo culturale, che ha fatto allegramente piazza pulita di ideologie, paradigmi, valori. E per gli orfani di tutto questo dunque, il momento presente è assai propizio: già si sono fatti largo i teorici della “new authenticity”, tanto che si potrebbe anche parlare di una rinascita dell’autenticità, se quest’ultima non assomigliasse piuttosto all’ennesimo fantasma del passato che continua ad abitare il presente. E che continua a condizionare la nostra percezione, anche in musica: proprio mentre (come qui si notava qualche mese fa nell’indagine su Maxpezzopoli[2]) la critica musicale sembra essersi messa il cuore in pace, rinunciando una buona volta a ogni seria aspirazione di porre una discriminante morale - ivi compreso il distribuire patenti di “autenticità” o “inautenticità” al pop o al rock attuale.
Senti come è autentico questo do minore
Eppure in nessun altro ambito, come in quello musicale, l’autenticità è stata evocata e perseguita come un’ossessione: sempre rivendicata da musicisti di ogni epoca e genere, come testimoni (e al contempo imputati) che continuino a giurare di dire la verità tutta la verità nient’altro che la verità. O come amanti che debbano prima di tutto fugare ogni dubbio sulle loro intenzioni - appunto - autentiche. Perché il musicista rischia sempre di non essere creduto fino in fondo. E specialmente quando sostiene di essere autentico, diventa sospetto: […]
…segue per 4 pagine nel numero 172 di Blow Up, in edicola nel mese di settembre 2012 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#172) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è abbonarsi (abbonamento): risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000