Jonathan Franzen
Jonathan Franzen
di Maurizio Bianchini
Due tipi di reazioni, prossime al riflesso condizionato, hanno accolto l’estate scorsa l’uscita in America del nuovo romanzo di Jonathan Franzen: il confronto inevitabile con Le correzioni e la spaccatura nei giudizi della critica. Sulla prima c’è poco da dire: nonostante (o forse proprio per) l’aureola di classico che lo circonda, quel libro si mostra lontano dai pensieri del suo autore quanto il ‘realismo isterico’ che lo alimenta dal più mondano ‘piacere di scrivere’ che ha prodotto l’ultimo romanzo. Questo spiegare, almeno in parte, anche la seconda reazione, il rifiuto pregiudiziale con cui Purity è stato accolto da una percentuale significativa di lettori ed esegeti. Difficile, per il suo autore, non pagare dazio al culto che circonda ancora Le correzioni. Ma c’è altro. Un calo di tensione morale, per cominciare, non compensato dall’aumento dei bersagli polemici (l’invadenza informatica, il femminismo, il traffico delle informazioni sensibili). La difficoltà, anche per un architetto di trame dello spessore di Franzen, di legare tra loro scelte estetiche e piani narrativi così diversi. La contrapposizione, di grande momento fra gli addetti ai lavori, tra storytelling e realismo critico, Piacere di Scrivere e Titanismo della Narrazione – modalità opposte e parimenti fuorvianti di asservire a finalità altre la magia pura del Racconto. Il loro scontro non proprio epico ha fatto apparire l’ultimo Franzen, a seconda degli occhiali inforcati, il più frivolo tra i realisti critici o il più arrogante fra gli storyteller. E da lì hanno preso alimento gli umori più malmostosi di quella Franzenfreude che affligge la concorrenza, sempre in attesa della caduta dell’idolo (perché il successo logora chi non ce l’ha). […]
…segue per 10 pagine nel numero 214 di Blow Up, in edicola a Marzo 2016 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#214) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Due tipi di reazioni, prossime al riflesso condizionato, hanno accolto l’estate scorsa l’uscita in America del nuovo romanzo di Jonathan Franzen: il confronto inevitabile con Le correzioni e la spaccatura nei giudizi della critica. Sulla prima c’è poco da dire: nonostante (o forse proprio per) l’aureola di classico che lo circonda, quel libro si mostra lontano dai pensieri del suo autore quanto il ‘realismo isterico’ che lo alimenta dal più mondano ‘piacere di scrivere’ che ha prodotto l’ultimo romanzo. Questo spiegare, almeno in parte, anche la seconda reazione, il rifiuto pregiudiziale con cui Purity è stato accolto da una percentuale significativa di lettori ed esegeti. Difficile, per il suo autore, non pagare dazio al culto che circonda ancora Le correzioni. Ma c’è altro. Un calo di tensione morale, per cominciare, non compensato dall’aumento dei bersagli polemici (l’invadenza informatica, il femminismo, il traffico delle informazioni sensibili). La difficoltà, anche per un architetto di trame dello spessore di Franzen, di legare tra loro scelte estetiche e piani narrativi così diversi. La contrapposizione, di grande momento fra gli addetti ai lavori, tra storytelling e realismo critico, Piacere di Scrivere e Titanismo della Narrazione – modalità opposte e parimenti fuorvianti di asservire a finalità altre la magia pura del Racconto. Il loro scontro non proprio epico ha fatto apparire l’ultimo Franzen, a seconda degli occhiali inforcati, il più frivolo tra i realisti critici o il più arrogante fra gli storyteller. E da lì hanno preso alimento gli umori più malmostosi di quella Franzenfreude che affligge la concorrenza, sempre in attesa della caduta dell’idolo (perché il successo logora chi non ce l’ha). […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000