Jon Fosse
Jon Fosse
di Girolamo Dal Maso
Dacché ha vinto il Nobel, anche Jon Fosse ha trovato visibilità nelle librerie italiane. Speriamo che qualcuno legga pure i suoi testi. Come motivazione potrebbe bastare quella dell’Accademia svedese: “Per le sue opere teatrali e di prosa innovative che danno voce all’indicibile”. “Dare voce all’indicibile”: è un programma impegnativo e non propriamente attuale, sommersi come siamo di chiacchiere e parole, di talk show in cui tutti sanno tutto di tutto. “Indicibile” è una parola poco attuale. A meno che non sia un modo surrettizio per motivare uno sproloquio di parole. Questo aggettivo, che sa più di metafisica che di linguistica (o forse, sonda il confine che le divide e unisce allo stesso tempo, come ha suggerito Wittgenstein), ha a che fare con il silenzio, un silenzio più imposto che cercato. “Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” (Ludwig Wittgenstein, “Tractatus logico-philosophicus”). Al massimo, oggi, il silenzio può essere una scatola vuota in cui ci si può mettere di tutto, come suggeriva John Cage. Un silenzio, la cui indicibilità assomiglia molto più a quella del rumore, come un caos subdolamente soverchiante. Eppure, le opere di Fosse – sempre per l’Accademia svedese – sono “innovative”. Che tipo di novità può apportare qualcosa che sa di desueto o fuori luogo? L’unico modo per scoprirlo è ascoltarne i testi, vedere quello che dicono e quello che non dicono. […]
…segue per 4 pagine nel numero 318 di Blow Up, novembre 2024
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#318) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Dacché ha vinto il Nobel, anche Jon Fosse ha trovato visibilità nelle librerie italiane. Speriamo che qualcuno legga pure i suoi testi. Come motivazione potrebbe bastare quella dell’Accademia svedese: “Per le sue opere teatrali e di prosa innovative che danno voce all’indicibile”. “Dare voce all’indicibile”: è un programma impegnativo e non propriamente attuale, sommersi come siamo di chiacchiere e parole, di talk show in cui tutti sanno tutto di tutto. “Indicibile” è una parola poco attuale. A meno che non sia un modo surrettizio per motivare uno sproloquio di parole. Questo aggettivo, che sa più di metafisica che di linguistica (o forse, sonda il confine che le divide e unisce allo stesso tempo, come ha suggerito Wittgenstein), ha a che fare con il silenzio, un silenzio più imposto che cercato. “Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” (Ludwig Wittgenstein, “Tractatus logico-philosophicus”). Al massimo, oggi, il silenzio può essere una scatola vuota in cui ci si può mettere di tutto, come suggeriva John Cage. Un silenzio, la cui indicibilità assomiglia molto più a quella del rumore, come un caos subdolamente soverchiante. Eppure, le opere di Fosse – sempre per l’Accademia svedese – sono “innovative”. Che tipo di novità può apportare qualcosa che sa di desueto o fuori luogo? L’unico modo per scoprirlo è ascoltarne i testi, vedere quello che dicono e quello che non dicono. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000