J.D. Salinger
J.D. Salinger
di Maurizio Bianchini

SIANO RESE LE GRAZIE di dovere a Mr. Salerno. Chi cavolo è questo Mr. Salerno? vi chiederete. E perché diavolo dovremmo ringraziarlo? Mi meraviglio di voi. Shane Salerno è lo sceneggiatore (di cui, detto fra noi, so poco e niente anch’io) cui spetta il merito di avere impedito che la prima generazione di adolescenti del mondo occidentale si trovasse nell’impossibilità di aggrapparsi a Holden Caulfield, meglio noto, da noi, come Il Giovane Holden, nella disperata lotta per non diventare adulti. Ma procediamo con ordine. È successo, questo almeno l’avrete saputo, che il suo creatore, J. D. Salinger ha reso l’anima a Dio, nel 2010, e che la voce che avesse continuato a scrivere, nell’esilio di Cornish, New Hampshire, dal 1965, anno del ritiro, a quello della scomparsa, si sia rivelata vera. Casse intere di inediti prodotti in mezzo secolo di appartato fervore creativo verranno finalmente pubblicate, a partire dal 2014 e fino al 2020, per espressa disposizione del defunto Perché soltanto ora, non è dato sapere o tantomeno immaginare. Come tante altre dell’autore dei Nove Racconti, anche questa decisione si presta a ipotesi e illazioni, se si è interessati a questo tipo di enigmi. Ma la notizia da sola è bastata a riportare le vendite del Giovane Holden ai confortanti livelli del passato. E soprattutto si potranno leggere altre storie, se non, forse, la ‘storia di tutte le storie’, quella della famiglia Gass, la congrega di freaks più eccentrici, sofisticati, esigenti ed autoreferenziali della letteratura americana. E sull’onda di queste notizie entra in scena Mr. Salerno, uno ‘sceneggiatore hollywoodiano’. Nulla di promettente, se ricordate quel che dice Holden di suo fratello D.B. scrittore in piena regola che ora sta a Hollywood, a sputtanarsi. Se c’è una cosa che odio sono i film. Non me li nominate nemmeno. Ma il fatto che questo signore abbia scritto, Salinger, la biografia (del tutto inutile, a mio modesto avviso), dell’uomo che aveva rinunciato ad averne una e si accinga a realizzare un allestimento teatrale (Gesù!) e un documentario televisivo (mah!), ha riportato il vecchio J.D. all’onore della cronaca, la cosa, per inciso che detestava di più. Perché non approfittarne allora, invece che per perdere altro tempo con i pochi e triti dettagli della sua biografia, per riflettere su alcuni problemi ancora aperti dell’esegesi salingeriana, come direbbero i colti, a cominciare da quello che per i lettori di Blow Up ha tutta l’aria di essere il più interessante, e cioè i rapporti fra J. D. e il Rock? [...]


…segue per 6 pagine nel numero 186 di Blow Up, in edicola a Novembre 2013 al costo di 6 euro

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