di Maurizio Bianchini

Il panorama erratico offerto dalla narrativa in lingua italiana appare, crocianamente verrebbe da dire, il più appropriato ai tempi in cui viviamo; al loro procedere a tentoni dentro una routine incerta, davanti a un orizzonte basso, in un crepuscolo di oscuri presentimenti. C’è un po’ di tutto, dal mercatino delle realtà usate offerto dalle scuole di scrittura a un neo-verismo penosamente inferiore alle pretese etiche. Chi se ne occupa, nell’esercizio di una critica fatalmente sterile, deve sempre di più prescindere dalle meditate architetture formali e dai complessi profili storici ereditati da stagioni più affidabili e salde, per aggrapparsi a luci fatue, legami instabili e rare sinergie operative. Può accadere allora che l’accostamento casuale di autori assai diversi come Giorgio Falco, Nicola Lagioia e Don De Lillo, attivi un dialogo tra i loro libri appena pubblicati – Flashover, La città dei vivi e Silence – meno occasionale di quanto lascino intendere i titoli sobriamente apocalittici, e lasci anche emergere motivi di riflessione che convergono, spinti dai testi stessi, in una direzione presupposta, anche se mai nominata, che potremmo chiamare il Dopo, l’Ignoto che segue il presente. […]

…segue per 6 pagine nel numero 272 di Blow Up, in edicola a gennaio 2021

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