Idjut Boys
Idjut Boys
di Christian Zingales
Dan Tyler e Conrad McDonnell, gli Idjut Boys, arrivano negli anni ’90 come la testa d’ariete di una corrente inglese che allora veniva appropriatamente chiamata dub-disco e recuperava il suono esteso e massicciamente effettato dei primi tour de force disco strumentali americani, delle prime opere di remixaggio di fine ’70. Se in una prima fase quel tipo di imprinting veniva sapientemente miscelato a iniezioni house in produzioni tagliate insieme a sodali come Raj e Quakerman, il viaggio degli Idjut si farà sempre più libero e sfaccettato, e il livello di venerazione attorno a loro crescerà esponenzialmente con l’avvento di tutte le nuove scene nu-disco e nu-balearic e simili, arrivando a pubblicare nel 2012 un album come “Cellar Door”, prezioso di un suono maturo e soffice ma ancora radicale. Radicalità ribadita ora che Smalltown Supersound, che aveva pubblicato quel disco, fa uscire il nuovo “Versions” (recensione nel numero scorso), una serie di versioni dub-disco di pezzi di “Cellar Door”, dove il duo è fotografato in un vero stato di grazia produttivo. L’occasione per fare con Dan Tyler (quello più smilzo per intendersi) una chiacchierata su una vita persi nel suono. […]
…segue per 4 pagine nel numero 209 di Blow Up, in edicola a Ottobre 2015 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#209) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Dan Tyler e Conrad McDonnell, gli Idjut Boys, arrivano negli anni ’90 come la testa d’ariete di una corrente inglese che allora veniva appropriatamente chiamata dub-disco e recuperava il suono esteso e massicciamente effettato dei primi tour de force disco strumentali americani, delle prime opere di remixaggio di fine ’70. Se in una prima fase quel tipo di imprinting veniva sapientemente miscelato a iniezioni house in produzioni tagliate insieme a sodali come Raj e Quakerman, il viaggio degli Idjut si farà sempre più libero e sfaccettato, e il livello di venerazione attorno a loro crescerà esponenzialmente con l’avvento di tutte le nuove scene nu-disco e nu-balearic e simili, arrivando a pubblicare nel 2012 un album come “Cellar Door”, prezioso di un suono maturo e soffice ma ancora radicale. Radicalità ribadita ora che Smalltown Supersound, che aveva pubblicato quel disco, fa uscire il nuovo “Versions” (recensione nel numero scorso), una serie di versioni dub-disco di pezzi di “Cellar Door”, dove il duo è fotografato in un vero stato di grazia produttivo. L’occasione per fare con Dan Tyler (quello più smilzo per intendersi) una chiacchierata su una vita persi nel suono. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000