HUNTER S. THOMPSON
HUNTER S. THOMPSON
Giulio D'Antona

Breve storia del dottor HUNTER S. THOMPSON

VENTIDUE FUCILI, esposti in una teca nella cucina dell'Owl Farm, il complesso fortificato nel cuore del nulla di Woody Creek, Colorado. Ventidue fucili nella teca senza lucchetto e lui che immerso nella neve fino alle ginocchia, gambe a fisarmonica, maniche di camicia, feluca e una sigaretta penzolante da un bocchino all'angolo del labbro, punta una 44. magnum alla sua macchina da scrivere. La vita del dottor Hunter S. Thompson è tutta qui: un elenco di gesti plateali, di uscite spettacolari, senza riuscire a stare fermo ma costantemente annoiato al punto di non poter fare a meno di auto-stimolarsi infilandosi nelle situazione più assurde, con in corpo un ammontare di litri di alcol e droghe sintetiche da abbattere un pugile professionista. Alle spalle una serie di capiredattori insultati, sorpassati dalla sua velocità sconsiderata e presi in giro dalla sua abilità nel confondere le acque con quelle frasi brevi e asciutte che erano la sua scrittura. Elenchi, appunto, che lo hanno portato fino al suo più famoso: «due buste di erba, settantacinque grani di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, e un intera galassia multicolore di stimolanti, calmanti, esplosivi, esilaranti. Oltre a un litro di tequila, uno di rum, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper.»
Qualcuno, nel tentativo di dipingergli addosso una biografia, ha supposto che i suoi problemi relazionali, il fatto che non fosse in grado di stabilire rapporti duraturi – ma ha avuto una compagna fissa per quasi vent'anni, un figlio e pochi amici intimi – gli derivassero da un'infanzia difficile. Tanto basta a spiegare la piromania, l'egocentrismo, le manie di protagonismo. Tanto basta e poco importa, perché se il genio è eccentricità, allora il dottor Thompson è stato un genio assoluto. […]


PAURA E DELIRIO A HOLLYWOOD
Hunter S. Thompson al cinema

di Roberto Curti
PER ANNI, a Hollywood, Fear and Loathing in Las Vegas è stato uno scoglio contro cui si sono infranti i propositi di nomi illustri: Scorsese, Stone, Ralph Bakshi (che meditava una versione animata ispirata alle illustrazioni di Ralph Steadman). Il progetto si concretizza negli anni ’90: a condurre in porto Paura e delirio a Las Vegas è Terry Gilliam, dopo la rinuncia di Lee Tamahori (per fortuna) e il licenziamento di Alex Cox (peccato). I protagonisti Johnny Depp (Raoul Duke) e Benicio Del Toro (il dr. Gonzo) non valgono Bill Murray e Peter Boyle, protagonisti del precedente adattamento thompsoniano Where the Buffalo Roam (1980, Art Linson, con musiche di Neil Young), ma si difendono: Depp aderisce al personaggio con acribia mimetica, bardato con vestiti e oggetti personali dello scrittore e con una pelata che ne fa un perfetto sosia dello scrittore. […]


…segue per 4 pagine nel numero 179 di Blow Up, in edicola nel mese di Aprile 2013 al costo di 6 euro.

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