Fucked at Birth
Fucked at Birth
di Fabio Donalisio
1. The silent majority
Fottuti alla nascita. Così titola il nuovo libretto-reportage di Dale Maharidge (al momento inedito in italiano), giornalista d'inchiesta specializzato in povertà, già Pulitzer nel lontano 1990 con l'ottimo And Their Children After Them, ritorno sui luoghi dell'imperdibile Sia lode ora a uomini di fama di Agee e Evans, recentemente rimesso in circolazione dal Saggiatore. Ricalibrare il Sogno Americano per gli anni 2020, il sottotitolo. Tutto parte da un graffito anonimo e una bandiera americana scrostata, in una stazione di servizio abbandonata, in mezzo al nulla dell'America stretta tra Trump e Covid. La spinta per andare a vedere – documentare – ancora una volta la povertà, lo scarto sociale, l'esclusione, l'iniqua ripartizione delle risorse, il degrado fisico ed esistenziale, la disperazione. Quasi un macabro passaggio dalla potenza all'atto, a opera di una perversa mano divina, della concezione calvinista dell'esistenza, celebrando l'atto finale e particolarmente cruento della secolare guerra dei ricchi contro i poveri, ormai giunta a vette di astrazione totale (gli scontri statistici tra “percentili”) che però lasciano migliaia di cadaveri sul terreno – a volte metaforici a volte no. Per la fenomenologia, vedi infra. Si tratta di uno tra i molti titoli che – a prescindere da pregi e demeriti letterari – contribuisce a tematizzare il problema della povertà e della polarizzazione sociale negli Stati Uniti degli ultimi decenni. In particolare, anche se non in modo esclusivo, di quella povertà bianca che viene ormai utilizzata come spiegazione semiufficiale – e tutto sommato comoda – per l'enigmatica (solo per i ciechi) parabola trumpiana e per il diffondersi del pensiero “populista” in tutto il globo (già una volta, tanto tempo fa, su queste pagine tentammo di rispondere – fallendo – alla domanda su cosa in ultima analisi sia il populismo, ma tant'è). Fatto sta che – dovremmo averlo capito – i “temi” oggigiorno seguono le leggi fisiche valide per i liquidi versati in uno spazio: lo occupano fino a saturazione, finché qualcuno poi apre il tappo, o stura il lavandino: e tutto svanisce in un gorgo più o meno rumoroso e putrido nelle fogne della memoria perduta, degli altari ai nessi logici defunti, sacrificati alla divinità dell'eterno presente. […]
…segue per 4 pagine nel numero 277 di Blow Up, in edicola a giugno 2021
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#277) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
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Fottuti alla nascita. Così titola il nuovo libretto-reportage di Dale Maharidge (al momento inedito in italiano), giornalista d'inchiesta specializzato in povertà, già Pulitzer nel lontano 1990 con l'ottimo And Their Children After Them, ritorno sui luoghi dell'imperdibile Sia lode ora a uomini di fama di Agee e Evans, recentemente rimesso in circolazione dal Saggiatore. Ricalibrare il Sogno Americano per gli anni 2020, il sottotitolo. Tutto parte da un graffito anonimo e una bandiera americana scrostata, in una stazione di servizio abbandonata, in mezzo al nulla dell'America stretta tra Trump e Covid. La spinta per andare a vedere – documentare – ancora una volta la povertà, lo scarto sociale, l'esclusione, l'iniqua ripartizione delle risorse, il degrado fisico ed esistenziale, la disperazione. Quasi un macabro passaggio dalla potenza all'atto, a opera di una perversa mano divina, della concezione calvinista dell'esistenza, celebrando l'atto finale e particolarmente cruento della secolare guerra dei ricchi contro i poveri, ormai giunta a vette di astrazione totale (gli scontri statistici tra “percentili”) che però lasciano migliaia di cadaveri sul terreno – a volte metaforici a volte no. Per la fenomenologia, vedi infra. Si tratta di uno tra i molti titoli che – a prescindere da pregi e demeriti letterari – contribuisce a tematizzare il problema della povertà e della polarizzazione sociale negli Stati Uniti degli ultimi decenni. In particolare, anche se non in modo esclusivo, di quella povertà bianca che viene ormai utilizzata come spiegazione semiufficiale – e tutto sommato comoda – per l'enigmatica (solo per i ciechi) parabola trumpiana e per il diffondersi del pensiero “populista” in tutto il globo (già una volta, tanto tempo fa, su queste pagine tentammo di rispondere – fallendo – alla domanda su cosa in ultima analisi sia il populismo, ma tant'è). Fatto sta che – dovremmo averlo capito – i “temi” oggigiorno seguono le leggi fisiche valide per i liquidi versati in uno spazio: lo occupano fino a saturazione, finché qualcuno poi apre il tappo, o stura il lavandino: e tutto svanisce in un gorgo più o meno rumoroso e putrido nelle fogne della memoria perduta, degli altari ai nessi logici defunti, sacrificati alla divinità dell'eterno presente. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000