Fred Neil
Fred Neil
di Riccardo Bertoncelli
Cercavamo tutti l’uomo sbagliato, trenta quarant’anni fa. Cercavamo Orlando Barrett, che aveva smarrito il senno non a Roncisvalle ma tra Cambridge e Londra, e nessun Astolfo riuscì mai a ritrovarlo, nemmeno sulla luna, nei crateri più remoti della dark side. Cercavamo Peter Green, un altro finito nel buco nero degli acidi, e quanta tristezza quando lo ritrovammo – non sapevamo più che farcene. Avremmo dovuto cercare Fred Neil invece, dico noi appassionati di folk e rock, dico almeno un giornalista ficcanaso se non innamorato. Invece nessuno, per anni per decenni. Con la storia avventurosa che pure aveva, con gli incontri favolosi intrecciati nel corso delle sue vite, nessuno ha mai saputo quante - di sicuro più d’una. Ma era un nome trascurato, un frammento smarrito degli anni ‘60. A chi poteva interessare? E poi Fred Neil non aveva perso il senno, più normalmente si era eclissato da una scena che non gli piaceva, dopo una dozzina d’anni di lavoro accanito anche se non proprio (non sempre) gloriosi. Tutti sapevano dove si era ritirato, in un angolo di Florida che tante volte aveva cantato e da cui non riusciva a staccarsi, eppure nessuno lo cercò seriamente per una testimonianza, un ricordo, al limite una maledizione. Solo nel 2000 la rivista Mojo si mise sulle sue tracce e, pur non trovandolo, gli dedicò un articolo dove si raccontava delle sue prodezze e dei suoi misteri, delle canzoni che a un certo punto avevano ceduto il passo all’amore per i delfini e a un generoso progetto volto a tutelarli. Il messaggio in bottiglia arrivò all’uomo invisibile, che rispose con una lettera elusiva. Ci teneva a parlare dei delfini, non spese una sola parola sulla sua musica e vita. Poco più di un anno dopo, il 7 luglio 2001, venne trovato morto a Summerland Key, Florida, dove si era rifugiato all’ insaputa di tutti. “Cause naturali”, sentenziò un’autopsia, pare lottasse da anni con un tumore alla pelle. J. D. Salinger lo avrà accolto dandogli il cinque, sulla porta del Valhalla. Era stato bravissimo a nascondersi nella sua seconda vita così com’era stato un grande maestro segreto nella prima. […]
…segue per 10 pagine nel numero 221 di Blow Up, in edicola a Ottobre 2016 al costo di 6 euro
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Cercavamo tutti l’uomo sbagliato, trenta quarant’anni fa. Cercavamo Orlando Barrett, che aveva smarrito il senno non a Roncisvalle ma tra Cambridge e Londra, e nessun Astolfo riuscì mai a ritrovarlo, nemmeno sulla luna, nei crateri più remoti della dark side. Cercavamo Peter Green, un altro finito nel buco nero degli acidi, e quanta tristezza quando lo ritrovammo – non sapevamo più che farcene. Avremmo dovuto cercare Fred Neil invece, dico noi appassionati di folk e rock, dico almeno un giornalista ficcanaso se non innamorato. Invece nessuno, per anni per decenni. Con la storia avventurosa che pure aveva, con gli incontri favolosi intrecciati nel corso delle sue vite, nessuno ha mai saputo quante - di sicuro più d’una. Ma era un nome trascurato, un frammento smarrito degli anni ‘60. A chi poteva interessare? E poi Fred Neil non aveva perso il senno, più normalmente si era eclissato da una scena che non gli piaceva, dopo una dozzina d’anni di lavoro accanito anche se non proprio (non sempre) gloriosi. Tutti sapevano dove si era ritirato, in un angolo di Florida che tante volte aveva cantato e da cui non riusciva a staccarsi, eppure nessuno lo cercò seriamente per una testimonianza, un ricordo, al limite una maledizione. Solo nel 2000 la rivista Mojo si mise sulle sue tracce e, pur non trovandolo, gli dedicò un articolo dove si raccontava delle sue prodezze e dei suoi misteri, delle canzoni che a un certo punto avevano ceduto il passo all’amore per i delfini e a un generoso progetto volto a tutelarli. Il messaggio in bottiglia arrivò all’uomo invisibile, che rispose con una lettera elusiva. Ci teneva a parlare dei delfini, non spese una sola parola sulla sua musica e vita. Poco più di un anno dopo, il 7 luglio 2001, venne trovato morto a Summerland Key, Florida, dove si era rifugiato all’ insaputa di tutti. “Cause naturali”, sentenziò un’autopsia, pare lottasse da anni con un tumore alla pelle. J. D. Salinger lo avrà accolto dandogli il cinque, sulla porta del Valhalla. Era stato bravissimo a nascondersi nella sua seconda vita così com’era stato un grande maestro segreto nella prima. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000