di Piercarlo Poggio

Più cinematografica di così l’immagine non potrebbe essere, come se un abile sceneggiatore di thriller l’avesse studiata per settimane a tavolino. Francisco Cerqueira Tenório Júnior, pianista brasiliano, una sera di metà marzo del 1976 sta terminando di esibirsi in qualità di accompagnatore dei più celebri connazionali Vinícius de Moraes e Toquinho, impegnati in alcuni concerti al Gran Rex di Buenos Aires. Rientra in albergo con i compagni, all’Hotel Normandie, poi in piena notte esce per strada alla ricerca di non si sa bene cosa e da quel momento di lui si perde ogni traccia. Semplicemente, sparisce. Il suo corpo non verrà mai ritrovato. Nei decenni successivi non mancheranno i tentativi di ricostruire nei dettagli il fatto, a cominciare dalla data di scomparsa, avvenuta probabilmente il 18 marzo. Non è inutile ricordare che sono giorni difficili per l’Argentina, travolta il 24 dello stesso mese dal colpo di Stato del generale Videla. La dittatura militare si installava nel paese, grazie al determinante contributo degli Stati Uniti. Nella zona centrale di Buenos Aires in quei tempi agitati la vita sembra scorrere in apparenza con il solito, piacevole, trantran. L’Avenida Corrientes è percorsa da una folla che ancora riempie locali, cinema e teatri; ristoranti e chioschi sono aperti sino a notte fonda.
Proprio in quella strada, testimonianze riferiranno di aver veduto il prelevamento a forza di Tenório Jr da parte di alcuni uomini armati, poi fuggiti a bordo di un’auto con il loro carico. Qualcosa di simile alla verità è saltata fuori a partire dal 1986, allorché tal Claudio Vallejos, aguzzino dei servizi segreti della Marina fuggito in Brasile dopo il ritorno della democrazia in Argentina, rilasciò un’intervista al periodico “Senhor” nella quale disse di essere a conoscenza del prelevamento del musicista. Secondo Vallejos, le autorità brasiliane dell’epoca erano tuttavia state informate del fatto, così come della morte di Tenório Júnior, occorsa dopo alcuni giorni di detenzione nella Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA). Un triste luogo di tortura dove, secondo i rapporti investigativi della commissione d’inchiesta sui desaparecidos, furono perpetrati quasi cinquemila omicidi. […]

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