Fire!
Fire!
di Stefano I. Bianchi
[foto di Johan Dahlroth]
LE RADICI sono importanti. Ovviamente, perché è solo avendole che è possibile tradirle. E i Fire! non solo le tradiscono ma le dimenticano completamente per dar vita a qualcosa che non ha termini di paragone nella musica di oggi: hanno le movenze del jazz ma non mostrano mai le caratteristiche più proprie del genere (assolo, dialoghi, swing); le loro dinamiche ritmiche fanno pensare spesso al kraut rock ma sarebbe difficile e limitativo inquadrarli accanto a Can o Faust o Neu! o Kraftwerk o Amon Duul; spesso il suono che producono abbraccia il rock e il noise ma non è certo lì che puntano. L’effetto puramente epidermico dell’ascolto dei loro dischi può ricordare una forma di psichedelia notturna e vellutata, muscolare e sgusciante, elegante ma mai troppo sottile nei dettagli: e nessuna delle caratteristiche arriva in eredità nella musica dei Fire! dalle esperienze precedenti dei tre musicisti, anzi per molti e differenti versi ne è la complessiva negazione, ed è esattamente qui che si gioca l’originalità del combo.
Di Mats Gustafsson (sax, Fender Rhodes e live electronics) è impossibile riassumere la carriera in poche battute. Sassofonista tra i più in vista negli ultimi vent’anni del jazz meno tradizionalista, ha suonato e collaborato con chiunque. Polmoni di ferro, inventiva robusta e disponibilità completa a misurarsi in ogni ambito sono le sue caratteristiche più evidenti: Mats non si può considerare un innovatore se pensiamo agli ambiti strettamente jazzistici ma lo è certamente se allarghiamo il perimetro alle contaminazioni a cui ha dato fiato, dal rock estremo (in ogni senso) al ‘pop’. Proprio questo mese Gustafsson torna con un nuovo disco dei The Thing (vedi recensioni), formazione esplicitamente pensata come anello di congiunzione tra rock e jazz, ma è nei Fire! che questa copula funziona al meglio e suona più distante e originale rispetto alla sua naturale vena jazz. […]
…segue per 4 pagine nel numero 186 di Blow Up, in edicola a Novembre 2013 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#186) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
LE RADICI sono importanti. Ovviamente, perché è solo avendole che è possibile tradirle. E i Fire! non solo le tradiscono ma le dimenticano completamente per dar vita a qualcosa che non ha termini di paragone nella musica di oggi: hanno le movenze del jazz ma non mostrano mai le caratteristiche più proprie del genere (assolo, dialoghi, swing); le loro dinamiche ritmiche fanno pensare spesso al kraut rock ma sarebbe difficile e limitativo inquadrarli accanto a Can o Faust o Neu! o Kraftwerk o Amon Duul; spesso il suono che producono abbraccia il rock e il noise ma non è certo lì che puntano. L’effetto puramente epidermico dell’ascolto dei loro dischi può ricordare una forma di psichedelia notturna e vellutata, muscolare e sgusciante, elegante ma mai troppo sottile nei dettagli: e nessuna delle caratteristiche arriva in eredità nella musica dei Fire! dalle esperienze precedenti dei tre musicisti, anzi per molti e differenti versi ne è la complessiva negazione, ed è esattamente qui che si gioca l’originalità del combo.
Di Mats Gustafsson (sax, Fender Rhodes e live electronics) è impossibile riassumere la carriera in poche battute. Sassofonista tra i più in vista negli ultimi vent’anni del jazz meno tradizionalista, ha suonato e collaborato con chiunque. Polmoni di ferro, inventiva robusta e disponibilità completa a misurarsi in ogni ambito sono le sue caratteristiche più evidenti: Mats non si può considerare un innovatore se pensiamo agli ambiti strettamente jazzistici ma lo è certamente se allarghiamo il perimetro alle contaminazioni a cui ha dato fiato, dal rock estremo (in ogni senso) al ‘pop’. Proprio questo mese Gustafsson torna con un nuovo disco dei The Thing (vedi recensioni), formazione esplicitamente pensata come anello di congiunzione tra rock e jazz, ma è nei Fire! che questa copula funziona al meglio e suona più distante e originale rispetto alla sua naturale vena jazz. […]
…segue per 4 pagine nel numero 186 di Blow Up, in edicola a Novembre 2013 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#186) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000