David Thomson
David Thomson
di Maurizio Bianchini
QUELLA PROMESSA nel sottotitolo di La formula perfetta di David Thomson – “Una storia di Hollywood” – non è la solita storia di Hollywood – i cento film più belli scelti dai critici; i mille pettegolezzi e scandali riportati dalle quinte colonne; la macchina commerciale arraffasoldi; il sesso, l’alcol e i paradisi artificiali degli happy few; una città di 8 milioni di abitanti come set. È tutte queste cose nello stesso tempo, e altre ancora più sofisticate. È un percorso a volte intricato che prova a svelare come e perché un prodotto dell’industria culturale che anela all’arte, a volte, ma sempre a riempire di pubblico le sale di proiezione, abbia occupato un posto così importante nella vita di tanta gente semplicemente trasferendone sul grande schermo le proiezioni mentali e rendendo così, per la durata di un film, reale la materia di cui sono fatti i film. Che sia riuscito in buona misura nell’impresa basta a far gridare al miracolo.
1.
Per sgombrare il campo dagli equivoci: La formula perfetta (The Whole Equation in originale) non offre affatto la formula sacramentale di quello ‘stato di grazia’ che ha reso nel tempo un certo numero di film americani meccanismi perfetti di translitterazione onirica della realtà. E questo perché ognuno di quei film era la formula perfetta, sì, ma solo di sé stesso – l’equazione ad n incognite (“‘arte’, ‘verità’ e ‘integrità,’ ma anche ‘successo’, ‘profitto’ e ‘fama’”) felicemente risolta, e in cui s’incastra tutto: il mestiere, l’ispirazione e il caso; la produzione, il budget, la bravura degli attori, il set; il soggetto, la sceneggiatura, la regia e quanto non rientra in alcun genere (dal clima politico-sociale a quello atmosferico, alla predisposizione del pubblico a sognare ad occhi aperti). Così sono nati Via col vento, Il terzo uomo, Chinatown… Quarto potere. Tutto il resto, le formule che non hanno funzionato, non fino in fondo almeno, sono materia di studio accademica. […]
…segue per 4 pagine nel numero 296 di Blow Up, in edicola a gennaio 2023
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#296) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
QUELLA PROMESSA nel sottotitolo di La formula perfetta di David Thomson – “Una storia di Hollywood” – non è la solita storia di Hollywood – i cento film più belli scelti dai critici; i mille pettegolezzi e scandali riportati dalle quinte colonne; la macchina commerciale arraffasoldi; il sesso, l’alcol e i paradisi artificiali degli happy few; una città di 8 milioni di abitanti come set. È tutte queste cose nello stesso tempo, e altre ancora più sofisticate. È un percorso a volte intricato che prova a svelare come e perché un prodotto dell’industria culturale che anela all’arte, a volte, ma sempre a riempire di pubblico le sale di proiezione, abbia occupato un posto così importante nella vita di tanta gente semplicemente trasferendone sul grande schermo le proiezioni mentali e rendendo così, per la durata di un film, reale la materia di cui sono fatti i film. Che sia riuscito in buona misura nell’impresa basta a far gridare al miracolo.
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Per sgombrare il campo dagli equivoci: La formula perfetta (The Whole Equation in originale) non offre affatto la formula sacramentale di quello ‘stato di grazia’ che ha reso nel tempo un certo numero di film americani meccanismi perfetti di translitterazione onirica della realtà. E questo perché ognuno di quei film era la formula perfetta, sì, ma solo di sé stesso – l’equazione ad n incognite (“‘arte’, ‘verità’ e ‘integrità,’ ma anche ‘successo’, ‘profitto’ e ‘fama’”) felicemente risolta, e in cui s’incastra tutto: il mestiere, l’ispirazione e il caso; la produzione, il budget, la bravura degli attori, il set; il soggetto, la sceneggiatura, la regia e quanto non rientra in alcun genere (dal clima politico-sociale a quello atmosferico, alla predisposizione del pubblico a sognare ad occhi aperti). Così sono nati Via col vento, Il terzo uomo, Chinatown… Quarto potere. Tutto il resto, le formule che non hanno funzionato, non fino in fondo almeno, sono materia di studio accademica. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000