David Lynch e la musica
David Lynch e la musica
di Antonio Ciarletta
PIÙ CHE un aggettivo, “lynchiano” ha progressivamente assunto i connotati di un luogo comune. Un termine dallo spettro semantico così ampio e sfaccettato da fagocitare tutti i colori del buio, o quasi: il cinema di Lynch come crasi delle paure e delle morbosità del secolo appena trascorso; l'immaginario da esso tratteggiato come compendio delle inquietudini e dell'orrore che caratterizzano le derive psichiche dell'evo post-industriale. Singolare per una poetica visiva così originale, conchiusa e ripiegata sulle proprie idiosincrasie fino alla continua e necessitante autocitazione, come si è dimostrata essere quella del regista di Missoula. Non è un caso che “Inland Empire - L'impero della mente”, anno del Signore 2006, rimanga la sua ultima stregoneria cinematografica. Come se la sua produzione per il grande schermo fosse giunta all'acme di una cifra stilistica difficilmente emendabile. L'ottima terza stagione di “Twin Peaks”, al di là dell'aspetto inconsapevolmente (?) retromaniaco e delle ossessive ricorsività tematiche, tenta di rompere gli argini del già detto senza riuscirci, laddove il linguaggio della nuova serialità televisiva ha fatto della polverizzazione della linearità narrativa e dell'incessante ricombinazione dei linguaggi un approdo abituale, al punto da generare stereotipi nuovi e spesso noiosi. Narrazione rizomatica come koinè del tempo della rete. Dalle eccezioni “miracolose” di Lynch, Cronenberg e delle Wachowski alla regola del nuovo storytelling contemporaneo. Chi lo avrebbe mai pensato? […]
…segue per 12 pagine nel numero 308 di Blow Up, in edicola a gennaio 2024
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Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000