CURRENT 93
CURRENT 93
di Paolo Bertoni
“WHAT SHADO WHAT SHADOWS WE PURSUE..”
LASHTAL 12” (Layla)
Tibet ha già affiancato 23 Skidoo in diverse performance, la più rilevante quella immortalata su The Culling Is Coming titolata A Summer Rite. L’esordio del suo progetto risente decisamente di quell’influenza; Lashtal così è in linea con le produzioni anticonvenzionali d’epoca (siamo nell’83) senza particolari slanci creativi. Registrati a Cefalù, i tre brani, in particolare la title-track, ancora timidi vagano nell’indistinto. Tibet frequenta, ma con cautela, Genesis P-Orridge, evitando di farsi assorbire dal giro Psychic TV. Nella terna un brano però titola Caresse come la pargoletta di Genesis.
NATURE UNVEILED (Layla)
Svaniscono le paure di condizionamenti esterni penalizzanti; Tibet, affiancato da gente come John Murphy, poi SPK, oggi Scorpion Wind, Annie Anxiety dei Crass, Nick Rogers, compagno dai primi passi di Current 93, l’amico di sempre Steven Stapleton di Nurse With Wound, dà prova immediata che ha molto più da dire di quanto non lasci intuire il ritualismo blando di Lashtal. Due lunghi brani, Ach Golgotha e The Mystical Body Of Christ In Chorazaim, che (contemporaneamente con Lustmord) anticipano le morbose atmosfere che faranno legioni di proseliti fino ai nostri giorni, in un clima di sotterranea lugubre tensione che nel secondo pezzo chiude in un lancinante crescendo di scuola industrial. La copertina è un magistrale lavoro di Babs Santini, dell’area Legendary Pink Dots, un ritratto del Cristo che sul retro è bagnato di sangue, un’immagine ovviamente non devota che introduce ad uno dei temi chiave dei primi Current 93, l’avversione per la religione cattolica e le sue istituzioni; Gesù Cristo come primo Anticristo, come i Papi suoi successori, complici delle organizzazioni di controllo che ‘regolano’ la società che in ogni era, arrogante, si dice ‘civile’. Un Tibet che ancora s’esprime sommessamente, che trattiene implosa la deflagrazione a venire. Le prime mille copie accludono un 7 con No Hiding From The Blackbird dei Current e The Burial Of The Sardine di Nurse With Wound.
DOGS BLOOD RISING (Layla)
Invocazione malefica quella di Christus Christus che introduce al secondo album, ancora per la belga Layla, splendida cult-label dei primi ottanta. Dogs Blood Rising sbandiera citazioni medioevali sin dall’iconografia della cover. Il tributo già vagheggiato in Ach Golgotha che sottotitolava Maldoror Is Dead, a Isidore Ducasse, pseudonimo di quel Lautremont riconosciuto come ispirazione essenziale per gran parte dei ‘maledetti’ francesi, nella visionarietà, nell’intensità declamatoria si specchia ora anche stilisticamente in diversi frangenti nell’autore dei Chants Of Maldoror, scomparso a soli ventiquattro anni. Bimbi innocenti rincorrono filastrocche inquietanti secondo una peculiarità che diventerà poi abituale in Current, la componente rumorista diretta da Stapleton si ripete elementare ma efficace, voci torturate e possedute che nella superba Raio no terrasu, un omaggio a Yukio Mishima, registrato nel giorno del tredicesimo anniversario del harakiri dello scrittore giapponese, blasfemizzano atmosfere prelevate di peso da cattedrali gotiche, in un contesto in cui la vena iconoclasta di Tibet ha finalmente incontrollato, compiaciuto sfogo.
LIVE AT BAR MALDOROR (Mi-Mort)
Opportuno viene allora Maldoror Is Dead, oltre quaranta minuti spartiti in due ’composizioni’, Alone Into Alone e Only Shadows Of Hooks, registrate dal vivo; la prima, ottima, predilige il caos, la seconda implacabile si impegna in una estenuante iterazione persino troppo ‘carica’, di certo meno impermeabile alle ingiurie del tempo rispetto a gran parte del materiale realizzato negli anni da David. Importanti i punti di contatto con la prima generazione industrial di Cabs e Throbbing Gristle, con l’applicazione nel caso della teoria di questi ultimi, che ritenevano la performance unica ed irripetibile, bastevole a se stessa per giustificarsi ed essere documentata, polverizzando obblighi formali. Si può intuire che tipo d’ambiente venisse a generarsi di fronte ad una esibizione di tal natura, assai prossima all’esecuzione di un rituale (che non mancava dei suoi lampi di sana ironia, se ci si concedeva lo sfregio di Sound Of Silence di Simon & Garfunkel, qui non presente), che priva delle premesse ‘politiche’ dei pionieri suddetti concentrava il proprio interesse su temi sbrigativamente definiti come ‘satanici’. In realtà, nella frettolosa valutazione alcuni trovavano comprensibile incoraggiamento dal fatto che Tibet vantasse militanza nell’O.T.O., l’Ordo Templi Orientis, ispirato dal verbo di Aleister Crowley e che lo stesso nome del progetto, appartenesse ad una setta di medesimo orientamento con la quale Tibet ha sempre dichiarato di non possedere alcuna relazione.
NIGHTMARE CULTURE Mini Lp (Layla)
Split con Sickness Of Snake, occasionale, temibile, combutta tra Coil e Boyd Rice; Current occupano con una lunga, splendida Kill Killkilly la prima facciata, un coacervo magmatico di voci deliranti, stralci di canto gregoriano centrifugato, formule misteriche masticate in cadenze perfette nel procurare sgomento, echi di crepuscolari marce militari. Oltre ai soliti collaboratori spicca la presenza del rude Steve Ignorant dei Crass.
IN MENSTRUAL NIGHT Picture Disc (United Dairies/Maldoror)
Penalizzato da una stampa in picture non perfetta, In Menstrual Night è il lavoro in cui la presenza ispirativa di Steven Stapleton si fa maggiormente sentire; Sucking Up Souls è concettualmente di stampo integralmente rumorista con permanente intersecarsi di voci turbinanti in disperati rosari e scherzi di bambini inconsapevoli di una minaccia che sembra incombente. Aria spessa, claustrofobia soffocante che secca la gola, melodie celestiali frammentate che sembrano ricondurre ad un passato felice che rimuovere è impossibile tanto da prendere per un attimo il sopravvento. Ancor più nella medesima via To Feed The Moon, anch’essa oltre i venti minuti, molto e un po’ banalmente percussiva, puntellata di loops ossessivi, complessivamente non al livello delle pagine migliori di Current 93. Del cast fanno parte Hilmar Orn Hilmarson, meglio noto come HOH, islandese, ex Peyr e PTV, che in più occasioni collaborerà con David, John Balance dei Coil, la consorte di Steven, Diana Rogerson. Durissima l’immagine di un crocifisso col corpo del Cristo mutilato al busto e con un braccio mozzato.
HAPPY BIRTHDAY PIGFACE CHRISTUS 12 (Layla)
Lo scoccare della metà degli ottanta introduce novità determinanti nei Current. Tibet si trasferisce in Islanda , e soprattutto l’amicizia con Douglas P. di Death In June diventa sodalizio artistico. E’ radicale la virata del singolo per Layla , che s’apre alla formula della ballata che diventerà modulo ampiamente esplorato da David negli anni a venire. Scritte a quattro mani con Douglas, Happy Birthday Pigface Christus e Black Flowers Please hanno ampi margini di stupore, sia perché si è posti di fronte a due ‘canzoni’, sia pur destrutturate e percorse da un Tibet vocalmente indiavolato, sia perché dopo un’intro perfida che sulle note di Silent Night vede la celestiale voce di Rose McDowall garrire “pigface Christus is born”. Tibet si scatena in immaginari difficilmente non definibili blasfemi nella narrazione della natività nei termini di “nella notte mestruale, quando il rosso diventa nero, Cristo striscia dalla fessura di Maria, avvinto a stracci, flagellato nel fango, il bimbo è sporco di sangue e lacrime, Cristo faccia di porco è nato”. La ‘citazione’ dell’immancabile Happy Birthday To You adattata alla malefica causa di David completa l’opera. Mai Current 93 furono tanto ‘fruibili’ musicalmente quanto così scopertamente estremi verbalmente.
DAWN (MiMort)
Contenente probabilmente materiale precedente ad Happy Birthday..., Dawn, edito in duemila copie, ribadisce la formula di un pezzo per facciata, dividendosi tra una prima side in studio l’altra dal vivo, e restituisce agli ortodossi i Current 93 degli esordi. L’album non è annoverabile tra i fondamentali della formazione presentando la classica Maldoror Is Dead (il titolo è nella mia copia illegibile, graffiato sul vinile che al centro non ha label), già nota su cassetta come Maldoror est mort, un crescendo spettrale con finale che abbraccia la pura cacofonia, e Great Black Time, episodio tutto sommato minore che si costruisce su un ininterrotto loop che ripete “destruction” ad libitum. Curiosità meritevole di menzione le rune incise vicino ai titoli, rara traccia concessa da Tibet in una discografia sterminata a simboli tanto cari a censori e benpensanti.
IMPERIUM (Maldoror)
In attesa dell’annunciato Swastikas For Noddy, a sorpresa, sempre con tiratura limitata a duemila esemplari, viene pubblicato Imperium, spartiacque tra le due fasi creative di Tibet. Lavoro superlativo, combattuto tra dilatati momenti di quiete con rarefatte basi di tastiere percorse dalla voce di David in ininterrotta trance e improvvise deflagrazioni di trasporto pressoché mistico, con l’intrusione di un frangente del celebre inno delle Totenkopf Brigaden hitleriane, Imperium testimonia d’un periodo estremamente fertile per Current 93, e propone per la prima volta quel sommesso crepuscolarismo che diventerà peculiarità permanente del progetto di Tibet: uno spettro di morte percorre il vinile, pezzi senza titoli e solo poche liriche stampate su label e backcover che esordiscono “...alcuni muoiono quando sono nel grembo materno, altri sulla terra appena nati...”
CROWLEYMASS 12 (Layla )
Accreditato come Current 93/HOH, Crowleymass più che festeggiare l’anniversario della nascita di Crowley, ritratto in copertina in veste di accigliato Bambino Gesù, in realtà è un monito sarcastico che invita gli ‘adoratori’ crowleiani dell’ultima ora a rivolgersi altrove, ad affrettarsi magari ad anticipare il trend successivo. In un contesto danzerino Tibet esordisce con “ok, boys and girls, let’s go!” che direi smantella ogni ipotesi celebrativa del ‘Magus’, i cui dettami Tibet rispetta e in parte diffonde (un esempio su tutti quel “love is the law, love under will” più volte riportato negli inserti dei dischi e qui citato in chiusura) ma non in forma vacuamente esibizionistica. Il disagio di David sfocia nell’arguta Crowleymass, al cospetto della presunta diffusione di ‘massa’ (ovviamente allora in contesti ristretti) delle idee crowleiane; sin troppo facile osservare quanto l’attualità di quel pezzo, di quell’intuizione, di quel sentire si sveli sempre più pressante nella galoppante banalizzazione del Negativo offerta in stock.
SWASTIKAS FOR NODDY (Layla)
Completato dopo mille ripensamenti nell’estate dell’87, Swastikas For Noddy è la migliore risposta a chi ha sempre accusato Current 93 di una certa uniformità nei loro parti. Coadiuvato da Douglas P., Boyd Rice, Ian Read, poi Fire & Ice, Stapleton, John Balance di Coil, HOH, Freya Aswinn, poi con Sixth Comm, David firma uno dei suoi capolavori, a partire dal prologo di Benediction passando per l’interpretazione eccellente di un testo della tradizione celtica in Oh Coal Black Smith, per la nota Black Flowers Please, per il crescendo urticante di The Final Church, per i residui alla Dogs Blood Rising di Panzer Rune, per la freakeria hippie di The Summer Love, per la straniante filastrocca carillon e voce di The Noddy, per il superbo cameo di Douglas P. di Angel (poi anche nel repertorio Death In June), per l’incredibile cover di Since Yesterday delle Strawberry Switchblade, duo di culto in cui militava Rose McDowall (un dovere il loro album omonimo dell’85), per la cattiva Beausoleil, fino all’epilogo in gloria di Malediction.
CHRIST AND THE PALE QUEENS MIGHTY IN SORROW (Maldoror)
Siglato come Current 93 And The Black And Red Menstrual Show, è pubblicato, almeno ufficialmente, in 93 copie. Quattro facciate di cui una graffitata da Stapleton per cinque brani, non sempre brillanti, che passano dall’incatenante fruibilità di The Ballad Of The Pale Christ (viene pubblicata anche come The Ballad Of The Pale Girl, in versione ‘morbida’, fors’anche preferibile, in uno split single formato 12”, con Nurse With Wound che presentano Swamp Rat) alla perforante ossessività di pezzi come Christ And The Pale Queens Might In Sorrow o Dogun. Nella line-up figura anche Tony Wakeford che ha appena inaugurato il suo nuovo progetto Sol Invictus.
THE RED FACE OF GOD 12 (Maldoror)
Inteso originariamente come 7” diventa un 12” con due brani risalenti alle sessioni di Christ And The Pale..., tirato in 666 copie. La title-track è un’efficace litania recitata da Tibet su una iterativa base elettronica, The Breath And The Pain Of God, una evidente improvvisazione non particolarmente significativa in cui duettano senza incontrarsi David e Rose.
EARTH COVERS EARTH Mini Lp (United Dairies)
Una copertina che demolisce l’immagine di Current 93 come congrega di loschi fuguri; variopinta la compagnia che inscena Earth Covers Earths, i soliti noti vicino a Tibet. Sei pezzi per un mini di assoluta brillantezza, conciliante nel girotondo di The Dilly Song, fascinosamente bucolica Hourglass For Diana, con vette supreme nell’abile esercizio di riscrittura di Fields firmata Wakeford, trasformata in una commovente Earth Covers Earth sontuosamente arricchita poi in Time Tryeth Truth, e nella concettosa Rome For Douglas P., che vaticina “...when Rome falls, falls the world...”
LOONEY RUNES Mini Lp (Durtro)
Una prima facciata con due pezzi in studio, Panzer Ruin, che (sin dal titolo) s’autocita ripetutamente in un crogiuolo che rispolvera i Current dei primordi con elettronica elementare e Tibet imbizzarito, e That’s All Folks, che rinnova nostalgie rumoriste, e la b-side che raccoglie un pugno di brani da un concerto tenuto a Tokyo, con qualche omissione nella track-listing. Episodio decisamente minore, le cui attrattive maggiori restano la copertina con un simpatico essere dagli Inferi che ha spodestato Bugs Bunny in questa versione corretta delle ‘Looney Tunes’ e il poster che, alla maniera dei manifesti di propaganda dello Zio Sam, invita ad arruolarsi nella Final Church Of The Noddy Apocalypse.
ISLAND (Durtro)
Island è un piccolo tributo alle terre d’Islanda in cui spesso ha soggiornato dalla metà degli ottanta. Le registrazioni occupano un lasso temporale di cinque anni ed il lavoro è accreditato anche ad HOH. David, con l’eccezione di Stapleton e HOH, si prova ad altre, inedite collaborazioni maturate in quelle lande, tra cui spicca una Bjork non ancora popstar conclamata, perfetta in Falling, e sarà questo il motivo per cui l’album rappresenta capitolo a sé nella discografia dei Current, scevro di clamori, con costanti riferimenti alla tradizione cosmica, con vezzi classicheggianti (introdotti da HOH che fuor di pseudonimo ha prodotto lavori in quel senso di rara bellezza, su tutti Children Of Nature per Touch). Decisamente molto più curato come suoni rispetto al solito, Island, oltre ad una sequenza di brani davvero sorprendente per ispirazione presenta anche una versione celestiale della terribile Fields Of Rape che Tibet scrisse con Douglas per Nada! dei Death In June. L’ album è tra gli irrinunciabili, un ponte con i Current degli ultimi anni.
HORSE (Cerne)
E’ reperibile in vinile solo come parte di un cofanetto verde limitato con Lex Talionis dei Sol Invictus e Lambs Sister di Nurse With Wound. In piedi su alte strutture di violino grattato, effettacci di chitarra e svolazzi di piano, Tibet apre, spiritato, con Diana, mentre con The Death Of The Corn, titolo promesso per un album triplo mai pubblicato per raccogliere fondi per la causa tibetana e riciclato per l’occasione, scendono in campo Wakeford e Douglas P. per la ballata di rito; insolito e non memorabile è il tripudio noise di Tree. La seconda facciata è interamente occupata da Horse, catturata dal vivo con Tibet attorniato da quattro giapponesi nella dimensione della classica formazione rock, performance non facile per David e per il pur ben disposto ascoltatore, essendo il pezzo interminabile. Tra i brani meno digeribili della discografia dei Current 93, Horse è uno stranito immergersi nelle tipologie del rock, sia pur alternativo, che poco conquista. Poco dopo uscì anche un 12 con un contributo per ogni formazione tratto dai tre dischi, senza nessuna rilevanza.
AS THE WORLD DISAPPEARS.... (Durtro)
Permane il desiderio di Tibet di immortalare esibizioni live ma Live At Bar Maldoror e Dawn sono lontanissimi; As The World Disappears... ferma una sera di dicembre ‘90 ad Amiens a ‘La lune des pirates’ ed è risposta eloquente agli abusi di Horse. In una soffusa dimensione da camera, Current 93 ripropongono belle versioni di The Death Of The Corne Earth Covers Earth (Terra tegit terram), una Horse catatonica, una gustosa anticipazione del bizzarro requiem con tanto di marcia funebre di A Song For Douglas After He’s Dead che sarà in Thunder Perfect Mind, ma anche pezzi inediti che resteranno tali, notevoli nei casi di Lament For Her, e dell’angelica, struggente They Returned To Their Earth, arpa e violino in delicato abbraccio.
THUNDER PERFECT MIND (Durtro)
E’ un parto gemellare, Thunder Perfect Mind, esce infatti in contemporanea con un album dello stesso titolo di Nurse With Wound; è il primo atto dei Current 93 come li conosce chi vi si accosta di queste stagioni. Un album splendido e d’ispirazione altissima, in cui l’abbandono a nobiltà folk, a strumentazione classica, al libero fluire poetico non più vincolato da tentazioni iconoclaste produce frutti rigogliosi. Oltre settanta minuti commoventi per intensità in cui trova posto anche una cover dei Sand, When The May Rain Comes, formazione d’area prog dei Settanta, a rendere visibile una viscerale passione per il genere da parte di David, tra l’altro acuto collezionista in materia. Molti dei brani sono dedicati a persone vicine a Tibet, su tutti merita esser ricordato Hitler As Kalki, dedicato al padre, uno dei primi militari dell’esercito britannico ad entrare nel campo di concentramento di Belsen, pezzo generato dalla teoria che Hitler fosse la decima incarnazione di Vishnu, chiamata Kalki, venuto su un cavallo bianco per chiudere un’era dell’umanità. Le note a margine della canzone in cui David si auspica, poco avventatamente, distruzione per il generarsi di un nuovo inizio non mancarono di recargli sdegnate stigmatizzazioni...
HITLER AS KALKI CD only (Durtro)
...tanto da meritare una puntuale ma naturalmente ambigua precisazione in Hitler As Kalki, CD mid-price che supera comunque i cinquanta minuti con rielaborazioni eseguite dal vivo di Imperium, Christ And The Pale Queens..., di All The Stars Are Dead Now, da Thunder.., e ovviamente della title-track. Al di là della curiosità che due episodi sono registrati nella chiesa gotica di St. Germain ad Amiens, un’emissione solo per completisti.
THE NODDING GOD UNVEILED CD single (Durtro)
La prima apparizione di Noddy in un disco di Current è sulla copertina di Happy Birthday...; ma la sua presenza è a dir poco ricorrente in tutta la discografia del progetto. Noddy è un personaggio assai noto tra i bimbi delle isole britanniche e Tibet ha per lui vera devozione, tanto da aver creato la già citata Final Church Of The Noddy Apocalypse; lungi dal volerne fare un culto alternativo, l’unica iniziativa ad oggi visibile della ‘Chiesa’ è la pubblicazione di un fumetto, chiaramente con Noddy protagonista, con allegato un CD singolo con due pezzi di vago appeal ed interesse, soprattutto Love Dance Of The Nodding Folk, con la stridula ‘voce’ di Noddy a dominare.
OF RUINE OR SOME BLAZING STARRE (Durtro)
Degno successore di Thunder Perfect Mind. Le atmosfere si gonfiano ancora di pura crepuscolare poesia (non a caso il sottotitolo dell’album è ‘The Broken Heart Of Man’) che svela un inafferrabile senso di nostalgia e tristezza vissuta in raccoglimento e solitudine. Tibet, amante della citazione da sempre, si scatena in tal senso riprendendo partiture mutuate da secoli trascorsi e abilmente riadattati alla sua sensibilità, riportando passi di S. Francesco di Sales o dal Vangelo di Tommaso, in un lavoro che inaugura l’applicazione della struttura del concept, ereditata dalla tradizione progressive, che caratterizzerà regolarmente le produzioni di Current 93 fino all’oggi, alla trilogia TheInmost Light. E’ mesto il tono dell’album, di una liricità sommessa e carezzevole... “hurry now, the sun is descending, the shadows wait to play...”
LUCIFER OVER LONDON Mini Lp (Durtrohoho)
Abbandonati i temi ‘demoniaci’ da qualche tempo, David ritorna sull’argomento col mini Lucifer Over London, rosso e nero copertina e label, rosso il vinile. Il pezzo guida del lavoro, in due parti divise da scampanii di chiesa è ispirato da un racconto di Leslie Allin Lewis, The Tower Of Moab, datato 1934, Sad Go Round è un altro omaggio al rock progressivo dei settanta essendo una cover dei Groundhogs, cui ben s’adatta la partecipazione di Nick Saloman/Bevis Frond già gravitante da qualche tempo nell’orbita Current. Il retro ospita la lunga, pregevole, The Seven Seals..., sulla specie di una Imperium evoluta, ispirata all’intro di John Balance in Horse Rotorvator di Coil e dedicata al gatto di Tibet, Mao, scomparso ‘in grazia del Signorniente’... “and sixsixsix it makes us sick, we’re sicksicksick of 666’. . .”
THE FIRE OF THE MIND CD only (Durtro)
A James Low era dedicata Kill Killykill in Nightmare Culture; Low è traduttore e studioso di testi provenienti dal Tibet, e l’adesione al buddismo di David e la stima enorme nutrita per lo scrittore ha fatto sì che Current 93 realizzassero appositamente un brano di venti minuti da allegare in CD al suo libro Simply Being. Items indissolubili tanto da far precisare a David in forma d’anatema che “non può essere venduto separatamente al libro, ogni inferno si aprirà all’istante per chi lo farà”. Fire Of The Mind è episodio di ambient meditativa davvero rimarchevole.
TAMLIN 12 (Durtro)
Duemila copie, finalmente numerate, per un singolo di fascino elevatissimo, a celebrazione di Halloween ‘94. Tamlin è pezzo prelevato dalla tradizione folk britannica che secondo Tibet “dimostra come il vero amore alla fine conquista ogni cosa, anche l’inferno”; l’interpretazione è sublime. Sull’altro lato How The Great Satanic Glory Faded, dedicato a Tiny Tim, personaggio a dir poco estroso, scomparso recentemente dopo una lunghissima attività di ‘trovatore’, è l’ennesima conferma del magmatico immaginario di Tibet, straordinariamente vivace e peculiare; forse un po’ invadente la chitarra di Nick Saloman.
WHERE THE LONG SHADOWS FALL 12 (Durtro)
E’ l’apertura della trilogia TheInmostLight, una terna di lavori stupefacenti. Inciso solo su una facciata, vinile trasparente, Where The Long Shadow Fall è condotto nella sua interezza da un campionamento di voce femminile che implora “happiness”, cori femminili sommersi, Tibet sussurrante, rarefatta base elettronica. Purissima magia. I proventi di TheInmostLight verrano impegati per il restauro della tomba di Louis Wain, pittore assai amato da David. Suo il dipinto rappresentato in copertina.
ALL THE PRETTY LITTLE HORSES (Durtro)
Secondo capitolo, assai più sostanzioso. In All The Pretty Little Horses l’intento di Tibet di creare lavori conchiusi in una profonda concettualità, anche compositiva (splendido il tema che ricorre nel dipanarsi dell’album), si realizza come mai in precedenza. “Siamo ombre ed ombre inseguiamo”, citando Edmund Burke, autore del settecento, pone a lapide del lavoro; David oramai è ben oltre, sfuggono legami col terreno, la sua è una poetica che s’attesta alta, irraggiungibile, che richiede sacrificio ed impegno, che non conosce immediatezze ma che stordisce d’estrema malinconia. Consapevolezza del nulla combattuta, verso un’inevitabile sconfitta, attraverso uno slancio poetico totalmente estraneo al circostante. Nick Cave presta voce in un paio di episodi, oscuro capire cosa spartisca con tanta cristallina sincerità.
THE STARRES ARE MARCHING SADLY HOME 12 (Durtro)
La trilogia si chiude, con spesso velo d’amarezza. The Starres Are..., vinile vermiglio, ancora una sola facciata incisa, è il frangente più ostico di TheInmostLight, con una prima parte ispida che prelude alla resa conclusiva, atmosfere sospese liberate dalla dolcezza della voce di Shirley Collins (una cantante di traditional folk di cui Tibet ha ristampato il retrospettivo, superbo Fountain Of Snow) che intona una preziosa ninnananna... “Hush you bye don’t you cry, go to sleepy little baby, when you wake you shall ride all the pretty little horses...”
THE REST
A margine, importante rammentare diverse altre cosette. In primo luogo i due lavori accreditati come Stapleton/Tibet, The Sadness Of Thing (United Diaries) e Musical Pumpkin Cottage (United Durtro), entrambi strutturati in due lunghissime suite e caratterizzati da forte impronta seventies. Particolarmente ostico il primo, con la title-track di oltre trenta minuti piuttosto freak, e The Grave And Beatiful Name Of Sadness, in cui per la verità David non è presente, colonna sonora di un film di Diana Rogerson (Twisting The Black Threads Of My Mental Marionettes), genericamente ambient. Più interessante l’altro, con le notevoli The Dead Side Of The Moon e Bubblehead, lussureggianti di idee e altrettanto distanti dagli usuali scenari creati da Current 93 e Nurse With Wound.
Due raccolte, sui generis peraltro, devono essere ricordate: una senza titolo, divisa con Death In June, uscita per NER con veste grafica mirabile, che nella side Current 93 oltre a riproporre Since Yesterday e Oh, Coal Black Smith, offre tre inediti, tra cui la bella The Signs And The Sighs Of Emptyness. L’altra, Emblems:The Menstrual Years, è un doppio CD concepito da Steven Stapleton che ha scelto e mixato insieme - con risultati apprezzabili - ventotto pezzi del repertorio Current 93 del decennio ‘82/’92.
Detto che le versioni o ristampe in CD presentano sempre bonus tracks, perlopiù remix (la ristampa di Swastikas For Noddy, rivisto assai, titola Crooked Crosses For The Nodding God), e che esistono le versioni in cassetta di Nature Unveiled e Dogs Blood Rising con tre pezzi in più (restano solo su cassetta invece Mimort e Nylon Coverin’ Body Smotherin’ con NWW), giusto sottolineare apparizioni su compilazioni fondamentali come The Fight Is On (Layla), con Coil, Organum, Hafler Trio, NWW, Robet Haig Lustmord, Devastate To Liberate con Sema, Crass , Annie Anxiety e altri; The Fight Is On, con ricavato devoluto all’Animal Liberation Front; From Torture To Conscience (NER), con Death In June, Clair Obscur, In The Nursery e Iron In Flesh, e la recente Terra Serpentes, doppio CD con un brano per venti e più nomi del giro World Serpent.
Nella serie ‘Current 93 presents’ hanno ad oggi trovato spazio Tantric Rnyingma Chant Of Tibet, registrazione di canti del Venerable ‘Chimed Rig’Dzin Lama Rinpoche, il menzionato Fountain Of Snow di Shirley Collins, Crystal di Harry Olfield, sorta di new age colta, Edda, dell’anziano poeta islandese Sveidjorn Beinteinsson.
Tibet altresì è stato parte del progetto estemporaneo Aryan Acquarians (Meet Their Waterloo per Layla) e ha partecipato anche ad un numero ragguardevole di dischi altrui, che mi si permetterà di non citare integralmente; ha collaborato a lavori di 23 Skidoo, Death In June, Sol Invictus, Nurse With Wound, Psychic TV, Bevis Frond, In Gowan Ring, Nature And Organisation (sigla di cui è titolare Michael Cashmore, assidua la sua presenza negli ultimi Current), Magik Lantern Cicle.
In chiusura un cenno al mini CD Seven Seals, ultima uscita riguardante Current 93 - di qualche settimana fa - a celebrare una terna di concerti tenuti con Tiny Tim a New York e Londra; oltre alla versione originale della Seven Seals già comparsa in Lucifer Over London, il programma prevede un contributo a testa per NWW, Tiny Tim e Nature And Organisation, questi ultimi in una interpretazione di To You dalla penna di Jacques Brel.
(the picture: David Tibet, copyright Giulio Di Mauro)
[pubblicato su Blow Up #2, Settembre/Ottobre 1997]
© Tuttle Edizioni 2008
“WHAT SHADO WHAT SHADOWS WE PURSUE..”
LASHTAL 12” (Layla)
Tibet ha già affiancato 23 Skidoo in diverse performance, la più rilevante quella immortalata su The Culling Is Coming titolata A Summer Rite. L’esordio del suo progetto risente decisamente di quell’influenza; Lashtal così è in linea con le produzioni anticonvenzionali d’epoca (siamo nell’83) senza particolari slanci creativi. Registrati a Cefalù, i tre brani, in particolare la title-track, ancora timidi vagano nell’indistinto. Tibet frequenta, ma con cautela, Genesis P-Orridge, evitando di farsi assorbire dal giro Psychic TV. Nella terna un brano però titola Caresse come la pargoletta di Genesis.
NATURE UNVEILED (Layla)
Svaniscono le paure di condizionamenti esterni penalizzanti; Tibet, affiancato da gente come John Murphy, poi SPK, oggi Scorpion Wind, Annie Anxiety dei Crass, Nick Rogers, compagno dai primi passi di Current 93, l’amico di sempre Steven Stapleton di Nurse With Wound, dà prova immediata che ha molto più da dire di quanto non lasci intuire il ritualismo blando di Lashtal. Due lunghi brani, Ach Golgotha e The Mystical Body Of Christ In Chorazaim, che (contemporaneamente con Lustmord) anticipano le morbose atmosfere che faranno legioni di proseliti fino ai nostri giorni, in un clima di sotterranea lugubre tensione che nel secondo pezzo chiude in un lancinante crescendo di scuola industrial. La copertina è un magistrale lavoro di Babs Santini, dell’area Legendary Pink Dots, un ritratto del Cristo che sul retro è bagnato di sangue, un’immagine ovviamente non devota che introduce ad uno dei temi chiave dei primi Current 93, l’avversione per la religione cattolica e le sue istituzioni; Gesù Cristo come primo Anticristo, come i Papi suoi successori, complici delle organizzazioni di controllo che ‘regolano’ la società che in ogni era, arrogante, si dice ‘civile’. Un Tibet che ancora s’esprime sommessamente, che trattiene implosa la deflagrazione a venire. Le prime mille copie accludono un 7 con No Hiding From The Blackbird dei Current e The Burial Of The Sardine di Nurse With Wound.
DOGS BLOOD RISING (Layla)
Invocazione malefica quella di Christus Christus che introduce al secondo album, ancora per la belga Layla, splendida cult-label dei primi ottanta. Dogs Blood Rising sbandiera citazioni medioevali sin dall’iconografia della cover. Il tributo già vagheggiato in Ach Golgotha che sottotitolava Maldoror Is Dead, a Isidore Ducasse, pseudonimo di quel Lautremont riconosciuto come ispirazione essenziale per gran parte dei ‘maledetti’ francesi, nella visionarietà, nell’intensità declamatoria si specchia ora anche stilisticamente in diversi frangenti nell’autore dei Chants Of Maldoror, scomparso a soli ventiquattro anni. Bimbi innocenti rincorrono filastrocche inquietanti secondo una peculiarità che diventerà poi abituale in Current, la componente rumorista diretta da Stapleton si ripete elementare ma efficace, voci torturate e possedute che nella superba Raio no terrasu, un omaggio a Yukio Mishima, registrato nel giorno del tredicesimo anniversario del harakiri dello scrittore giapponese, blasfemizzano atmosfere prelevate di peso da cattedrali gotiche, in un contesto in cui la vena iconoclasta di Tibet ha finalmente incontrollato, compiaciuto sfogo.
LIVE AT BAR MALDOROR (Mi-Mort)
Opportuno viene allora Maldoror Is Dead, oltre quaranta minuti spartiti in due ’composizioni’, Alone Into Alone e Only Shadows Of Hooks, registrate dal vivo; la prima, ottima, predilige il caos, la seconda implacabile si impegna in una estenuante iterazione persino troppo ‘carica’, di certo meno impermeabile alle ingiurie del tempo rispetto a gran parte del materiale realizzato negli anni da David. Importanti i punti di contatto con la prima generazione industrial di Cabs e Throbbing Gristle, con l’applicazione nel caso della teoria di questi ultimi, che ritenevano la performance unica ed irripetibile, bastevole a se stessa per giustificarsi ed essere documentata, polverizzando obblighi formali. Si può intuire che tipo d’ambiente venisse a generarsi di fronte ad una esibizione di tal natura, assai prossima all’esecuzione di un rituale (che non mancava dei suoi lampi di sana ironia, se ci si concedeva lo sfregio di Sound Of Silence di Simon & Garfunkel, qui non presente), che priva delle premesse ‘politiche’ dei pionieri suddetti concentrava il proprio interesse su temi sbrigativamente definiti come ‘satanici’. In realtà, nella frettolosa valutazione alcuni trovavano comprensibile incoraggiamento dal fatto che Tibet vantasse militanza nell’O.T.O., l’Ordo Templi Orientis, ispirato dal verbo di Aleister Crowley e che lo stesso nome del progetto, appartenesse ad una setta di medesimo orientamento con la quale Tibet ha sempre dichiarato di non possedere alcuna relazione.
NIGHTMARE CULTURE Mini Lp (Layla)
Split con Sickness Of Snake, occasionale, temibile, combutta tra Coil e Boyd Rice; Current occupano con una lunga, splendida Kill Killkilly la prima facciata, un coacervo magmatico di voci deliranti, stralci di canto gregoriano centrifugato, formule misteriche masticate in cadenze perfette nel procurare sgomento, echi di crepuscolari marce militari. Oltre ai soliti collaboratori spicca la presenza del rude Steve Ignorant dei Crass.
IN MENSTRUAL NIGHT Picture Disc (United Dairies/Maldoror)
Penalizzato da una stampa in picture non perfetta, In Menstrual Night è il lavoro in cui la presenza ispirativa di Steven Stapleton si fa maggiormente sentire; Sucking Up Souls è concettualmente di stampo integralmente rumorista con permanente intersecarsi di voci turbinanti in disperati rosari e scherzi di bambini inconsapevoli di una minaccia che sembra incombente. Aria spessa, claustrofobia soffocante che secca la gola, melodie celestiali frammentate che sembrano ricondurre ad un passato felice che rimuovere è impossibile tanto da prendere per un attimo il sopravvento. Ancor più nella medesima via To Feed The Moon, anch’essa oltre i venti minuti, molto e un po’ banalmente percussiva, puntellata di loops ossessivi, complessivamente non al livello delle pagine migliori di Current 93. Del cast fanno parte Hilmar Orn Hilmarson, meglio noto come HOH, islandese, ex Peyr e PTV, che in più occasioni collaborerà con David, John Balance dei Coil, la consorte di Steven, Diana Rogerson. Durissima l’immagine di un crocifisso col corpo del Cristo mutilato al busto e con un braccio mozzato.
HAPPY BIRTHDAY PIGFACE CHRISTUS 12 (Layla)
Lo scoccare della metà degli ottanta introduce novità determinanti nei Current. Tibet si trasferisce in Islanda , e soprattutto l’amicizia con Douglas P. di Death In June diventa sodalizio artistico. E’ radicale la virata del singolo per Layla , che s’apre alla formula della ballata che diventerà modulo ampiamente esplorato da David negli anni a venire. Scritte a quattro mani con Douglas, Happy Birthday Pigface Christus e Black Flowers Please hanno ampi margini di stupore, sia perché si è posti di fronte a due ‘canzoni’, sia pur destrutturate e percorse da un Tibet vocalmente indiavolato, sia perché dopo un’intro perfida che sulle note di Silent Night vede la celestiale voce di Rose McDowall garrire “pigface Christus is born”. Tibet si scatena in immaginari difficilmente non definibili blasfemi nella narrazione della natività nei termini di “nella notte mestruale, quando il rosso diventa nero, Cristo striscia dalla fessura di Maria, avvinto a stracci, flagellato nel fango, il bimbo è sporco di sangue e lacrime, Cristo faccia di porco è nato”. La ‘citazione’ dell’immancabile Happy Birthday To You adattata alla malefica causa di David completa l’opera. Mai Current 93 furono tanto ‘fruibili’ musicalmente quanto così scopertamente estremi verbalmente.
DAWN (MiMort)
Contenente probabilmente materiale precedente ad Happy Birthday..., Dawn, edito in duemila copie, ribadisce la formula di un pezzo per facciata, dividendosi tra una prima side in studio l’altra dal vivo, e restituisce agli ortodossi i Current 93 degli esordi. L’album non è annoverabile tra i fondamentali della formazione presentando la classica Maldoror Is Dead (il titolo è nella mia copia illegibile, graffiato sul vinile che al centro non ha label), già nota su cassetta come Maldoror est mort, un crescendo spettrale con finale che abbraccia la pura cacofonia, e Great Black Time, episodio tutto sommato minore che si costruisce su un ininterrotto loop che ripete “destruction” ad libitum. Curiosità meritevole di menzione le rune incise vicino ai titoli, rara traccia concessa da Tibet in una discografia sterminata a simboli tanto cari a censori e benpensanti.
IMPERIUM (Maldoror)
In attesa dell’annunciato Swastikas For Noddy, a sorpresa, sempre con tiratura limitata a duemila esemplari, viene pubblicato Imperium, spartiacque tra le due fasi creative di Tibet. Lavoro superlativo, combattuto tra dilatati momenti di quiete con rarefatte basi di tastiere percorse dalla voce di David in ininterrotta trance e improvvise deflagrazioni di trasporto pressoché mistico, con l’intrusione di un frangente del celebre inno delle Totenkopf Brigaden hitleriane, Imperium testimonia d’un periodo estremamente fertile per Current 93, e propone per la prima volta quel sommesso crepuscolarismo che diventerà peculiarità permanente del progetto di Tibet: uno spettro di morte percorre il vinile, pezzi senza titoli e solo poche liriche stampate su label e backcover che esordiscono “...alcuni muoiono quando sono nel grembo materno, altri sulla terra appena nati...”
CROWLEYMASS 12 (Layla )
Accreditato come Current 93/HOH, Crowleymass più che festeggiare l’anniversario della nascita di Crowley, ritratto in copertina in veste di accigliato Bambino Gesù, in realtà è un monito sarcastico che invita gli ‘adoratori’ crowleiani dell’ultima ora a rivolgersi altrove, ad affrettarsi magari ad anticipare il trend successivo. In un contesto danzerino Tibet esordisce con “ok, boys and girls, let’s go!” che direi smantella ogni ipotesi celebrativa del ‘Magus’, i cui dettami Tibet rispetta e in parte diffonde (un esempio su tutti quel “love is the law, love under will” più volte riportato negli inserti dei dischi e qui citato in chiusura) ma non in forma vacuamente esibizionistica. Il disagio di David sfocia nell’arguta Crowleymass, al cospetto della presunta diffusione di ‘massa’ (ovviamente allora in contesti ristretti) delle idee crowleiane; sin troppo facile osservare quanto l’attualità di quel pezzo, di quell’intuizione, di quel sentire si sveli sempre più pressante nella galoppante banalizzazione del Negativo offerta in stock.
SWASTIKAS FOR NODDY (Layla)
Completato dopo mille ripensamenti nell’estate dell’87, Swastikas For Noddy è la migliore risposta a chi ha sempre accusato Current 93 di una certa uniformità nei loro parti. Coadiuvato da Douglas P., Boyd Rice, Ian Read, poi Fire & Ice, Stapleton, John Balance di Coil, HOH, Freya Aswinn, poi con Sixth Comm, David firma uno dei suoi capolavori, a partire dal prologo di Benediction passando per l’interpretazione eccellente di un testo della tradizione celtica in Oh Coal Black Smith, per la nota Black Flowers Please, per il crescendo urticante di The Final Church, per i residui alla Dogs Blood Rising di Panzer Rune, per la freakeria hippie di The Summer Love, per la straniante filastrocca carillon e voce di The Noddy, per il superbo cameo di Douglas P. di Angel (poi anche nel repertorio Death In June), per l’incredibile cover di Since Yesterday delle Strawberry Switchblade, duo di culto in cui militava Rose McDowall (un dovere il loro album omonimo dell’85), per la cattiva Beausoleil, fino all’epilogo in gloria di Malediction.
CHRIST AND THE PALE QUEENS MIGHTY IN SORROW (Maldoror)
Siglato come Current 93 And The Black And Red Menstrual Show, è pubblicato, almeno ufficialmente, in 93 copie. Quattro facciate di cui una graffitata da Stapleton per cinque brani, non sempre brillanti, che passano dall’incatenante fruibilità di The Ballad Of The Pale Christ (viene pubblicata anche come The Ballad Of The Pale Girl, in versione ‘morbida’, fors’anche preferibile, in uno split single formato 12”, con Nurse With Wound che presentano Swamp Rat) alla perforante ossessività di pezzi come Christ And The Pale Queens Might In Sorrow o Dogun. Nella line-up figura anche Tony Wakeford che ha appena inaugurato il suo nuovo progetto Sol Invictus.
THE RED FACE OF GOD 12 (Maldoror)
Inteso originariamente come 7” diventa un 12” con due brani risalenti alle sessioni di Christ And The Pale..., tirato in 666 copie. La title-track è un’efficace litania recitata da Tibet su una iterativa base elettronica, The Breath And The Pain Of God, una evidente improvvisazione non particolarmente significativa in cui duettano senza incontrarsi David e Rose.
EARTH COVERS EARTH Mini Lp (United Dairies)
Una copertina che demolisce l’immagine di Current 93 come congrega di loschi fuguri; variopinta la compagnia che inscena Earth Covers Earths, i soliti noti vicino a Tibet. Sei pezzi per un mini di assoluta brillantezza, conciliante nel girotondo di The Dilly Song, fascinosamente bucolica Hourglass For Diana, con vette supreme nell’abile esercizio di riscrittura di Fields firmata Wakeford, trasformata in una commovente Earth Covers Earth sontuosamente arricchita poi in Time Tryeth Truth, e nella concettosa Rome For Douglas P., che vaticina “...when Rome falls, falls the world...”
LOONEY RUNES Mini Lp (Durtro)
Una prima facciata con due pezzi in studio, Panzer Ruin, che (sin dal titolo) s’autocita ripetutamente in un crogiuolo che rispolvera i Current dei primordi con elettronica elementare e Tibet imbizzarito, e That’s All Folks, che rinnova nostalgie rumoriste, e la b-side che raccoglie un pugno di brani da un concerto tenuto a Tokyo, con qualche omissione nella track-listing. Episodio decisamente minore, le cui attrattive maggiori restano la copertina con un simpatico essere dagli Inferi che ha spodestato Bugs Bunny in questa versione corretta delle ‘Looney Tunes’ e il poster che, alla maniera dei manifesti di propaganda dello Zio Sam, invita ad arruolarsi nella Final Church Of The Noddy Apocalypse.
ISLAND (Durtro)
Island è un piccolo tributo alle terre d’Islanda in cui spesso ha soggiornato dalla metà degli ottanta. Le registrazioni occupano un lasso temporale di cinque anni ed il lavoro è accreditato anche ad HOH. David, con l’eccezione di Stapleton e HOH, si prova ad altre, inedite collaborazioni maturate in quelle lande, tra cui spicca una Bjork non ancora popstar conclamata, perfetta in Falling, e sarà questo il motivo per cui l’album rappresenta capitolo a sé nella discografia dei Current, scevro di clamori, con costanti riferimenti alla tradizione cosmica, con vezzi classicheggianti (introdotti da HOH che fuor di pseudonimo ha prodotto lavori in quel senso di rara bellezza, su tutti Children Of Nature per Touch). Decisamente molto più curato come suoni rispetto al solito, Island, oltre ad una sequenza di brani davvero sorprendente per ispirazione presenta anche una versione celestiale della terribile Fields Of Rape che Tibet scrisse con Douglas per Nada! dei Death In June. L’ album è tra gli irrinunciabili, un ponte con i Current degli ultimi anni.
HORSE (Cerne)
E’ reperibile in vinile solo come parte di un cofanetto verde limitato con Lex Talionis dei Sol Invictus e Lambs Sister di Nurse With Wound. In piedi su alte strutture di violino grattato, effettacci di chitarra e svolazzi di piano, Tibet apre, spiritato, con Diana, mentre con The Death Of The Corn, titolo promesso per un album triplo mai pubblicato per raccogliere fondi per la causa tibetana e riciclato per l’occasione, scendono in campo Wakeford e Douglas P. per la ballata di rito; insolito e non memorabile è il tripudio noise di Tree. La seconda facciata è interamente occupata da Horse, catturata dal vivo con Tibet attorniato da quattro giapponesi nella dimensione della classica formazione rock, performance non facile per David e per il pur ben disposto ascoltatore, essendo il pezzo interminabile. Tra i brani meno digeribili della discografia dei Current 93, Horse è uno stranito immergersi nelle tipologie del rock, sia pur alternativo, che poco conquista. Poco dopo uscì anche un 12 con un contributo per ogni formazione tratto dai tre dischi, senza nessuna rilevanza.
AS THE WORLD DISAPPEARS.... (Durtro)
Permane il desiderio di Tibet di immortalare esibizioni live ma Live At Bar Maldoror e Dawn sono lontanissimi; As The World Disappears... ferma una sera di dicembre ‘90 ad Amiens a ‘La lune des pirates’ ed è risposta eloquente agli abusi di Horse. In una soffusa dimensione da camera, Current 93 ripropongono belle versioni di The Death Of The Corne Earth Covers Earth (Terra tegit terram), una Horse catatonica, una gustosa anticipazione del bizzarro requiem con tanto di marcia funebre di A Song For Douglas After He’s Dead che sarà in Thunder Perfect Mind, ma anche pezzi inediti che resteranno tali, notevoli nei casi di Lament For Her, e dell’angelica, struggente They Returned To Their Earth, arpa e violino in delicato abbraccio.
THUNDER PERFECT MIND (Durtro)
E’ un parto gemellare, Thunder Perfect Mind, esce infatti in contemporanea con un album dello stesso titolo di Nurse With Wound; è il primo atto dei Current 93 come li conosce chi vi si accosta di queste stagioni. Un album splendido e d’ispirazione altissima, in cui l’abbandono a nobiltà folk, a strumentazione classica, al libero fluire poetico non più vincolato da tentazioni iconoclaste produce frutti rigogliosi. Oltre settanta minuti commoventi per intensità in cui trova posto anche una cover dei Sand, When The May Rain Comes, formazione d’area prog dei Settanta, a rendere visibile una viscerale passione per il genere da parte di David, tra l’altro acuto collezionista in materia. Molti dei brani sono dedicati a persone vicine a Tibet, su tutti merita esser ricordato Hitler As Kalki, dedicato al padre, uno dei primi militari dell’esercito britannico ad entrare nel campo di concentramento di Belsen, pezzo generato dalla teoria che Hitler fosse la decima incarnazione di Vishnu, chiamata Kalki, venuto su un cavallo bianco per chiudere un’era dell’umanità. Le note a margine della canzone in cui David si auspica, poco avventatamente, distruzione per il generarsi di un nuovo inizio non mancarono di recargli sdegnate stigmatizzazioni...
HITLER AS KALKI CD only (Durtro)
...tanto da meritare una puntuale ma naturalmente ambigua precisazione in Hitler As Kalki, CD mid-price che supera comunque i cinquanta minuti con rielaborazioni eseguite dal vivo di Imperium, Christ And The Pale Queens..., di All The Stars Are Dead Now, da Thunder.., e ovviamente della title-track. Al di là della curiosità che due episodi sono registrati nella chiesa gotica di St. Germain ad Amiens, un’emissione solo per completisti.
THE NODDING GOD UNVEILED CD single (Durtro)
La prima apparizione di Noddy in un disco di Current è sulla copertina di Happy Birthday...; ma la sua presenza è a dir poco ricorrente in tutta la discografia del progetto. Noddy è un personaggio assai noto tra i bimbi delle isole britanniche e Tibet ha per lui vera devozione, tanto da aver creato la già citata Final Church Of The Noddy Apocalypse; lungi dal volerne fare un culto alternativo, l’unica iniziativa ad oggi visibile della ‘Chiesa’ è la pubblicazione di un fumetto, chiaramente con Noddy protagonista, con allegato un CD singolo con due pezzi di vago appeal ed interesse, soprattutto Love Dance Of The Nodding Folk, con la stridula ‘voce’ di Noddy a dominare.
OF RUINE OR SOME BLAZING STARRE (Durtro)
Degno successore di Thunder Perfect Mind. Le atmosfere si gonfiano ancora di pura crepuscolare poesia (non a caso il sottotitolo dell’album è ‘The Broken Heart Of Man’) che svela un inafferrabile senso di nostalgia e tristezza vissuta in raccoglimento e solitudine. Tibet, amante della citazione da sempre, si scatena in tal senso riprendendo partiture mutuate da secoli trascorsi e abilmente riadattati alla sua sensibilità, riportando passi di S. Francesco di Sales o dal Vangelo di Tommaso, in un lavoro che inaugura l’applicazione della struttura del concept, ereditata dalla tradizione progressive, che caratterizzerà regolarmente le produzioni di Current 93 fino all’oggi, alla trilogia TheInmost Light. E’ mesto il tono dell’album, di una liricità sommessa e carezzevole... “hurry now, the sun is descending, the shadows wait to play...”
LUCIFER OVER LONDON Mini Lp (Durtrohoho)
Abbandonati i temi ‘demoniaci’ da qualche tempo, David ritorna sull’argomento col mini Lucifer Over London, rosso e nero copertina e label, rosso il vinile. Il pezzo guida del lavoro, in due parti divise da scampanii di chiesa è ispirato da un racconto di Leslie Allin Lewis, The Tower Of Moab, datato 1934, Sad Go Round è un altro omaggio al rock progressivo dei settanta essendo una cover dei Groundhogs, cui ben s’adatta la partecipazione di Nick Saloman/Bevis Frond già gravitante da qualche tempo nell’orbita Current. Il retro ospita la lunga, pregevole, The Seven Seals..., sulla specie di una Imperium evoluta, ispirata all’intro di John Balance in Horse Rotorvator di Coil e dedicata al gatto di Tibet, Mao, scomparso ‘in grazia del Signorniente’... “and sixsixsix it makes us sick, we’re sicksicksick of 666’. . .”
THE FIRE OF THE MIND CD only (Durtro)
A James Low era dedicata Kill Killykill in Nightmare Culture; Low è traduttore e studioso di testi provenienti dal Tibet, e l’adesione al buddismo di David e la stima enorme nutrita per lo scrittore ha fatto sì che Current 93 realizzassero appositamente un brano di venti minuti da allegare in CD al suo libro Simply Being. Items indissolubili tanto da far precisare a David in forma d’anatema che “non può essere venduto separatamente al libro, ogni inferno si aprirà all’istante per chi lo farà”. Fire Of The Mind è episodio di ambient meditativa davvero rimarchevole.
TAMLIN 12 (Durtro)
Duemila copie, finalmente numerate, per un singolo di fascino elevatissimo, a celebrazione di Halloween ‘94. Tamlin è pezzo prelevato dalla tradizione folk britannica che secondo Tibet “dimostra come il vero amore alla fine conquista ogni cosa, anche l’inferno”; l’interpretazione è sublime. Sull’altro lato How The Great Satanic Glory Faded, dedicato a Tiny Tim, personaggio a dir poco estroso, scomparso recentemente dopo una lunghissima attività di ‘trovatore’, è l’ennesima conferma del magmatico immaginario di Tibet, straordinariamente vivace e peculiare; forse un po’ invadente la chitarra di Nick Saloman.
WHERE THE LONG SHADOWS FALL 12 (Durtro)
E’ l’apertura della trilogia TheInmostLight, una terna di lavori stupefacenti. Inciso solo su una facciata, vinile trasparente, Where The Long Shadow Fall è condotto nella sua interezza da un campionamento di voce femminile che implora “happiness”, cori femminili sommersi, Tibet sussurrante, rarefatta base elettronica. Purissima magia. I proventi di TheInmostLight verrano impegati per il restauro della tomba di Louis Wain, pittore assai amato da David. Suo il dipinto rappresentato in copertina.
ALL THE PRETTY LITTLE HORSES (Durtro)
Secondo capitolo, assai più sostanzioso. In All The Pretty Little Horses l’intento di Tibet di creare lavori conchiusi in una profonda concettualità, anche compositiva (splendido il tema che ricorre nel dipanarsi dell’album), si realizza come mai in precedenza. “Siamo ombre ed ombre inseguiamo”, citando Edmund Burke, autore del settecento, pone a lapide del lavoro; David oramai è ben oltre, sfuggono legami col terreno, la sua è una poetica che s’attesta alta, irraggiungibile, che richiede sacrificio ed impegno, che non conosce immediatezze ma che stordisce d’estrema malinconia. Consapevolezza del nulla combattuta, verso un’inevitabile sconfitta, attraverso uno slancio poetico totalmente estraneo al circostante. Nick Cave presta voce in un paio di episodi, oscuro capire cosa spartisca con tanta cristallina sincerità.
THE STARRES ARE MARCHING SADLY HOME 12 (Durtro)
La trilogia si chiude, con spesso velo d’amarezza. The Starres Are..., vinile vermiglio, ancora una sola facciata incisa, è il frangente più ostico di TheInmostLight, con una prima parte ispida che prelude alla resa conclusiva, atmosfere sospese liberate dalla dolcezza della voce di Shirley Collins (una cantante di traditional folk di cui Tibet ha ristampato il retrospettivo, superbo Fountain Of Snow) che intona una preziosa ninnananna... “Hush you bye don’t you cry, go to sleepy little baby, when you wake you shall ride all the pretty little horses...”
THE REST
A margine, importante rammentare diverse altre cosette. In primo luogo i due lavori accreditati come Stapleton/Tibet, The Sadness Of Thing (United Diaries) e Musical Pumpkin Cottage (United Durtro), entrambi strutturati in due lunghissime suite e caratterizzati da forte impronta seventies. Particolarmente ostico il primo, con la title-track di oltre trenta minuti piuttosto freak, e The Grave And Beatiful Name Of Sadness, in cui per la verità David non è presente, colonna sonora di un film di Diana Rogerson (Twisting The Black Threads Of My Mental Marionettes), genericamente ambient. Più interessante l’altro, con le notevoli The Dead Side Of The Moon e Bubblehead, lussureggianti di idee e altrettanto distanti dagli usuali scenari creati da Current 93 e Nurse With Wound.
Due raccolte, sui generis peraltro, devono essere ricordate: una senza titolo, divisa con Death In June, uscita per NER con veste grafica mirabile, che nella side Current 93 oltre a riproporre Since Yesterday e Oh, Coal Black Smith, offre tre inediti, tra cui la bella The Signs And The Sighs Of Emptyness. L’altra, Emblems:The Menstrual Years, è un doppio CD concepito da Steven Stapleton che ha scelto e mixato insieme - con risultati apprezzabili - ventotto pezzi del repertorio Current 93 del decennio ‘82/’92.
Detto che le versioni o ristampe in CD presentano sempre bonus tracks, perlopiù remix (la ristampa di Swastikas For Noddy, rivisto assai, titola Crooked Crosses For The Nodding God), e che esistono le versioni in cassetta di Nature Unveiled e Dogs Blood Rising con tre pezzi in più (restano solo su cassetta invece Mimort e Nylon Coverin’ Body Smotherin’ con NWW), giusto sottolineare apparizioni su compilazioni fondamentali come The Fight Is On (Layla), con Coil, Organum, Hafler Trio, NWW, Robet Haig Lustmord, Devastate To Liberate con Sema, Crass , Annie Anxiety e altri; The Fight Is On, con ricavato devoluto all’Animal Liberation Front; From Torture To Conscience (NER), con Death In June, Clair Obscur, In The Nursery e Iron In Flesh, e la recente Terra Serpentes, doppio CD con un brano per venti e più nomi del giro World Serpent.
Nella serie ‘Current 93 presents’ hanno ad oggi trovato spazio Tantric Rnyingma Chant Of Tibet, registrazione di canti del Venerable ‘Chimed Rig’Dzin Lama Rinpoche, il menzionato Fountain Of Snow di Shirley Collins, Crystal di Harry Olfield, sorta di new age colta, Edda, dell’anziano poeta islandese Sveidjorn Beinteinsson.
Tibet altresì è stato parte del progetto estemporaneo Aryan Acquarians (Meet Their Waterloo per Layla) e ha partecipato anche ad un numero ragguardevole di dischi altrui, che mi si permetterà di non citare integralmente; ha collaborato a lavori di 23 Skidoo, Death In June, Sol Invictus, Nurse With Wound, Psychic TV, Bevis Frond, In Gowan Ring, Nature And Organisation (sigla di cui è titolare Michael Cashmore, assidua la sua presenza negli ultimi Current), Magik Lantern Cicle.
In chiusura un cenno al mini CD Seven Seals, ultima uscita riguardante Current 93 - di qualche settimana fa - a celebrare una terna di concerti tenuti con Tiny Tim a New York e Londra; oltre alla versione originale della Seven Seals già comparsa in Lucifer Over London, il programma prevede un contributo a testa per NWW, Tiny Tim e Nature And Organisation, questi ultimi in una interpretazione di To You dalla penna di Jacques Brel.
(the picture: David Tibet, copyright Giulio Di Mauro)
[pubblicato su Blow Up #2, Settembre/Ottobre 1997]
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