College-Rock Revival
College-Rock Revival
di Alessio Budetta

[nell’immagine: Courtney Barnett, foto di Tayette O’Halloran)

Storciamo il naso alla sigla “college rock” con un po’ di dimenticanza, con un po’ di snobismo e con qualche decennio di ascolti tosti alle spalle, eppure dietro a quella sigla, così duttile per tanta musica indipendente pre-alternative e pre-indie, si celavano alcune delle rivelazioni sonore più importanti di tutte le nostre vite. Ma è anche una fatale mancanza di romanticismo che ci porta a liquidare il succo di quella definizione come “cazzatine”, tenendoci stretti i Belle and Sebastien giusto per sentirci giovani all’occorrenza, quando invece quell’idea edulcorata e americanissima, il college, con quel suo brulicare di brufoli, amorini e prime responsabilità è stato a suo modo un motore trainante dei nostri sogni durante la nostra crescita americumanistica durante le nostre giovani età.
Che vi piaccia o no, oggi gli stessi fermenti, le stesse chitarre, gli stessi scarabocchi riportati sulle copertine dei dischi e le stesse ondate di acne tardiva bussano di nuovo alla porta della nostra attenzione, proprio dagli stessi luoghi di allora - i college americani, i ventenni di oggi - e con le stesse modalità - gli stessi generi musicali, precisi identici. Ovvero un indie pre-indie primigenio e semplicistico che parte idealmente dai primi R.E.M. e dai Replacements per abbracciare l’avvento di Pixies e Pavement, fino a traboccare in generi vessilliferi di adolescenze quali post-core, lo-fi, indie folk e addirittura emo-core (tutto su questo genere bistrattato sul lontano Blow Up #18). […]

…segue per 6 pagine nel numero 221 di Blow Up, in edicola a Ottobre 2016 al costo di 6 euro

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Tag: College-Rock Revival
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