Colle der Fomento
Colle der Fomento
di Daniele Rosa
Esco di casa e ci sto dentro – non sono mai stato un grande appassionato di rap, né della romanità, anzi, da adolescente nascondevo l’accento e mi tenevo alla larga, con un po’ di timore, dai ragazzi che si radunavano a piazzale Flaminio e facevano “l’hip hop”. Difficilmente, però, ho attraversato il traffico della Capitale una sola volta, da vent’anni a questa parte, senza pensare a Il cielo su Roma. Il cielo su Roma è una canzone rap del Colle der Fomento, two MC’s and one DJ uniti, da ragazzini, da una cultura e da un genere musicale del tutto estranei all’Italia e diventati oggi, da uomini, oggetto di culto e punto di riferimento nel nostro Paese di quella stessa cultura, forse ancora oggi estranea. Il cielo su Roma venne pubblicata nel 1999 come secondo singolo tratto da Scienza Doppia H, l’album, il secondo del trio, che seguiva a tre anni di distanza il classico istantaneo che era stato Odio Pieno, e riportava bruscamente su un piano hardcore la pittoresca romanità funk dei “coatti” cantata negli stessi mesi dal Supercafone del Piotta – anche lui del giro e autore, forse suo malgrado, di una hit che superò di molto i confini dell’underground cittadino, viaggiando mille volte più veloce dei “pezzi” e dei tag per mezzo dei quali le minuscole crew delle nostre periferie si conquistavano il territorio palmo a palmo, realizzando tuttavia, rispetto a loro, una conquista molto più effimera. Dei talk-show televisivi sul fenomeno, dei videoclip in heavy rotation sulla televisione, dei passaggi radio, persino dei film distribuiti nei cinema sull’intero territorio nazionale, oggi non resta niente. Restano invece le scritte sui muri, per quanto sbiaditi sono ancora lì gli “scarabocchi” che scandalizzavano le nostre madri e, se non ci sono più, ricordiamo tutti a perfezione i posti in cui erano. Resta la musica, non tutta, ma quella fatta con il cuore. Resta la musica dei Colle der Fomento che, nei giorni in cui escono il nuovo album Adversus e il film-documentario X tutto questo tempo, accettano di incontrarmi per raccontare ai lettori di Blow Up i giorni in cui è iniziato tutto. […]
…segue per 6 pagine nel numero 249 di Blow Up, in edicola a febbraio 2019
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#249) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Esco di casa e ci sto dentro – non sono mai stato un grande appassionato di rap, né della romanità, anzi, da adolescente nascondevo l’accento e mi tenevo alla larga, con un po’ di timore, dai ragazzi che si radunavano a piazzale Flaminio e facevano “l’hip hop”. Difficilmente, però, ho attraversato il traffico della Capitale una sola volta, da vent’anni a questa parte, senza pensare a Il cielo su Roma. Il cielo su Roma è una canzone rap del Colle der Fomento, two MC’s and one DJ uniti, da ragazzini, da una cultura e da un genere musicale del tutto estranei all’Italia e diventati oggi, da uomini, oggetto di culto e punto di riferimento nel nostro Paese di quella stessa cultura, forse ancora oggi estranea. Il cielo su Roma venne pubblicata nel 1999 come secondo singolo tratto da Scienza Doppia H, l’album, il secondo del trio, che seguiva a tre anni di distanza il classico istantaneo che era stato Odio Pieno, e riportava bruscamente su un piano hardcore la pittoresca romanità funk dei “coatti” cantata negli stessi mesi dal Supercafone del Piotta – anche lui del giro e autore, forse suo malgrado, di una hit che superò di molto i confini dell’underground cittadino, viaggiando mille volte più veloce dei “pezzi” e dei tag per mezzo dei quali le minuscole crew delle nostre periferie si conquistavano il territorio palmo a palmo, realizzando tuttavia, rispetto a loro, una conquista molto più effimera. Dei talk-show televisivi sul fenomeno, dei videoclip in heavy rotation sulla televisione, dei passaggi radio, persino dei film distribuiti nei cinema sull’intero territorio nazionale, oggi non resta niente. Restano invece le scritte sui muri, per quanto sbiaditi sono ancora lì gli “scarabocchi” che scandalizzavano le nostre madri e, se non ci sono più, ricordiamo tutti a perfezione i posti in cui erano. Resta la musica, non tutta, ma quella fatta con il cuore. Resta la musica dei Colle der Fomento che, nei giorni in cui escono il nuovo album Adversus e il film-documentario X tutto questo tempo, accettano di incontrarmi per raccontare ai lettori di Blow Up i giorni in cui è iniziato tutto. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000