Ches Smith & Matt Mitchell
Ches Smith & Matt Mitchell
di Federico Savini
[nell’immagine: Ches Smith e Matt Mitchell, foto di John Rogers]
Si sono incontrati veramente a metà strada. Entrambi sui 40, a New York per motivi di lavoro (per un jazzista non c’è altro posto, a parte forse Tokyo…), ma provenienti uno dalla California e l’altro dalla Pennsylvania. Ches Smith suona la batteria, è partito dal rock underground, ha una perversione per la musica percussiva haitiana – che sfoga spesso e volentieri in sarabande notturne nei vicoli della Grande Mela - e non schifa il metal. Però gli piace comporre, i colleghi non lo lasciano in pace un minuto, reclamandone i servigi ad ogni pio sospiro, e ultimamente più che la batteria gli interessano i vibrafoni. Dall’altra parte Matt Mitchell è un sessionman di lusso, eclettico e pure lui indaffaratissimo, ma soprattutto è pianista e compositore, e quando suona la “sua” musica lo fa in modo percussivo, rigoroso e spigoloso, sempre sofisticato ma con le idee paurosamente chiare e senza andarci troppo per il sottile. Rispetto al collega, ci son voluti dieci anni in più per tirarlo fuori dal guscio, ma quello della mortalità infantile (del talento) è un problema più del jazz che del rock, si sa, e dopo essersi mortificato a sufficienza per qualche anno, il buon Matt ha deciso di buttarsi nella mischia a New York. A qualche anno dal loro incontro, con le discografie che crescono e non documentano che una piccola parte di quello che le collaborazioni e l’inesausta attività live stanno celando a noi poveri provinciali, oggi è facile indicare in Ches Smith un musicista che, come pochi, ha abbattuto con disinvoltura gli steccati tra l’avant-rock e l’avant-jazz, laddove il più ortodosso e ancora misconosciuto Matt Mitchell è una specie di “indicatore vivente” della migliore musica jazz del presente, non avendo praticamente mai sbagliato un colpo a livello discografico. […]
…segue per 10 pagine nel numero 215 di Blow Up, in edicola ad Aprile 2016 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#215) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell’immagine: Ches Smith e Matt Mitchell, foto di John Rogers]
Si sono incontrati veramente a metà strada. Entrambi sui 40, a New York per motivi di lavoro (per un jazzista non c’è altro posto, a parte forse Tokyo…), ma provenienti uno dalla California e l’altro dalla Pennsylvania. Ches Smith suona la batteria, è partito dal rock underground, ha una perversione per la musica percussiva haitiana – che sfoga spesso e volentieri in sarabande notturne nei vicoli della Grande Mela - e non schifa il metal. Però gli piace comporre, i colleghi non lo lasciano in pace un minuto, reclamandone i servigi ad ogni pio sospiro, e ultimamente più che la batteria gli interessano i vibrafoni. Dall’altra parte Matt Mitchell è un sessionman di lusso, eclettico e pure lui indaffaratissimo, ma soprattutto è pianista e compositore, e quando suona la “sua” musica lo fa in modo percussivo, rigoroso e spigoloso, sempre sofisticato ma con le idee paurosamente chiare e senza andarci troppo per il sottile. Rispetto al collega, ci son voluti dieci anni in più per tirarlo fuori dal guscio, ma quello della mortalità infantile (del talento) è un problema più del jazz che del rock, si sa, e dopo essersi mortificato a sufficienza per qualche anno, il buon Matt ha deciso di buttarsi nella mischia a New York. A qualche anno dal loro incontro, con le discografie che crescono e non documentano che una piccola parte di quello che le collaborazioni e l’inesausta attività live stanno celando a noi poveri provinciali, oggi è facile indicare in Ches Smith un musicista che, come pochi, ha abbattuto con disinvoltura gli steccati tra l’avant-rock e l’avant-jazz, laddove il più ortodosso e ancora misconosciuto Matt Mitchell è una specie di “indicatore vivente” della migliore musica jazz del presente, non avendo praticamente mai sbagliato un colpo a livello discografico. […]
…segue per 10 pagine nel numero 215 di Blow Up, in edicola ad Aprile 2016 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#215) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000