Blow Out Speciale 2022
Blow Out Speciale 2022
di Roberto Curti
Gli Incontentabili
Da bambino andavo matto per un Carosello della Ignis che si chiamava “Gli Incontentabili.” Padre, madre e due figli camminano per strada impettiti e marziali come una piccola armata, accompagnati da una musica stile duello spaghetti western, ed entrano in un negozio, sempre diverso, per fare acquisti. E puntualmente non gli va mai bene nulla. Il capofamiglia, che è Giampiero Albertini (poi verrà Adolfo Celi), fa impazzire il povero commesso di turno (che ha il volto di Leo Gullotta, Gianfranco D’Angelo o dell’inarrivabile Guerrino Crivello): è arrogante, saccente, puntiglioso, spocchioso. Fino a che il commesso, stremato, pronuncia la battuta-tormentone: «Ma lei è incontentabile!» e l’altro, di rimando: «Sempre!» E, seguito da moglie e figli (rigorosamente muti e obbedienti), leva le tende. Per fortuna i quattro capitano in un negozio di elettrodomestici, dove finalmente alla vista del prodotto Ignis un sorrisone spunta sul volto che pare squadrato nel marmo di Albertini, gli occhi verdi si illuminano d’immenso. Sussurra qualcosa all’orecchio della moglie, cui, con la concessione di parlare, tocca il fatidico annuncio: «Lo compriamo!»
Ora, in questa sede interessa poco di ciò che affiora tra le righe di quel Carosello, un’Italia consumistica che si gusta l’agognato benessere (come quel frigorifero per cui Monica Vitti si era dovuta prostituire in un episodio di Le coppie diretto da Monicelli, e che qui vediamo riempirsi di ogni leccornia durante la dimostrazione del commesso Ignis) e una scelta emblematica di beni di consumo (cravatte, scarpe, occhiali da sole, persino chitarre e cineprese). Ed evito letture sulla visione maschiocentrica della famiglia-modello rappresentata, lui precursore del Furio verdoniano imbottito di nozionismo da cruciverba e serie TV, lei piacente, silente e sottomessa. Piuttosto, gli Incontentabili mi hanno sempre fatto pensare all’infelice viaggiatore (anzi, passeggere) di quell’operetta morale di Leopardi che attacca bottone col povero venditore di almanacchi, il quale cerca solo di smaltire la propria merce, e gli fa una testa così con i suoi rovelli filosofici sull’anno passato e l’anno che verrà. Solo che poi, a differenza degli Incontentabili, quello almeno sgancia i trenta soldi e si compra l’almanacco. […]
…segue per 3 pagine nel numero 296 di Blow Up, in edicola a gennaio 2023
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#296) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Gli Incontentabili
Da bambino andavo matto per un Carosello della Ignis che si chiamava “Gli Incontentabili.” Padre, madre e due figli camminano per strada impettiti e marziali come una piccola armata, accompagnati da una musica stile duello spaghetti western, ed entrano in un negozio, sempre diverso, per fare acquisti. E puntualmente non gli va mai bene nulla. Il capofamiglia, che è Giampiero Albertini (poi verrà Adolfo Celi), fa impazzire il povero commesso di turno (che ha il volto di Leo Gullotta, Gianfranco D’Angelo o dell’inarrivabile Guerrino Crivello): è arrogante, saccente, puntiglioso, spocchioso. Fino a che il commesso, stremato, pronuncia la battuta-tormentone: «Ma lei è incontentabile!» e l’altro, di rimando: «Sempre!» E, seguito da moglie e figli (rigorosamente muti e obbedienti), leva le tende. Per fortuna i quattro capitano in un negozio di elettrodomestici, dove finalmente alla vista del prodotto Ignis un sorrisone spunta sul volto che pare squadrato nel marmo di Albertini, gli occhi verdi si illuminano d’immenso. Sussurra qualcosa all’orecchio della moglie, cui, con la concessione di parlare, tocca il fatidico annuncio: «Lo compriamo!»
Ora, in questa sede interessa poco di ciò che affiora tra le righe di quel Carosello, un’Italia consumistica che si gusta l’agognato benessere (come quel frigorifero per cui Monica Vitti si era dovuta prostituire in un episodio di Le coppie diretto da Monicelli, e che qui vediamo riempirsi di ogni leccornia durante la dimostrazione del commesso Ignis) e una scelta emblematica di beni di consumo (cravatte, scarpe, occhiali da sole, persino chitarre e cineprese). Ed evito letture sulla visione maschiocentrica della famiglia-modello rappresentata, lui precursore del Furio verdoniano imbottito di nozionismo da cruciverba e serie TV, lei piacente, silente e sottomessa. Piuttosto, gli Incontentabili mi hanno sempre fatto pensare all’infelice viaggiatore (anzi, passeggere) di quell’operetta morale di Leopardi che attacca bottone col povero venditore di almanacchi, il quale cerca solo di smaltire la propria merce, e gli fa una testa così con i suoi rovelli filosofici sull’anno passato e l’anno che verrà. Solo che poi, a differenza degli Incontentabili, quello almeno sgancia i trenta soldi e si compra l’almanacco. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000