Barracudas
Barracudas
Roberto Calabṛ
La lunga vita, le due morti & resurrezioni e i molti miracoli dei BARRACUDAS.
[foto di andrea amadasi]
È NEL BEL MEZZO della tempesta punk che prende il via l’avventura artistica dei Barracudas. Proprio mentre Londra brucia e il suono rabbioso delle strade riporta il rock’n’roll alla forza espressiva delle origini, c’è qualcuno che vive in una bolla spazio temporale dove i Sixties sembrano non essere ancora finiti. Quel qualcuno risponde al nome di Robin Wills: è un giovane chitarrista londinese, vissuto in Svizzera dai 7 ai 16 anni. Quanto ritorna in città, nell’ottobre del 1976, la febbrile eccitazione generata dal punk è palpabile: “Avevo 17 anni e me ne andavo in giro per vedere quanti più concerti possibile. Una sera erano i Flamin’ Groovies all’Imperial College, la successiva i Damned all’Hope & Anchor. A dicembre ‘76 aprì il Roxy Club dove andavo la maggior parte delle sere. Alla fine degli anni Settanta Londra era un posto davvero eccitante per avere 17 anni!”. E’ in quell’atmosfera che Wills fa le sue prime esperienze musicali: “Nel ‘76 cercai di formare una band: attraverso un annuncio su Sniffin’ Glue (la celebre fanzine punk ideata da Mark Perry degli Alternative TV, NdA) incontrai un tastierista ma non riuscimmo a combinare nulla. Quindi nella primavera del 1977 mi unì a una punk band, gli Unwanted, che era già apparsa sul live al Roxy (“Roxy London WC2”, assieme a Damned, Slaughter & The Dogs, Adverts, X-Ray Spex). Con loro tenni una ventina di concerti, suonando al Marquee e in vari altri pub londinesi. Supportammo gli X-Ray Spex e gli Skrewdriver prima che diventassero un gruppo skinhead. Una sera facevamo da spalla ai Dead Fingers Talk allo Speakeasy ed è lì che conobbi Jeremy Gluck che all’epoca scriveva per Sounds”.
Gluck è un giovane canadese arrivato a Londra nell’estate del 1977 deciso a spassarsela per un po’. L’incontro fra i due fa scattare la scintilla. Quando nell’autunno dello stesso anno Wills forma il suo nuovo gruppo, i R.A.F. (acronimo di Rock And Fun), pensa subito a Gluck come cantante: “Nell’estate del ‘77 stavo iniziando ad annoiarmi della scena punk britannica e volevo mischiare le mie influenze Sixties all’energia del punk. Amavo ancora band come gli Heartbreakers, i Ramones o i Saints, ma la scena inglese stava diventando troppo seriosa e non abbastanza rock’n’roll. In quel periodo avevo già una grande collezione di dischi di garage punk americano, surf e dei girl group. Anche i Byrds stavano diventando una forte influenza, in parte anche grazie ai Flamin’ Groovies che mi insegnarono che si può avere una grande energia e che suonare a tutto volume non significa necessariamente abbandonare l’amore per la musica degli anni Sessanta”. Gluck però, finite le vacanze, è rientrato in Canada, così Wills gli scrive una lettera e gli propone di entrare a far parte del gruppo. Jeremy non se lo fa ripetere due volte, prende il primo volo per Londra e si unisce subito alla band la cui line-up è completata da Mike Sarna al basso e da un batterista di nome Marc […]
…segue per 6 pagine nel numero 174 di Blow Up, in edicola nel mese di novembre 2012 al costo di 6 euro.
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#174) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con l’invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è abbonarsi (abbonamento): risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[foto di andrea amadasi]
È NEL BEL MEZZO della tempesta punk che prende il via l’avventura artistica dei Barracudas. Proprio mentre Londra brucia e il suono rabbioso delle strade riporta il rock’n’roll alla forza espressiva delle origini, c’è qualcuno che vive in una bolla spazio temporale dove i Sixties sembrano non essere ancora finiti. Quel qualcuno risponde al nome di Robin Wills: è un giovane chitarrista londinese, vissuto in Svizzera dai 7 ai 16 anni. Quanto ritorna in città, nell’ottobre del 1976, la febbrile eccitazione generata dal punk è palpabile: “Avevo 17 anni e me ne andavo in giro per vedere quanti più concerti possibile. Una sera erano i Flamin’ Groovies all’Imperial College, la successiva i Damned all’Hope & Anchor. A dicembre ‘76 aprì il Roxy Club dove andavo la maggior parte delle sere. Alla fine degli anni Settanta Londra era un posto davvero eccitante per avere 17 anni!”. E’ in quell’atmosfera che Wills fa le sue prime esperienze musicali: “Nel ‘76 cercai di formare una band: attraverso un annuncio su Sniffin’ Glue (la celebre fanzine punk ideata da Mark Perry degli Alternative TV, NdA) incontrai un tastierista ma non riuscimmo a combinare nulla. Quindi nella primavera del 1977 mi unì a una punk band, gli Unwanted, che era già apparsa sul live al Roxy (“Roxy London WC2”, assieme a Damned, Slaughter & The Dogs, Adverts, X-Ray Spex). Con loro tenni una ventina di concerti, suonando al Marquee e in vari altri pub londinesi. Supportammo gli X-Ray Spex e gli Skrewdriver prima che diventassero un gruppo skinhead. Una sera facevamo da spalla ai Dead Fingers Talk allo Speakeasy ed è lì che conobbi Jeremy Gluck che all’epoca scriveva per Sounds”.
Gluck è un giovane canadese arrivato a Londra nell’estate del 1977 deciso a spassarsela per un po’. L’incontro fra i due fa scattare la scintilla. Quando nell’autunno dello stesso anno Wills forma il suo nuovo gruppo, i R.A.F. (acronimo di Rock And Fun), pensa subito a Gluck come cantante: “Nell’estate del ‘77 stavo iniziando ad annoiarmi della scena punk britannica e volevo mischiare le mie influenze Sixties all’energia del punk. Amavo ancora band come gli Heartbreakers, i Ramones o i Saints, ma la scena inglese stava diventando troppo seriosa e non abbastanza rock’n’roll. In quel periodo avevo già una grande collezione di dischi di garage punk americano, surf e dei girl group. Anche i Byrds stavano diventando una forte influenza, in parte anche grazie ai Flamin’ Groovies che mi insegnarono che si può avere una grande energia e che suonare a tutto volume non significa necessariamente abbandonare l’amore per la musica degli anni Sessanta”. Gluck però, finite le vacanze, è rientrato in Canada, così Wills gli scrive una lettera e gli propone di entrare a far parte del gruppo. Jeremy non se lo fa ripetere due volte, prende il primo volo per Londra e si unisce subito alla band la cui line-up è completata da Mike Sarna al basso e da un batterista di nome Marc […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000