Alice Donut
Alice Donut
di Stefano I. Bianchi
TRA I TANTI revival che abbiamo visto e vissuto negli ultimi vent’anni, quelli del noise-rock e del post-hardcore che fiorirono a cavallo tra anni ’80 e ’90 aspettano ancora una doverosa celebrazione. L’ingiustamente dimenticata formazione newyorkese del catalogo Alternative Tentacles di cui ci occupiamo in questo articolo riassume in sé caratteristiche tali da fornire il trait d’union perfetto tra i due stili. Per riassumere in due parole, gli Alice Donut furono una sorta di mix tra Butthole Surfers e Jane’s Addiction, una band tra le più curiose e originali dell’epoca: il curriculum dice sette album pubblicati a cavallo tra anni ‘80 e ’90, lo scioglimento nel ‘96 e la reunion nel 2000 con altri tre dischi di qualità altalenante ma mai indegni del passato. La loro musica era un mix psycho-punk-noise-grunge dai testi politicamente molto scorretti e provocatori che però mettevano in mostra qualità letterarie del tutto inusuali nell’ambito di riferimento: sarcastici e grotteschi raccontini di ordinaria disperazione e depravazione a base di suicidi, pedofilia, zoofilia e altre volgarità e blasfemie assortite che nell’insieme davano vita a una visione distorta e tragicomica dell’esistenza. Ma attenzione: incolmabile la distanza dalla pesante e indisponente seriosità di un GG Allin, coi Donut tutto è sempre stato all’insegna del comico e del paradossale. […]
…segue per 8 pagine nel numero 284 di Blow Up, in edicola a gennaio 2022
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#284) al costo di 10 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come piego di libri.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
TRA I TANTI revival che abbiamo visto e vissuto negli ultimi vent’anni, quelli del noise-rock e del post-hardcore che fiorirono a cavallo tra anni ’80 e ’90 aspettano ancora una doverosa celebrazione. L’ingiustamente dimenticata formazione newyorkese del catalogo Alternative Tentacles di cui ci occupiamo in questo articolo riassume in sé caratteristiche tali da fornire il trait d’union perfetto tra i due stili. Per riassumere in due parole, gli Alice Donut furono una sorta di mix tra Butthole Surfers e Jane’s Addiction, una band tra le più curiose e originali dell’epoca: il curriculum dice sette album pubblicati a cavallo tra anni ‘80 e ’90, lo scioglimento nel ‘96 e la reunion nel 2000 con altri tre dischi di qualità altalenante ma mai indegni del passato. La loro musica era un mix psycho-punk-noise-grunge dai testi politicamente molto scorretti e provocatori che però mettevano in mostra qualità letterarie del tutto inusuali nell’ambito di riferimento: sarcastici e grotteschi raccontini di ordinaria disperazione e depravazione a base di suicidi, pedofilia, zoofilia e altre volgarità e blasfemie assortite che nell’insieme davano vita a una visione distorta e tragicomica dell’esistenza. Ma attenzione: incolmabile la distanza dalla pesante e indisponente seriosità di un GG Allin, coi Donut tutto è sempre stato all’insegna del comico e del paradossale. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000