Abul Mogard
Abul Mogard
di Gino Dal Soler
Fu una notte memorabile quella del 17 agosto 2017, nei grandi spazi del Kraftwerk, l’ex centrale elettrica di Berlino dove si svolgeva l’Atonal Festival. Abul Mogard era nella line up e quello fu il mio primo impatto con la sua musica, potente nei volumi, viscerale, estatica e insieme ultraterrena, una sorta di drone ambient all’ennesima potenza, dalle ascendenze misteriose, a partire dal nome che si portava dietro. Chi era Abul Mogard, ci si chiedeva; la vulgata comune era quella dell’operaio serbo in pensione, altri suggerivano alcuni nomi grossi dell’elettronica sotto mentite spoglie, certo è che quel set completamente avvolto da veli di nebbia, complice il non meno misterico apparato visuale di Marja de Sanctis, era ammaliante proprio nel suo insieme, insomma un culto ben celato per diversi anni e una cerchia di appassionati, o se preferite di fan costantemente in crescita, capaci di seguirlo un po’ ovunque in festival e in sale di prestigio, dove fosse previsto un suo concerto. […]
…segue per 8 pagine nel numero 312 di Blow Up, in edicola a maggio 2024
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#312) al costo di 12 euro (spese postali incluse) e vi verrà spedito immediatamente come ‘piego di libri’ (chi desidera una spedizione rapida ci contatti via email).
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: non perderete neanche uno dei numeri pubblicati perché in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale vi faremo una seconda spedizione e riceverete a casa i quattro libri della collana trimestrale Director’s Cut il mese stesso della loro uscita per un risparmio complessivo di 60 euro!
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
Fu una notte memorabile quella del 17 agosto 2017, nei grandi spazi del Kraftwerk, l’ex centrale elettrica di Berlino dove si svolgeva l’Atonal Festival. Abul Mogard era nella line up e quello fu il mio primo impatto con la sua musica, potente nei volumi, viscerale, estatica e insieme ultraterrena, una sorta di drone ambient all’ennesima potenza, dalle ascendenze misteriose, a partire dal nome che si portava dietro. Chi era Abul Mogard, ci si chiedeva; la vulgata comune era quella dell’operaio serbo in pensione, altri suggerivano alcuni nomi grossi dell’elettronica sotto mentite spoglie, certo è che quel set completamente avvolto da veli di nebbia, complice il non meno misterico apparato visuale di Marja de Sanctis, era ammaliante proprio nel suo insieme, insomma un culto ben celato per diversi anni e una cerchia di appassionati, o se preferite di fan costantemente in crescita, capaci di seguirlo un po’ ovunque in festival e in sale di prestigio, dove fosse previsto un suo concerto. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000