20 ESSENTIALS: Southern Rock 1970-1980
20 ESSENTIALS: Southern Rock 1970-1980
di Stefano I. Bianchi con Calo Babando
[nell'immagine: Lynyrd Skynyrd]
LA RIFLESSIONE è lecita: si può considerare come genere a sé stante una musica definita da una connotazione geografica che, a differenza di altre similari (per esempio il northern soul inglese), copre un territorio estremamente ampio e diversificato? La risposta naturalmente è sì, e non solo: il southern rock è forse il genere più riconoscibile e culturalmente coeso di tutto il rock americano di stampo classico.
La prima indicazione, utile quanto ovvia, è che si tratta di rock suonato negli stati del sud, là dove continua a sventolare orgogliosamente la bandiera confederata nel prato davanti a ogni casa. La seconda, forse meno ovvia, è che il southern rock è una musica per band e non per solisti, collettiva e di popolo, quindi folk nel suo significato più originale e genuino, diciamo non quello traslato dalla pratica del music business: il solitario menestrello del sud che suona e canta le sue canzoni può essere un cantautore e fare country-folk ma non è southern rock. Il quale southern, più nel dettaglio, è un mix di country, blues e boogie suonati spesso in forma di jam dalla forte presenza chitarristica (di frequente le formazioni ne mettono in fila tre) e nel quale possono esser presenti anche percussioni, tastiere e fiati in funzione solista, come vuole la tradizione del più antico melting pot jazz-blues-errebì. Il southern rock insomma è una grande musica da concerto per feste e sagre che recupera, aggiornandole alla luce del rock, le istanze del country e del blues d’anteguerra destinandole a un pubblico che anche quando è urbanizzato mantiene intatte le sue caratteristiche più rurali e primitive. La mise dei musicisti southern, d’altra parte, ricalca non di rado quella classica derivata dai singin’ cowboys immortalati nel cinema degli anni ‘30: camicie con frangette, Stetson e stivali da bovari (per non dire dell’iconografia a base di pistole e fucili da Far West…). […]
…segue per 16 pagine nel numero 205 di Blow Up, in edicola ad Giugno 2015 al costo di 6 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#205) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Lynyrd Skynyrd]
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La prima indicazione, utile quanto ovvia, è che si tratta di rock suonato negli stati del sud, là dove continua a sventolare orgogliosamente la bandiera confederata nel prato davanti a ogni casa. La seconda, forse meno ovvia, è che il southern rock è una musica per band e non per solisti, collettiva e di popolo, quindi folk nel suo significato più originale e genuino, diciamo non quello traslato dalla pratica del music business: il solitario menestrello del sud che suona e canta le sue canzoni può essere un cantautore e fare country-folk ma non è southern rock. Il quale southern, più nel dettaglio, è un mix di country, blues e boogie suonati spesso in forma di jam dalla forte presenza chitarristica (di frequente le formazioni ne mettono in fila tre) e nel quale possono esser presenti anche percussioni, tastiere e fiati in funzione solista, come vuole la tradizione del più antico melting pot jazz-blues-errebì. Il southern rock insomma è una grande musica da concerto per feste e sagre che recupera, aggiornandole alla luce del rock, le istanze del country e del blues d’anteguerra destinandole a un pubblico che anche quando è urbanizzato mantiene intatte le sue caratteristiche più rurali e primitive. La mise dei musicisti southern, d’altra parte, ricalca non di rado quella classica derivata dai singin’ cowboys immortalati nel cinema degli anni ‘30: camicie con frangette, Stetson e stivali da bovari (per non dire dell’iconografia a base di pistole e fucili da Far West…). […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000