20 ESSENTIALS: Rock In Opposition 1975-1986
20 ESSENTIALS: Rock In Opposition 1975-1986
di Bizarre con Stefano I. Bianchi, Roberto Municchi, Piergiorgio Pardo e Piercarlo Poggio
[nell'immagine: Henry Cow, foto di Brian Cooke]
R.I.O. NON È un genere musicale. R.I.O. è una sigla che sta per “Rock In Opposition”, un cartello che nacque e operò negli seconda metà degli anni ’70 e per il quale la musica altro non era che una componente per l’espressione politica sottesa al movimento. Politica è veramente il termine da cui partire per interpretare il R.I.O. In quegli anni anni essa occupava gli spazi del tempo libero in modo onnipresente e invasivo (quello che fa oggi internet, grosso modo) e per un adolescente dell’epoca ascoltare un certo genere musicale era innanzitutto una presa di posizione nella mappa degli schieramenti politici: Sanremo e la disco music erano naturalmente di destra, il rock, con tutti i suoi significati di ribellione sociale e controcultura, di sinistra.
Ovviamente, viene da pensare che un movimento che introduce l’ulteriore suffisso “In Opposition” alla parola “Rock” si colloca, inevitabilmente, all’ultra-sinistra. E questa era in effetti la sua posizione: un collettivo di ispirazione marxista che voleva fare la rivoluzione a partire dalla musica. Al momento in cui il R.I.O. nasce (la data ufficiale coincide con un concerto al New London Theater il 12 marzo 1978, al quale parteciparono tutti i gruppi che aderirono inizialmente al manifesto), la parola chiave è indipendenza. Un concetto che si stava affermando anche nel post punk, espressione artistica di quegli stessi anni, come modalità di smarcamento dai meccanismi dell’industria discografica e veicolo di creatività senza barriere di stile, cultura o moda. Difficile dire se e quanto il R.I.O. trasse ispirazione dai gruppi autoprodotti e dal DIY della new wave inglese, anche se musicalmente ebbe alcuni punti di contatto con le frange più estreme del post punk (ne parleremo in seguito). Quel che è certo è che, da un omologo punto di partenza, le due modalità di sviluppo furono diametralmente opposte. […]
…segue per 16 pagine nel numero 208 di Blow Up, un nuovo NUMERO SPECIALE di 180 pagine in edicola a Settembre 2015 al costo di 8 euro
• Se non lo trovate in edicola potete ordinarlo direttamente dal nostro sito (BU#208) al costo di 10 euro - spese postali incluse - e vi verrà spedito immediatamente via posta prioritaria. Se lo richiedete dopo il mese di riferimento dell’uscita vi verrà spedito, come ogni altro arretrato, con il primo invio mensile di abbonamenti e arretrati.
• Il modo migliore, più rapido, sicuro ed economico per avere Blow Up è l’abbonamento: risparmiate minimo 16 euro sul prezzo di copertina e avete la certezza di non perdere neanche uno dei numeri pubblicati garantendovi tutti gli eventuali allegati e i numeri speciali; in caso di eccessivo ritardo o smarrimento postale ve lo spediremo di nuovo.
Ogni mese Blow Up propone monografie, interviste, articoli, indagini e riflessioni su dischi, libri, film, musicisti, autori letterari e cinematografici scritti dalle migliori penne della critica italiana.
[nell'immagine: Henry Cow, foto di Brian Cooke]
R.I.O. NON È un genere musicale. R.I.O. è una sigla che sta per “Rock In Opposition”, un cartello che nacque e operò negli seconda metà degli anni ’70 e per il quale la musica altro non era che una componente per l’espressione politica sottesa al movimento. Politica è veramente il termine da cui partire per interpretare il R.I.O. In quegli anni anni essa occupava gli spazi del tempo libero in modo onnipresente e invasivo (quello che fa oggi internet, grosso modo) e per un adolescente dell’epoca ascoltare un certo genere musicale era innanzitutto una presa di posizione nella mappa degli schieramenti politici: Sanremo e la disco music erano naturalmente di destra, il rock, con tutti i suoi significati di ribellione sociale e controcultura, di sinistra.
Ovviamente, viene da pensare che un movimento che introduce l’ulteriore suffisso “In Opposition” alla parola “Rock” si colloca, inevitabilmente, all’ultra-sinistra. E questa era in effetti la sua posizione: un collettivo di ispirazione marxista che voleva fare la rivoluzione a partire dalla musica. Al momento in cui il R.I.O. nasce (la data ufficiale coincide con un concerto al New London Theater il 12 marzo 1978, al quale parteciparono tutti i gruppi che aderirono inizialmente al manifesto), la parola chiave è indipendenza. Un concetto che si stava affermando anche nel post punk, espressione artistica di quegli stessi anni, come modalità di smarcamento dai meccanismi dell’industria discografica e veicolo di creatività senza barriere di stile, cultura o moda. Difficile dire se e quanto il R.I.O. trasse ispirazione dai gruppi autoprodotti e dal DIY della new wave inglese, anche se musicalmente ebbe alcuni punti di contatto con le frange più estreme del post punk (ne parleremo in seguito). Quel che è certo è che, da un omologo punto di partenza, le due modalità di sviluppo furono diametralmente opposte. […]
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TUTTLE Edizioni - P.iva 01637420512 - iscrizione rea n. 127533 del 14 Gennaio 2000